Un lavoro complesso e difficile per garantire una organizzazione scolastica funzionale e coerente con il territorio lucano per una continuità scolastica che esalti le prerogative dei singoli istituti e dei suoi rappresentanti. Esigenze comuni avvertite dal territorio e che il Consiglio regionale, dopo il primo lavoro dei Consigli Provinciali, sentiti i rappresentanti istituzionali delle singole rappresentanze locali, hanno provato ad armonizzare e mettere a sistema.
La nuova organizzazione scolastica lucana, tenendo ben presenti gli indirizzi ministeriali, ne esce rafforzata e amalgamata anche attraverso il recepimento di emendamenti proposti dalla maggioranza e dal sottoscritto. Spiace constatare che pur se le interlocuzioni tra Province e Comuni sono state esaustive e tempestive non siano mancate polemiche che, non è difficile immaginarlo, abbiano più che altro una matrice politico-elettorale. Da un punto di vista generale, il Piano prova a riorganizzare un tessuto scolastico regionale che –senza infingimenti- nei prossimi anni sconterà un graduale e inesorabile calo delle iscrizioni dovuto ad uno spopolamento che le istituzioni devono impegnarsi a frenare. Del resto proprio dalla scuola e dall’istruzione deve partire quella generale riscossa che dovrà consentire ai nostri tanti piccoli centri di non perdere ulteriore terreno a livello sociale e produttivo né tantomeno a livello di popolazione. In particolare sono stati approvati –e di questo ringrazio i colleghi consiglieri- alcuni miei emendamenti che riguardano la riorganizzazione degli istituti di San Fele, Tursi e l’It Giorgi, sempre nello spirito di tutelare comunità, operatori, famiglie e, soprattutto gli studenti e l’offerta formativa e didattica. A San Fele è stato evitato un accorpamento forzoso e orograficamente inconcepibile che prevedeva l’unione all’Istituto di Bella. Pensare che, territori distanti e divisi dal famigerato passo delle Crocelle, potessero avere la stessa dirigenza esponeva –soprattutto in inverno- il personale docente e amministrativo a rischi da evitare. Riunire nella direzione di San Fele gli altri comuni contermini geograficamente e vicini culturalmente come Rapone, Atella e Ruvo del Monte è stata un scelta lungimirante e logica che garantirà la continuità didattica ed eviterà smembramenti illogici. Lo stesso dicasi per Tursi che, in base a direttive e criteri ministeriali, rischiava di non avere una sua autonomia, ma di trovarsi accorpata a Valsinni. Proprio il centro nevralgico per quell’area, sede vescovile e nell’anno del centenario della nascita di Albino Pierro, che tanto sta investendo a livello culturale e didattico, non poteva rimanere senza una guida anche amministrativa che seguisse e accompagnasse importanti scelte e progetti. Paesi aggregatori, come vengono definiti dalle linee guida, che hanno ora l’obbligo di offrire servizi, trasporti e piani didattici all’avanguardia. Il Piano, pur nei ristretti ambiti di manovra, è sicuramente migliorabile e –come ha ben detto l’assessore Cifarelli- rappresenta solo un punto di partenza su cui continuare a lavorare per programmare quel futuro a cui naturalmente la scuola e le istituzioni devono tendere. Le pluriclassi e i trasferimenti chilometrici per piccoli studenti devono essere solo un ricordo e meritano un’attenzione particolare da parte della stessa Regione.
Occorrerà difendere il futuro dei nostri figli, magari pensando ad una scuola generalista che garantisca a tutti un’istruzione moderna e di qualità, ma pensare che tutto si risolva attraverso una presidenza in più o in meno rappresenta un falso problema. I territori devono investire in cultura secondo le proprie peculiarità e vocazioni specifiche. L’esempio del Vulture (con Venosa polo umanistico, Melfi polo scientifico e manifatturiero, Rionero polo artistico, e Lavello polo agricolo) deve far riflettere tanto gli amministratori locali che quelli regionali per garantire un’offerta didattica capace di esaltare i territori e dare possibilità di crescita e di lavoro ai suoi giovani. L’alternanza scuola-lavoro diventerebbe, questa sì, una opportunità per studenti e imprese, capace di esaltare le vocazioni territoriali e le aspirazioni dei giovani. La demografia, però, resta il vero problema a cui occorrerà dare soluzione per il futuro. Non si chiudono scuole, non si trasferisce nessuno, ma il Piano di dimensionamento scolastico sia un altro tassello per discutere in modo costruttivo –pur nelle differenze di impostazioni politiche- di lavoro, istruzione, servizi, viabilità, trasporti. Solo questo aiuterà i nostri paesi, le nostre scuole e soprattutto i nostri figli e il loro futuro.
Il Sindaco di Tursi e consigliere provinciale Salvatore Cosma, fa pervenire la sua proposta incontrando in queste ore il consigliere regionale Aurelio Pace e successivamente l’assessore regionale di riferimento Roberto Cifarelli e se necessario anche ill presidente Pittella, affinché possa giungere in consiglio regionale.
Proposta già avanzata durante la conferenza Piano Provinciale tenutasi nella sede della Provincia di Matera lo scorso 28 dicembre ed in Consiglio provinciale il giorno successivo.
“Il calo degli iscritti previsto in molti centri della nostra provincia a causa dell’ormai risaputo calo delle nascite, porterà per le iscrizioni del 2018 un sottodimensionamento dell’istituto comprensivo di Valsinni (composto dai comuni di Valsinni, Rotondella, Colobraro e San Giorgio che in totale hanno una popolazione di 5000/6000 abitanti).
La perdita di circa cinquanta iscritti portata in consiglio provinciale dalla dirigente Liuzzi è stata sollevata dal collegio docenti e consiglio di Istituto. Preso atto di tale dichiarazione e considerato che gli istituti di Montalbano (7500 abitanti) e Tursi (5000 abitanti) sono al limite del dimensionamento, sarebbe plausibile rimpinguare questi ultimi con gli alunni del comprensivo sopracitato che andrebbe, secondo i dati emersi, in sottodimensionamento già dall’anno scolastico 2018-2019.
Il compito di noi consiglieri provinciali e sindaci – prosegue Cosma – è quello non di fare campanilismo politico ma di prendere in considerazione i dati che emergono dal mondo della scuola che, sul tema, sono i diretti interessati salvaguardo il diritto allo studio e i posti di lavoro.
È evidente che compete alla Regione Basilicata prendere una decisione ottimale per tutti. In tal modo, credo che si massimizzerebbe al massimo il disagio per tutti e si rispetterebbero le indicazioni della Regione che ci invitano anche a salvaguardare gli istituti in cui sono presenti fenomeni di pluriclassi.
Sul diritto allo studio, sul benessere dei nostri bambini e ragazzi bisogna essere responsabili e cauti.
Mi auguro, pertanto, che tale proposta sia valutata e vagliata attentamente dagli organi preposti per una soluzione ottimale della questione.”