Primo PianoSocietà e Cultura

I Giovani ovvero ciò che saremo

Da un po’ di giorni la cronaca ci riporta dati in aumento di persone contagiate provenienti da zone di vacanze e luoghi di svago. Posti dove il distanziamento sociale è oggettivamente ed obiettivamente impossibile mantenere. A latere della cronaca si è scatenata una filiera di accuse verso i giovani; irresponsabili e dediti ad attività di svago al limite, quando va bene, della convenzionale ragionevolezza. Ne esce fuori un panorama che lascia intendere un Paese in mano ad una generazione dedita solo ad ogni sorta di sollievo, attraverso feste e raduni dove si sballano con musica assordante e bevande estreme per brividi estremi.

Sta di fatto che l’età media dei contagiati si è abbassata, segno che il virus non guarda gli aspetti anagrafici e continua a gradire il ponte della vicinanza per poter saltare di bocca in bocca. Dimostrazione lampante, a scapito dei COVIDSCETTICI, che se l’Italia ha potuto registrare periodi con zero infetti è stato grazie all’atteggiamento responsabile assunto nella scorsa primavera.
Mi resta il cruccio dei giovani, oggetto di invettive generalizzate posate sui bollettini sanitari dei giorni scorsi.

Mentre penso ciò, mi imbatto, navigando sui social, in un tweet di Luigi Nacci, noto scrittore e poeta di Trieste. Nacci non condivide il dire male della gioventù in maniera generalizzata. Invita a non parlare dei giovani che si “sfasciano” nelle discoteche ma di altri. Dei tanti giovani che hanno risparmiato per potersi permettere di fare il cammino di Santiago; di quanti fanno volontariato nei campi estivi, che fanno politica, che lottano per l’ambiente o che si fanno il “culo” (sic) come camerieri. Nacci critica i video cronisti che si insinuano nelle discoteche, tra ragazzi storditi da musica assordante per intercettare un ventenne ubriaco e poi scrivere con la presunzione di affrescare una generazione. Invita tutti ad alzarsi dalle poltrone comode e ad andare a cercare i giovani di cui dire bene, che per fortuna sono tantissimi.

Mentre sto leggendo il tweet di Nacci sono comodamente seduto al tavolo di una pizzeria, nel centro storico di uno dei Borghi più belli d’Italia; mi si para davanti una cameriera che, pur celata da una mise total black ivi compresa la mascherina d’uopo, si capisce essere una bella ragazza. Al ritorno, per altre esigenze di ristorazione, le chiedo come si trova qua e, abbassando la mascherina, mi risponde che lavora d’estate per accumulare un po’ di risparmi e poter passare un inverno tranquillo della sua vita ancora incerta benché insegna, saltuariamente, filosofia in un liceo di Roma.

Ho la lampante conferma a due mie ipotesi: una, che non mi sbagliavo ad immaginare dietro la mascherina un viso bello sul fisico di una ragazza bellissima; due, che Nacci non ha sbagliato nel richiamare all’ordine chi sparla di una generazione senza allargare lo spettro della sua osservazione.

Dunque, Giovanna ha una Laurea Magistrale che le consente di insegnare Filosofia, scienza dell’educazione etc. etc. … Ha viaggiato molto, ed il suo ultimo viaggio per Londra è stato annullato, ad inizio marzo, causa pandemia. Ha rappresentato gli studenti della sua Facoltà, a Salerno, per “due legislature”, ha moderato convegni di filosofia e storia popolare della bassa Campania; ed ha anche posato come modella per alcuni video di valorizzazione della lettura e del turismo e dell’importanza di viaggiare.

   

 

Dopo questa breve chiacchierata, gusto l’ottima pizza che accompagno con un buon boccale di birra, rifletto che Nacci ha ragione molto, molto ragione; e Giovanna è la dimostrazione vivente che si può essere giovani e pure belle “gnocche” senza per questo perdersi, pur praticandole, nelle discoteche.
Da Guardia Perticara vi restituisco la cronaca di una “ sera di mezz’estate”.

Gianfranco Massaro – Agos

Articoli correlati