“Oggi è un giorno importante per la nostra Regione, con l’approvazione di questi due testi la Basilicata si è dotata di due strumenti fondamentali nella lotta alla criminalità e nell’educazione alla legalità, diventando di fatto una Regione virtuosa su temi tanto delicati”.
Così il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala a margine dell’approvazione delle due proposte di legge, da lui stesso illustrate, “Interventi per la valorizzazione e il riutilizzo di beni ed aziende sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata” e “Istituzione dell’Osservatorio Regionale sulla Legalità e sulla Criminalità Organizzata e di Stampo Mafioso”.
“Oggi il Consiglio regionale – ha detto – ha saputo dare un grande segnale ai lucani: lo Stato si pone come un argine sicuro contro ogni fenomeno malavitoso, soprattutto in un momento storico nel quale il tessuto sociale ed economico è stato fiaccato da una pandemia che ne ha minato le basi alla radice. Consentitemi di ringraziare l’Ufficio di Presidenza che ha voluto fortemente l’approvazione di questi due testi, i Presidenti delle Commissioni e i Commissari che hanno lavorato condividendo l’impianto normativo e tutti voi consiglieri di maggioranza e opposizione che avete sottoscritto le due proposte. Si sono gettate le basi per lavorare di concerto con tutte le istituzioni. Con le forze dell’ordine, il mondo della scuola, i rappresentanti del terzo settore, sindacati e rappresentanti datoriali, il mondo dell’informazione e tutti i cittadini lucani. Soltanto attraverso un lavoro sinergico potremo, ciascuno per la sua parte – ha continuato – contribuire a quel cambio culturale necessario a sconfiggere qualsivoglia forma di attività mafiosa”.
“La prima proposta – ha spiegato Cicala – è un progetto nato in seno alla Conferenza dei Presidenti e delle Assemblee Legislative delle Provincie Autonome, attraverso il Coordinamento delle Commissioni e degli Osservatori regionali per il contrasto della criminalità e la promozione della legalità. Si collega alla volontà di intervenire in maniera coordinata in un ambito che riveste un ruolo di primo piano nella lotta alla criminalità organizzata e che ha raggiunto negli ultimi anni una dimensione economica e finanziaria tale da rendere necessario un complesso di interventi per il recupero, la valorizzazione ed il reinserimento nel circuito civile e sociale del patrimonio oggetto di sequestro e confisca. La proposta di legge è il frutto di una fattiva collaborazione tra l’ufficio legislativo della Conferenza delle Assemblee Legislative e delle Province Autonome, il tavolo tecnico del Coordinamento delle Commissioni e degli Osservatori regionali per il contrasto della criminalità e la promozione della legalità, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e l’ANCI”.
“Per quanto riguarda la seconda – ha aggiunto – in sede di Coordinamento delle Commissioni e degli Osservatori Regionali per il Contrasto della Criminalità e la Promozione della Legalità è stata valutata l’opportunità di lavorare ad uno schema comune di proposta di legge per l’introduzione di Osservatori regionali al fine di monitorare la presenza della criminalità organizzata in ciascun territorio e promuovere iniziative di contrasto preventivo alle illegalità. L’Osservatorio è organismo di supporto della Regione in materia di contrasto e di prevenzione dei fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata, nonché di promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. Verifica, tra l’altro, l’attuazione a livello regionale della normativa statale e degli indirizzi del Parlamento con riferimento al fenomeno mafioso ed alle altre principali organizzazioni criminali; raccoglie, analizza e mette a disposizione documentazione libera da vincoli di riservatezza e/o segretezza relativa alla presenza della criminalità organizzata nel territorio regionale, fermo restando il rispetto delle norme vigenti in materia di trattamento dei dati”.
“E’ ormai maturata la convinzione, a livello sociale ed istituzionale – ha concluso – che le mafie non possano essere considerate soltanto un problema di ordine pubblico e di carattere criminale. Esse rappresentano, di più, un problema nazionale ed internazionale che coinvolge l’intero contesto sociale, dalla politica all’economia. Le infiltrazioni criminali, in settori chiave dell’economia degli Stati, la corruzione di ambienti politici e della pubblica amministrazione, costituiscono non solo un ostacolo allo sviluppo economico, ma anche un attentato alla libertà e alla dignità di ogni individuo, con una sospensione di fatto delle regole democratiche. Le mafie rappresentano un grave pericolo perché minano le basi della democrazia, del mercato e della convivenza civile. Parziale, perciò, sarebbe pensare di sconfiggerle solo sul versante repressivo. Di qui la necessità di un’azione congiunta di tutte le forze sane della società, attraverso significative iniziative di promozione sociale, di educazione e crescita culturale”.