Si conosceranno alla fine della prossima settimana i risultati dei campionamenti eseguiti giovedì scorso dall’Arpab nelle acque di un fosso di scolo al confine tra i comuni di Viggiano e Grumento, sotto al depuratore Asi della zona industriale, dove il giorno prima erano affiorate delle macchie oleose. Intanto, sulla vicenda, arriva la precisazione dell’Eni. La compagnia petrolifera esclude che le sostanze rilevate provengano dal Centro olio Val d’Agri. «Infatti – fa sapere la società – le analisi chimiche effettuate sui campioni di olio presente nei pozzetti Asi sono differenti rispetto ai campioni di greggio del Cova».
Le analisi dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente stabiliranno la natura delle sostanze. Tre giorni fa un cittadino della zona ha chiamato la polizia municipale di Viggiano preoccupato per quanto visto, dato che poteva trattarsi di petrolio considerando che nei mesi scorsi proprio nella vasca del depuratore del consorzio industriale erano state scoperte tracce di idrocarburi provenienti dal Centro olio. Subito il comandante, d’intesa con il sindaco, ha allertato Arpab che giovedì mattina ha mandato sul posto una squadra. Dalle analisi sapremo l’origine di queste sostanze. Certo è che un po’ di preoccupazione c’è, visti i precedenti.
Il sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala, si augura che tutto si risolva nel migliore dei modi. «Sembrerebbe che non sia petrolio, ma aspettiamo l’esito degli esami», dice il primo cittadino. Intanto, gli ambientalisti sono sempre più preoccupati per il rischio prescrizione per il processo Petrolgate in corso a Potenza, ma le associazioni sono allarmate anche per le ammissioni delle parti civili nella prossima udienza che si terrà il 20 dicembre. Per questo motivo Briganti d’Italia ha depositato richiesta per un sit – in davanti al tribunale. Una giornata chiave quella del 20 dicembre per l’Eni. Al tribunale andrà in scena la terza udienza del processo sul presunto traffico illecito di rifiuti al Cova in cui si deciderà l’ammissione alla costituzione di parte civile delle varie associazioni ambientaliste che ne hanno fatto richiesta. E sempre il 20 dicembre è attesa la pronuncia del Tar sul pozzo di re iniezione Costa Molina 2.
FONTE: PINO PERCIANTE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO