Società e Cultura

Federmoda: orgogliosi di difendere il “made in Italy”

L’orgoglio di “store” e piccoli negozi di moda – dagli esercizi di vicinato alle botteghe storiche dei centri storici – è il migliore esempio di tutela del Made in Italy tutto l’anno e non solo per un giorno. E’ il messaggio che Federmoda-Confcommercio ha lanciato in occasione della Giornata del Made in Italy. “Senza i titolari degli esercizi di abbigliamento, calzature, accessori che ogni giorno alzano la saracinesca per esporre e vendere nostre produzioni, il Made in Italy  non esisterebbe – dice Antonio Sorrentino, referente Federmoda-Confcommercio Potenza. Si pensi all’ “invasione” di capi di abbigliamento, scarpe, ecc. che sono prodotti in Cina, in Paesi Asiatici ed Africani e alle numerose operazioni di sequestro di questi prodotti avvenuti in provincia di Potenza”. Negli ultimi cinque anni in Basilicata sono stati sequestrati qualcosa come 350mila capi di abbigliamento per un valore di oltre 4 milioni di euro. È il «made in Italy» taroccato, il prodotto dell’industria del falso che nel territorio lucano ha un impatto tra i più alti a livello nazionale. Gli occhi sono puntati non solo sugli ambulanti ma anche sugli outlet dove spesso – è l’accusa che proviene dai commercianti del settore – si trova merce di dubbia provenienza. Non è casuale – prosegue la nota Confcommercio– che il dato dell’indagine Confcommercio-, presentata in occasione della Giornata della Legalità, vede al primo posto tra i commercianti lucani la contraffazione con il 67% che considera in aumento il fenomeno. Subito dopo c’è la presenza di venditori abusivi che rappresenta una delle più gravi problematiche di illegalità sul nostro territorio per il 46% dei nostri titolari di esercizi commerciali. La contraffazione del Made in Italy continua a diffondersi in tutto il mondo a un ritmo sempre più rapido. Nel 2023 la Guardia di Finanza ha sequestrato un numero di prodotti vicino ai 700 milioni, con un incremento rispetto al 2022 di oltre il 150%. Un risultato ottenuto nonostante la quantità degli interventi delle forze dell’ordine sia rimasta simile.

I beni più contraffatti rimangono i capi di abbigliamento, che rappresentano più di un terzo della mole di merce sequestrata. Seguono i giocattoli, in buona parte dei casi per questioni di sicurezza, e più distanti i beni elettronici.

In un momento storico segnato da sfide economiche e commerciali senza precedenti, questi esercizi commerciali si configurano come sentinelle di eccellenza e autenticità, custodi di una tradizione che affonda le radici nella qualità, nel design e nel saper fare che da sempre contraddistinguono il Bel Paese. Con un panorama che conta 164.369 punti vendita e quasi 300.000 addetti, il comparto della moda al dettaglio non è soltanto un motore economico di rilevanza strategica, ma anche un presidio sociale fondamentale per la vivacità delle nostre città e dei piccoli comuni. I negozi di moda, infatti, non sono solo luoghi di scambio commerciale, ma cuori pulsanti dei centri urbani, vivacizzando piazze e strade con la loro luce, le loro vetrine e le innumerevoli storie che raccontano. Sono il punto d’incontro di relazioni umane, servizi e sicurezza, baluardi di decoro e punti di riferimento per i turisti in cerca di un’esperienza autentica, di un’emozione legata al nostro saper fare.

Felloni: “I negozi come veri e propri ambasciatori dello stile e della cultura italiana”

Giulio Felloni, presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, sottolinea con forza come “la Giornata del Made in Italy rappresenti una straordinaria occasione per ribadire l’autenticità e i valori reali che rendono unica la nostra moda. I negozi non sono semplici punti vendita, ma veri e propri ambasciatori dello stile e della cultura italiana, capaci di fondere estetica ed etica, di raccontare la nostra identità e di fungere da ponte tra arte e commercio, tra passato e futuro. La moda italiana, se ben interpretata lungo l’intera filiera produttiva, si trasforma in un potente strumento di narrazione del ‘Sense of Italy’, un racconto che parla di eleganza, qualità e sostenibilità, valori che il mondo ci invidia”. Un appello, quello di Felloni, che non si ferma alla celebrazione del Made in Italy, ma si traduce in un invito concreto ai consumatori: “Scegliere prodotti di qualità, realizzati in Italia, significa scegliere qualcosa di durevole, responsabile, lontano dalla logica della moda usa e getta. È una scelta che valorizza non solo l’artigianato e il lavoro, ma anche un modo di fare impresa che mette al centro la sostenibilità e la responsabilità sociale.” Infine, Felloni lancia un monito che guarda al futuro: “Investire nei negozi di moda equivale a investire nel futuro delle nostre imprese, delle nostre città e della nostra identità. Chiediamo al Ministero delle Imprese di sostenere concretamente l’intera filiera, a partire proprio dai negozi che ogni giorno raccontano al mondo il meglio del Made in Italy. Sono questi luoghi che rafforzano il legame tra cultura italiana e territorio, diventando motori di crescita e di promozione dei nostri valori”.

“I negozi – aggiunge Sorrentino – sono il nostro patrimonio culturale e creativo, un bene comune, l’anima di un territorio che meritano di essere tutelate per continuare a vivere.

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