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Il Generale Pellegrini presenta a Viggiano il libro “Noi, gli uomini di Falcone”

La presentazione del libro “Noi, gli uomini di Falcone – La guerra che ci impedirono di vincere” diventata una lezione sul ricordo, sul sapere come contrastare e protestare contro le mafie.

Il Generale Angiolo Pellegrini ha presentato il suo libro, scritto con Francesco Condoluci giornalista calabrese del Sole 24 Ore, impreziosendo il suo intervento raccontando i suoi ricordi degli anni a contrastare la mafia: dall’uccisione del Generale Dalla Chiesa agli attentati contro Falcone e Borsellino. In quei 10 anni – dal 1982 al 1992 – in cui si arrivò, lo Stato arrivò, a dire la Mafia esiste o ‘Cosa Nostra esiste’ come il pentito Buscetta per la prima volta la chiamò pubblicamente.

L’incontro organizzato dal Comune di Viggiano insieme all’Ordine degli Avvocati di Potenza e la Camera Penale Distrettuale di Basilicata si è tenuto in Piazza Coperta a Viggiano.

 

 

A prendere per prima la parola e a moderare la presentazione del libro l’Avvocato e Assessore alle Politiche Sociale e Bilancio di Viggiano Rosita Gerardi. Ricordando ciò che i Giudici Falcone e Borsellino hanno iniziato negli anni ’80 e come tutti noi dobbiamo proseguire quel percorso di legalità. “La nostra amministrazione di Viggiano, sin dal suo insediamento – ha dichiarato l’Avvocato – ha iniziato un percorso di legalità e per la legalità attraverso l’adeguamento di regolamenti ed avvisi alle leggi vigenti e attraverso una vera e propria attività di sensibilizzazione su questi temi”.

Subito dopo, gli interventi del Presidente della Camera Penale distrettuale di Basilicata Avv. Sergio Lapenna. Ponendo l’accento tra vecchio e nuovo codice in cui – a suo parere – si è perso il ruolo garantista soprattutto sulle indagini difensive. C’è sempre un velo di perplessità nelle indagini che compie un avvocato per difendere il suo assistito” dichiara il Presidente Lapenna, aggiungendo: “l’Avvocato è l’anello di congiunzione dell’indagato con la società, guai a sostituire il processo nell’aula del Tribunale con i processi mediateci che vediamo in un programma televisivo“.

“La politica del doppio-binario iniziata con l’articolo 416bis del codice penale sulle <<Associazioni di tipo mafioso anche straniere>> era doverosa in quegli anni e permetteva allo Stato di alzare una cortina contro le mafie, ora però, non deve diventare a binario unico con quelle norme estese a tutti cercando il giustizialismo a tutti i costi”.

Conclude: “il controllo della legalità da parte dell’Avvocato è sacrosanta“.

L’intervento del Consigliere dell’Ordine Avvocati Potenza Avv. Guglielmo Binetti si è soffermato sul ruolo dell’Ordine degli Avvocati e sulle riforme di cui si sta parlando in questi giorni: prescrizione e processo penale.

La lezione finale del Generale Pellegrini risulta essere la prima vera testimonianza diretta di chi ha affiancato il Giudice Giovanni Falcone e il suo pool nella lotta alla mafia siciliana. Infatti, l’allora capitano Pellegrini, dal 1981 al 1985, fu il comandante della sezione antimafia di Palermo e, come uomo di fiducia del pool, portò a compimento le più importanti indagini nei confronti di Cosa Nostra. Il libro ha l’intento di “ricostruire dall’interno, a ritmo serrato, il periodo più drammatico ed eroico della guerra a Cosa Nostra: quello che vide uno sparuto gruppo di uomini coraggiosi combattere davvero e dare una nuova speranza alla Sicilia” sostiene il Generale.

La Mafia conquistò la Sicilia negli anni ’80, in Sicilia c’era la legge della Mafia. Questa Legge venne contrastata finalmente dallo Stato con l’intervento del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, barbaramente ucciso qualche mese dopo il suo insediamento,  e dalle leggi 416 Bis e dal carcero duro del 41bis“.

“Falcone non ebbe vita facile nemmeno dopo il maxi-processo del 1986. Già prima iniziò una delegittimazione nei suoi confronti per non farlo indagare su fatti di Mafia, per fortuna non tutti agivano così e da qui nacque il Pool Antimafia che portò al maxi-processo. Poi dopo l’attentato dell’Addaura nel 1989 in cui qualcuno incolpò Falcone di aver inscenato la bomba, la situazione divenne tesa e davvero si era tutti contro tutti“. Perchè questo?  Conclude Pellegrini: “la Mafia era ricca, corrompeva i politici e fino al maxi-processo era sempre impunita. Questi 3 fattori gli permettevano di fare ciò che voleva“.

L’iniziativa si inserisce nel percorso verso il 21 marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che nel 2020 si terrà a Palermo.

Opportunità come queste, rivelano il loro valore, soltanto se trasformate nello stimolo a un impegno concreto, quotidiano, a informarsi e impegnarsi. Esse acquistano rilevanza se inserite in un percorso personale di graduale presa di coscienza del ruolo e delle responsabilità che ciascuno può assumere là dove vive e dove lavora e come ripeteva sempre Giovanni Falcone “semplicemente facendo ognuno il proprio dovere”.

Il libro, edito da Sperling & Kupfer, durante l’incontro ha venduto tutte le copie a disposizione. Per chi vorrà farne richiesta rivolgersi alla Libreria Fataghiò & Marpidò di Villa d’Agri.

 

L’intervista video al Generale Pellegrini e all’Assessore Gerardi al microfono di Francesco Petrone dell’Associzione Supertramp:

 

Tutte le altre foto (copyright Gazzetta della Val d’Agri) dell’incontro:

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