Il 27 gennaio 2024, in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria, presso la sede del Liceo di Marsico Nuovo dell’I.I.S. “G. Peano” si è tenuta la lectio magistralis “Il pregiudizio come presupposto dell’antisemitismo e la solidarietà come base della democrazia.” del professore Donato Verrastro, docente di storia contemporanea dell’UNIBAS.
La lectio è stata preceduta da toccanti e significativi gesti commemorativi: gli studenti e le studentesse della classe IA hanno simulato la “marcia della morte” dei prigionieri internati nei campi di concentramento in Polonia ed hanno, poi, declamato “Se questo è un uomo” di Primo Levi, solenne ammonimento per i contemporanei e per posteri a far memoria dell’orrore della Shoah. Gli studenti e le studentesse della classe III D hanno concluso, infine, questo momento introduttivo intonando La vita è bella, canzone di Noah – Piovani, dall’omonimo film di Benigni.
Dopo i saluti della Dirigente Scolastica, la prof.ssa Serafina Rotondaro, e l’introduzione al tema del professor Petrone Francesco, docente di Storia e Filosofia, ha avuto inizio la lezione del professor Verrastro, il quale preliminarmente ha sottolineato che l’antisemitismo, come sentimento di diffidenza e odio nei confronti del popolo ebraico, permeava gli animi europei già prima del Novecento, anche se fino ad allora non era sfociato in episodi violenti e distruttivi come accade nel corso del XX secolo. A fronte di alcune mistificazioni e tentativi di revisione storica attuali, il professor Verrastro ha voluto fortemente sottolineare come la colpa degli orrori perpetrati ai danni del popolo ebraico sia stata tanto degli italiani quanto dei tedeschi, tanto di chi ha attuato le deportazioni che di chi ha assistito senza intervenire.
L’indifferenza è stata la grande alleata dei fautori della Shoah: essa è un cancro generato oltre che dal timore e dalla viltà, anche dal pregiudizio, per cui è doveroso ricordare in questa occasione non solo le vittime, ma anche tutti coloro che si sono elevati al di sopra dell’indifferenza, mossi dalla solidarietà per uomini e donne che non avevano nessuna colpa.
Ci si potrebbe chiedere, oggi, a ventiquattro anni dall’istituzione della Giornata della Memoria, quale sia l’utilità di “fermarsi” a riflettere su un evento che già tutti conoscono e che è riportato sui libri di storia.
La risposta ce la dà il presente, il mondo intorno a noi, i quotidiani e il telegiornale: stiamo già dimenticando, stiamo cedendo all’indifferenza. Anche nel ventunesimo secolo aleggiano sentimenti di odio antisemita o meno, si radicano nelle menti ipotesi negazioniste, si consumano atti di vandalismo nostalgico e ostile agli ebrei o si scagliano minacce contro i pochi superstiti, si guarda con fastidio al ricordo di milioni di morti, di famiglie infrante e di infanzie spezzate. E il pericolo più grave sembra essere il fatto che non si avverta l’esigenza di voler fare qualcosa per invertire la rotta.
Le armi che possediamo per fronteggiare questa nuova ondata di odio e di indifferenza sono poche, ma efficaci: la memoria, la consapevolezza storica e la solidarietà umana. I superstiti della Shoah, i testimoni diretti di quell’ orrore stanno inevitabilmente scomparendo e con loro il ricordo.
Come afferma il professor Verrastro, sta alle nuove generazioni prendere in mano il “testimone lasciato dai testimoni” e far memoria, affinché questa terribile pagina della storia dell’umanità non venga dimenticata, né ripetuta.
Salvatore Bianchini
Studente della VA del Liceo di Marsico Nuovo
IIS “G. Peano” di Marsico Nuovo (PZ)