EditorialePrimo Piano
ULTIM'ORA

I nemici invisibili: dai laboratori chimici alle sale d’ospedale

Fino ai templi religiosi che si fronteggiano come acerrimi nemici

La guerra contro i nemici invisibili che sta combattendo il mondo ha fronti aperti e non definiti. E’ il caso del virus, ormai noto scientificamente come COVID-19, e il terrorismo ‘religioso’.

Entrambi agiscono senza poterne prevedere i passi, ma solo ipotizzando, in maniera deterministica, le probabili future evoluzioni.

Del COVID se ne parla ogni dì, del terrorismo se ne parla, ormai, solo ad accadimento conclamato. E’ il caso di Nizza o Vienna, oggi come allora. Le guerre, quelle studiate tra i banchi di scuola, ci hanno sempre mostrato scenari con confini da superare, trincee da presidiare, obiettivi da intercettare ed abbattere o annientare. Generali e strateghi impettiti che studiavano piani e tattiche su lunghe e ingiallite pergamene, attraverso la topografia dei territori, movimenti di uomini e mezzi per poter avanzare o frenare le avanzate nemiche. Era un fronteggiarsi quasi alla pari, sfruttando la genialità endogena per sopraffare le azioni degli avversari. Tralasciando le motivazioni delle ostilità, solitamente riconducibili a bramosia di potere e di ricchezza, o più semplicemente alle ripicche di capricciosi regnanti, la materia principale, o il carburante principale, di quasi tutte i conflitti posava sulla grandezza del proprio Dio. Un Dio declinato, a seconda delle latitudini, misericordioso, solidale, buono e saggio che però benediva armi, uomini e territori affinché, con la cinica cruenza tipica degli eserciti, si potessero conquistare porzioni o spicchi di territori appartenenti ad altri uomini.

Era comunque uno scenario dove, una volta sopraffatto il nemico, si rispettavano regole, statuti ed onore delle persone.

Oggi, invece, la guerra è senza un nemico vero: o, meglio, è con un nemico che potenzialmente è sempre al nostro fianco. Sia esso virus o jihadista.  Non ci sono eserciti o servizi di intelligence che tengano…. Il terrorista non sposta più sporte di tritolo per poter far saltare in aria luoghi simbolo degli “infedeli”. Il terrorista può colpire chiunque e dovunque, mimetizzandosi nella città e tra uomini insospettabili per portare a compimento il disegno farneticante di un estremismo religioso che dura da sempre. Dalla morte di Cristo, musulmani e cristiani si alternano in conquiste di terre di infedeli, dall’esercito della Mezzaluna che conquistò la Siria e la Palestina Cristiana alle crociate di un millennio fa.

Qual è la differenza oggi?

L’invisibilità del nemico. L’estremista religioso di Nizza, per esempio, è passato dal suo status di rifugiato sbarcato a Lampedusa, tra l’altro accolto con gesti di fratellanza, allo status di nemico svelatosi all’improvviso. Il progetto farneticante di un estremista potrebbe avere lunga incubazione come un disegno grande quanto la grandezza del dio che si venera. Resta il cruccio di dover prendere atto che le dinamicità comunicative ci restituiscono una cronaca che in altri tempi veniva veicolata con la velocità che la stampa e l’acceso ai contenuti degli scritti offriva. E’ una storia vecchia quando il mondo. Cambiano le modalità, ma il mondo si trascina i suoi problemi in una ciclicità che per la grandezza stessa dei tempi non può essere compresa. Il mondo assesta sempre il suo ciclo; lo fa in tempi che noi non potremo mai comprendere. Ora ci tocca una vita fatta di guerre, virus, religioni e scoperte che mai avremmo immaginato. In altre ere ci saranno nostri discendenti che ci studieranno e parleranno delle nostre pochezze e delle nostre miserie osservando le nostre bottigliette di plastica come noi osserviamo i monili dell’età preistorica. E tutto questo mentre si sposteranno per un week end su Marte o passeggiando sulla Luna… Saremo i dinosauri per i paleontologi dei prossimi millenni.

Pepi

Articoli correlati