Petrolio in Val d'Agri e Valle del Sauro

Gas serra, emissioni record in Basilicata: come stanno veramente le cose

Nel silenzio assoluto il giorno 3 giugno 2023 il TgR Basilicata ha trasmesso un servizio ancora consultabile sul sito internet. Il titolo del servizio è “ Gas serra, emissioni record in Basilicata- Dal 1990al 2021 nella nostra regione si è registrato l’aumento più elevato. Lo dice un rapporto della Commissione Europea”.

Il servizio si apre con l’appello della “sfida della transizione ecologica” che passa anche attraverso l’obbiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera.

Prosegue poi facendo riferimento ad un rapporto della Commissione Europea che addirittura indica la regione Basilicata come quella che registra “uno degli aumenti più alti delle emissioni di gas serra a livello europeo” indicato nella misura del +36% e nel periodo che va dal 1990 al 2021 rispetto a regioni come la Regione Liguria che invece li ha ridotti del 68%.

Il servizio passa poi a parlare dei fattori che incidono sulle emissioni dei gas serra in atmosfera come l’efficienza energetica degli stabilimenti produttivi ma anche degli edifici, le energie rinnovabili e una non meglio specificata “composizione dell’attività economica”.

Il tutto si conclude addirittura, con un monito che arriva direttamente dalla Commissione Europea che individua le cause soprattutto dal “contesto locale” e con il riferimento che “ alcune Regioni probabilmente saranno colpite più di altre”.

Ma cosa significa che alcune regioni saranno più colpite di altre?

La preoccupazione di Mediterraneo no triv è che, come sempre accade, piuttosto che incidere sugli impianti industriali impattanti a pagare saranno piuttosto i cittadini e le loro proprietà immobiliari.

Da dove nasce questa preoccupazione?

Ma dal richiamo alla Transizione Energetica e alla Direttiva sul rendimento energetico (EPBD) e alla possibilità di poter introdurre, a breve, il Green Pass energetico o climatico sugli immobili.

La Basilicata è stata, quindi, individuata come progetto pilota per un maggiore e più devastante incremento delle fonti di energia rinnovabili, e pur avendo già pagato un tributo altissimo in questi termini, oppure l’obbiettivo è sperimentare, nella nostra terra, il sistema del green pass sulle case con tutti i rischi e potenziali danni anche economici che tutto ciò potrebbe comportare?

Le domande sono tante, la prima e fondamentale è comprendere come si sia giunti a classificare e valutare tale incremento eccezionale del +36% in Basilicata di emissione di gas serra in atmosfera e addirittura tra i più alti in Europa?

A cosa si riferisce il dato “composizione dell’attività economica”?

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Ancora, lo studio ha contemplato le emissioni e l’inquinamento provocato dalle multinazionali estrattive?

La Commissione Europea individua le cause soprattutto dal “contesto locale”, cosa significa? A cosa si riferisce il dato, cosa contiene come variabili?

Il messaggio di chiusura del servizio che parla del fatto che alcune Regioni probabilmente saranno colpite più di altre, preoccupa e non poco,colpite e come?

Se fosse un dato finalizzato a ridurre solo l’inquinamento degli impianti produttivi, certo non sarebbe stata scelta questa espressione.

Mediterraneo no triv intende girare tutte queste domande alla Regione Basilicata, anche e soprattutto all’assessore all’Ambiente Cosimo Latronico, ai Sindaci Lucani, affinchè si facciano portavoce del Popolo Lucano presso la Commissione Ambiente Europea, per avere estratto dello studio ed evidenza di come siano stati elaborati questi dati, e lo chiede in forza dell’Art. 1 della nostra Costituzione, che sancisce la sovranità del popolo, e quindi il suo diritto alla conoscenza delle questioni che lo riguardano direttamente.

I Lucani hanno già pagato, e moltissimo, in termini di impatti sull’ambiente e sulla salute e forse a breve potrebbero essere anche colpiti nelle loro proprietà?

Domandare è lecito, rispondere in questo caso è un obbligo.

Mediterraneo no triv

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