Gli atti non pubblici relativi alla manutenzione di Eni dei pozzi Monte Alpi 6-7-8 hanno implicazioni ambientali sconcertanti.
La manutenzione già richiesta nel 2016 e ottenuta dall’UNMIG, viene ripresa nel gennaio 2021 in atti indirizzati da Eni all’Ente Parco dell’Appennino Lucano Val d’Agri – Lagonegrese. La “manutenzione” per riprendere la normale produttività dei pozzi consiste in: abbattere la carica di asfalteni che si accumulano dentro Monte Alpi 7 e 8, creando tappi e strozzature, e far fronte all’aumento della quantità di acque strato nei pozzi visto che il petrolio inizia a diminuire e ad aumentare la percentuale di acque di scarto (effettowaterconing). Eni richiama l’art. 34 del D.D. del 15/7/2015 attraverso il quale l’UNMIG-MISE autorizzano le compagnie a riperforazioni e reinizioni di acque previa semplice richiesta al ministero stesso, invece Regioni e Ministero Ambiente vengono solo informati.
Eni comunica di voler pompare dentro Monte Alpi 8 solventi aromatici, senza come al solito specificare nel dettaglio quali sostanze ed in quali quantità, ma parlando di solventi aromatici intendiamo implicitamente anche composti cancerogeni come il benzene o il toluene, questi due già rilevati negli anni nelle falde, nei suoli e nelle acque della zona, Pertusillo incluso.
I solventi saranno reiniettati per sciogliere gli agglomerati di asfalteni ma null’altro viene aggiunto, nessun cenno sulla previsione di rifiuti pericolosi prodotti dall’operazione, sul loro smaltimento, sulla tossicità dei solventi usati.
A dir poco marginale il ruolo del Parco che si limita a prescrizioni d’ufficio che in nessun modo citano il rischio chimico od ecotossicologico delle operazioni, la possibile interazione con falde o con il Pertusillo stesso, il quale viene anche accuratamente non evidenziato nella mappa allegata nonostante il cluster pozzi Monte Alpi 6-7-8 si affacci praticamente sulle sponde del lago stesso, lato Grumento Nova.
Ma c’è di più: ENI stessa nel 2017 in una puntata del programma RAI – FUORI LUOGO, ammise proprio durante l’intervista svolta da Mario Tozzi a Walter Rizzi nel piazzale del suddetto cluster, che lì aveva avviato da tempo le perforazioni orizzontali le quali si erano spinte sino a 5km in orizzontale rispetto alla testa pozzo del cluster, raggio d’azione che includerebbe potenzialmente anche il Pertusillo stesso ed il reticolo idrografico dell’Agri. Ennesimo favore dei governi ad ENI: nessuno ha mai regolamentato le perforazioni orizzontali eppure si praticano da decenni con impatti ambientali ignoti ma facilmente deducibili ma nonostante ciò ENI non ha rinunciato al perimetro del parco infatti con le perforazioni orizzontali non hanno rinunciato alla loro presenza nel perimetro del parco stesso, contentino che almeno in superficie potevano evitare invece no ENI vuole risparmiare anche su questo, meno espropri con le perforazioni orizzontali contemporaneamente gli enti locali non le chiedono neanche di abbandonare la superficie del parco.
Chiediamo che la giunta Bardi ed Arpab avviino immediatamente un tavolo pubblico, mai fatto, per discutere di tutte le implicazioni ambientali delle tecnologie petrolifere usate da sempre in Basilicata ma invisibili ai processi autorizzativi. E’ inaccettabile che nel sottosuolo le compagnie petrolifere continuino a collaudare tecnologie senza alcun controllo terzo e puntuale infatti ad oggi Arpab non ha mai pubblicato dati ambientali sugli impatti del cluster Monte Alpi 6-7-8 eppure Cova Contro nel giugno 2019 rilevò alti tenori di toluene proprio in una chiazza nera apparsa nel Pertusillo sul versante attiguo al cluster pozzi in questione. Ci confermiamo cavia e terra di nessuno ove i controlli ambientali sono solo annunciati e quando svolti sono superficiali e quasi esclusivamente cartacei; i lucani hanno il diritto di sapere se ENI abbia perforato orizzontalmente sotto il Pertusillo o sotto la falda subalvea dell’Agri e dobbiamo saperlo subito non a disastro avvenuto.