Non commettiamo il solito errore di questi decenni :
per quanto possa essere bravo, bello e spettinato, non è compito del leader delle sardine quello di costruire un’ alternativa sociale alle destre e ai neofascismi imperanti.
Mattia e gli altri, a mio parere, hanno avuto il coraggio (ed in parte il dovere) di occupare il vuoto cosmico (più che ventennale) di prospettive e credibilità lasciato da gruppi dirigenti “Riformisti e Radicali” della sinistra italiana oramai in decomposizione pressoché compiuta.
L’ altra sera, mentre in Bolivia era in corso il colpo di stato, il PD manda in TV Veltroni a parlare della necessità del “Riformismo”.
Quale riformismo?
Lo stesso che ha aperto la strada alla precarietà, alla frammentazione e progressiva dissoluzione dei diritti, alle privatizzazioni selvagge, alla aziendalizzazione delle scuole e dei luoghi pubblici del sapere?
La verità è che potranno nascere anche dodici milioni di sardine, purtroppo arriverà sempre il momento di fare i conti con i propri errori.
C’ è bisogno di radicalità, radicalità e fermezza nelle scelte (mi va benissimo la mitezza del linguaggio e l’ approccio gentile ed educato proprio di chi possiede la sicurezza delle idee.)
Questa nuova radicalità non può essere garantita da classi dirigenti che hanno contribuito a ridurci in questo stato di cose, avendo ancora la boria di proporci soluzioni.
Bisognerebbe avere il coraggio di gridare ai quattro venti : “Il PD è stato l’ errore politico più grande degli ultimi 200 anni, chiediamo scusa ai lavoratori e a chiunque credeva nei principi di uguaglianza e giustizia sociale.”
Il PD ha rinnegato il socialismo come unico strumento umano contro la barbarie ed il regresso.
I fatti di questi mesi e di questi giorni, dall’ Europa al Sud America, dimostrano che la verità è un’ altra :
Non esistono più “terze strade” o inganni dettati dalla necessità di compromessi a ribasso con chi gestisce il potere economico.
La Sinistra è utile se fa la Sinistra, minestrine neo-centriste condite dalla mitologica e ciclica comparsa della Società Civile servono soltanto ad accelerare la vittoria dei nuovi fascismi.
Torniamo all’ inizio di questo discorso: tifiamo tutti per le Sardine a patto che scelgano di diventare il grimaldello ideologico e culturale per l’ archiviazione di una stagione di codardie e imbarazzi.
Scendere in piazza contro i fascisti è il primo passo per salvare la Democrazia in questo paese, il secondo sarà quello di proporre una ricetta per un nuovo Umanesimo.
Lì si giocano tutte le nostre carte : serviranno coraggio e autonomia.
Come è evidente, questo è solo un piccolo contributo di riflessione rispetto ad un movimento a cui guardo con interesse e curiosità.