È uscito in queste ore il nuovo singolo del cantautore di Moliterno Vincenzo Valinoti, giovane promessa della musica lucana dalla spiccata sensibilità e versatile creatività.
Il brano, di cui ha scritto musica e parole, si intitola ” Finisce in poesia ” ed è un concentrato di sentimenti, di riflessioni sull’esistenza e sul modo di approcciarsi al dolore e alle delusioni della vita, quasi un insegnamento. Ci parla lui stesso del suo nuovo pezzo in questa nota :
“Ecco, finalmente è uscito il mio nuovo brano “Finisce in poesia”, su tutte le piattaforme di streaming musicale e su youtube.
Peró, prima di dire due parole (okay, un po’ di più) su di esso, vorrei ringraziare chiunque vorrà ascoltarlo e sostenermi. Ringrazio anche Renato Droghetti e Manuel Auteri di SanLucaSound, che anche questa volta si sono dimostrati super professionali e disponibili con me.
Sono particolarmente fiero di quest’ultimo lavoro, sia perché arriva dopo un periodo di studio e impegno, sia perché in esso ho cercato di racchiudere/riassumere, nel modo più semplice possibile, quello che vive un artista, in qualsiasi sua forma, dal momento in cui si tuffa in un sentimento a quando ne viene segnato, prendendone il bello per lasciare qualcosa agli altri e curarsi con esso. Sarà un modo insolito di vedere le cose e di assimilare le esperienze, non so se per me o in generale, ma che secondo me aiuta a vivere meglio. D’altronde, trasformare in poesia lo stare male, concretizzando una sofferenza in qualcosa di apprezzabile, o costruttivo, non è solo un modo per esorcizzare un dolore, ma è un modo per guardarsi indietro con il sorriso, e poi avanti con molto più coraggio. Capire che ciò che ci ha ferito non per forza sarà un peso per sempre e che tutto passa è essenziale per affrontare la vita, che è piena di occasioni rischiose e situazioni in cui saremo costretti a seguire il cuore, sbattendo contro i muri. E lo so che lasciarsi trasportare dagli eventi è un’arma a doppio taglio, ma spesso è l’unico modo per uscire da momenti difficili e da labirinti costruiti da noi stessi per fuggire dai ricordi.
Non sarà che, così facendo, fuggiamo solo dagli altri e con i ricordi ci restiamo intrappolati?
“Non lo so, c’è chi dice che gli artisti non abbiano paure, o che semplicemente siano così stupidi da avventurarsi nei vicoli ciechi e negli strapiombi, rimettendoci spesso loro stessi. Io credo invece che la prospettiva di soffocare nelle certezze e nella noia, ingabbiandosi in ciò che è sicuro e statico, spaventi chiunque molto di più che lasciarsi andare, sia esso artista o meno.”