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Guardia Perticara ha il suo cavaliere al merito della Repubblica Italiana

Ho letto dalle pagine del nostro giornale, del conferimento dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana e mi son ricordato di aver condiviso con una persona cara la stessa soddisfazione; il ricevimento da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del titolo onorifico di Cavaliere. Eravamo in piena pandemia, soffocati ed offuscati nei rapporti sociali in un periodo buio per tutta l’umanità.

Leggendo dell’onorificenza conferita a due cittadini Lucani distintisi nel loro campo professionale mi sono avventurato a scavare il significato del termine Cavaliere e la sua storia. Scoprendo che si trattava, anticamente, di una carica prettamente militare, anche di bassa nobiltà, evolutasi nel tempo come significato di persona di cui ci si può fidare, di persona che ha carattere nelle azioni che intraprende. Noi, credo senza distinzione di ordine e grado, ricordiamo soprattutto Re Artù e la tavola rotonda. La Tavola Rotonda, quel tavolo  del castello di Camelot dove si riunivano sedendosi intorno i Cavalieri ed il Re per discutere di questioni di cruciale importanza per il reame. La tavola era rotonda proprio per evitare conflitti di prestigio, mettendo sullo stesso livello d’importanza Re e Cavalieri. Il cavaliere, dunque, veniva elevato al rango di parità con il Re.

Oggi, dunque, l’onorificenza viene conferita a chi ha assunto impegni gravosi portandoli a termine, a chi si è distinto nel suo lavoro, a chi si è distinto in un’azione che ha reso onore a tutta la Nazione.

Di questo me ne sono ricordato, facendo ammenda di aver condiviso la festosa notizia con una persona di Guardia Perticara, che da diversi anni opera nel settore della prevenzione del crimine da Vice Ispettore della DIGOS di Potenza (Divisioni Investigazioni Generali e Operazioni Speciali). Un tempo il cavaliere rendeva sicuro un feudo o un regno, così oggi rende fieri i concittadini.  Parlo di Raffaele Rocco Leone, cittadino di Guardia Perticara, che il 27 dicembre 2019 è stato inserito al numero 12828 del registro  dell’albo dei Cavalieri. Cerimonie e congratulazioni furono differite per motivi organizzativi, non immaginando che la pandemia avrebbe poi stravolto ogni protocollo delle cerimonie di conferimento dell’attestato. Ma non importa, pure se in ritardo, ho voluto divulgare questo momento di soddisfazione per lui, la famiglia e tutti i cittadini di Guardia Perticara. Ciò anche associandolo al fatto che Rocco, come tutti lo conoscono in paese, appartiene ad una famiglia che per rango ed importanza si fregiava un dì non tanto lontano del prefisso “don” e, credo, non ci sia bisogno di spiegare cosa significasse nei paesi questo prefisso. Un unico rammarico, consentitemelo, con il dolore di chi ha un legame affettivo molto forte, è non aver potuto vedere la gioia della mamma di Rocco Leone, Donna Carmela vedova di Don Peppe Leone, storico segretario della Democrazia Cristiana, ai tempi di Emilio Colombo, Decio Scardaccione, ed altri fortunati ragazzotti poi assurti al ruolo di parlamentari, senatori, e Ministri della Repubblica. Vi chiedo ancora scusa per l’emotività del momento ma vi riporto cosa risposi al messaggio di Rocco quando mi inviò la foto di rito con il Prefetto il giorno della cerimonia a porte chiuse in Prefettura a Potenza: “Mi sono commosso pensando a “Donna Carmela”. Bravo Rocco…”. Ecco appunto, concludo così: Bravo Rocco.

Gianfranco Massaro – Agos

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