Il 17 Maggio ricorre la giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia.
La data non è casuale, infatti è stata scelta per ricordare il 17 Maggio 1990, il giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità derubricò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, definendola per la prima volta una variante naturale del comportamento umano. Oggi, ben oltre 130 Paesi nel mondo hanno deciso di ricordarla, ponendosi come obiettivo la promozione di eventi internazionali allo scopo di prevenire e contrastare l’omolesbobitransfobia.
Come Commissione Regionale Pari Opportunità in questa giornata condividiamo la riflessione sul tema della nostra Commissaria Pia Ciminelli, Consigliera nazionale Arcigay: “Adesso più che mai, visto il preoccupante scenario geopolitico, con il persistere della guerra in Ucraina, è così importante promuovere e tutelare, a livello internazionale, i diritti civili, politici, economici ed etnici. La pandemia, inoltre, ha acuito fortemente il fenomeno omotransfobico, vedendo crescere il numero delle vittime che si sono ritrovate a dover far fronte alla loro condizione in spazi ristretti e senza l’ausilio di quel tessuto sociale fondamentale per creare un argine contro le violenze domestiche, perpetrate da parte della famiglia. Il confronto sociale si è azzerato tra i più giovani, vittime della didattica a distanza e non più abituati a rapportarsi faccia a faccia, a distinguere tra un aperitivo on line e un incontro in piazza. La famiglia, infatti, risente ancora oggi del fenomeno del patriarcato, ben radicato nella nostra cultura e nutrito da stereotipi di genere che precostituiscono il pensiero delle masse, conformata in un’etica che non dà spazio all’individuo come portatore di una propria sfera identitaria autonoma e libera dai condizionamenti sociali. Il padre padrone ancora oggi e soprattutto nei piccoli insediamenti urbani, affligge con le sue decisioni i componenti della sua famiglia, creando un vulnus per i figli che decidono di rispettare il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere, non conformi al binarismo di genere assegnato alla nascita. Inoltre, la ghigliottina che ha bloccato il DDL Zan contro l’omotransfobia in Senato, comprensivo anche della tutela verso le persone disabili, verso le donne vittime di violenza misogina e verso gli uomini vittime di misandria, è stata una grave perdita di civiltà per il nostro Paese, ancora carente delle premesse necessarie ad affrontare sfide nuove come quella della piena affermazione dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali. Nel report 2022 di ILGA EUROPE (International Lesbian and Gay Association Europe) nella Raibow Europe Map (che monitora 49 Paesi tra Europa e Asia centrale dal 2009), l’Italia risulta tra gli ultimi Paesi europei nella tutela dei diritti Lgbtqia+, attestandosi su un indice del 25% solo al 24esimo posto della classifica. Gli indicatori presi a riferimento riguardano il riconoscimento dei diritti civili, la presenza di leggi conto i crimini d’odio, l’educazione nelle scuole, le tutele sanitarie e sociali. La nostra società ha pertanto il dovere di promuovere un ambiente sociale e culturale più giusto ed inclusivo per tutti i consociati, che guardi alla sfera identitaria di ogni essere umano come risorsa da preservare ad ogni costo e da ogni condizionamento esterno. Fortunatamente la Basilicata plaude al neonato Centro Sevizio Artemide lgbt, sotto l’egida del Dipartimento delle Pari Opportunità e dell’Unar, allo scopo di creare un baluardo per tutte le persone vittime di discriminazione e violenza per motivi legati alla propria identità di genere ed alla propria sessualità”.
Per la Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità della Basilicata Margherita Perretti: “Nella giornata internazionale contro l’omotransfobia come Commissione Regionale Pari Opportunità abbiamo il dovere di evidenziare, ancora una volta la necessità del rispetto della libertà delle scelte del singolo, e di un atteggiamento inclusivo da parte di tutti i componenti della società civile e politica, dai cittadini alle Istituzioni. E’ importante formare le giovani generazioni, ma altrettanto lo è avere un atteggiamento esemplare nella ferma condanna di ogni forma di violenza ed odio omotransfobico”.
La Commissione Regionale Pari Opportunità di Basilicata