“Il labirinto di Leonardo Sinisgalli” di Biagio Russo, edito dalla Fondazione Leonardo Sinisgalli Editore, ha aperto i lavori pomeridiani che si sono svolti presso lo stand W54/X53 (Pad. Oval) del Consiglio regionale della Basilicata al Salone del libro di Torino. A dialogare con l’autore Biagio Russo, Caterina Arcangelo, Luigi Beneduci, Filippo La Porta, Mimmo Sammartino e Nicoletta Altomonte che si sono soffermati sull’artista Sinisgalli, sul suo essere poeta e interprete della realtà industriale. Realtà industriale in profondo mutamento e rapido progresso dell’Italia del boom economico. Tante e tutte interessanti le riflessioni emerse su Sinisgalli designer e pittore, critico d’arte e sublime ibridatore di scienza, arte e letteratura. “Un vero intellettuale dal peso europeo – è stato sottolineato – che ha saputo lasciare un segno indelebile nel variegato e complesso mondo culturale”.
“L’opera di Biagio Russo è fondamentale. E’ fondamentale per il ritratto che emerge dalla ricerca su Sinisgalli e per la ricostruzione di un capitolo della storia della cultura e del costume del nostro Paese”. Così il critico letterario Filippo La Porta che ha apprezzato il lavoro portato avanti con impegno dalla Fondazione Sinisgalli nel corso degli ultimi anni. A Biagio Russo bisogna riconoscere la capacità di proporci un ritratto sapiente del grande Sinisgalli, una biografia molto densa e meticolosa. “Nel lavoro di Biagio – ha affermato – si parla di bipolarismo cognitivo, una espressione felice per spiegare l’attrazione del poeta ingegnere verso la cultura umanistica e la scienza e questo ne fa un unicum nel panorama novecentesco. E’ bene ricordare a tutti noi che lui non era un letterato che si appassionava alla scienza come Calvino ma era uno scienziato e questo era ed è il suo punto di forza. Infatti, poteva finire tra i Ragazzi di via Panisperna, il gruppo di scienziati italiani quasi tutti molto giovani, con a capo Enrico Fermi. E questo ne fa un unicum nel panorama novecentesco”. La Porta si è poi soffermato sull’attrazione di Sinisgalli, negli anni della sua giovinezza, nei confronti di Agnese De Donato, titolare di una libreria e animatrice culturale nonché fondatrice della prima rivista femminista in Italia, in quel “meraviglioso e dolce periodo prima della rivoluzione degli anni ‘60”.
“L’opera – ha spiegato Biagio Russo – si compone di due tomi, il primo è una raccolta di saggi e articoli, che per fotogrammi esplorano argomenti poco conosciuti di Sinisgalli, lungo un arco temporale che inizia con la formazione scolastica e chiude con l’amore per il disegno. Il secondo è il frutto di una lunga ricerca certosina su tutto ciò che ha segnato la vita e l’opera di Sinisgalli che ha prodotto oltre a una cronologia di eventi biografici, raccontati anche per immagini, diciannove indici bibliografici riguardanti, in modo particolare, le opere in volume di Sinisgalli, gli articoli su quotidiani e periodici, i documenti audio-video e la critica. Sinisgalli è stato un uomo d’industria, un uomo concreto e possiamo dire oggi che è un personaggio classico perché non ha tempo. E’ stato un personaggio a colori, perché luminoso e anche per queste ragioni è importante portarlo nelle scuole”. L’autore ha poi raccontato alcuni aspetti poco conosciuti di Sinisgalli e alcuni aneddoti destando la curiosità e l’interesse dell’intera platea.
“Abbiamo il piacere di presentare oggi pomeriggio un’opera importante, quella di Biagio Russo ‘Il Labirinto di Leonardo Sinisgalli’. Un lavoro che si colloca nell’ambito di un impegno che la Fondazione sta portando avanti da tempo e che ha consentito di far ritornare Sinisgalli nelle librerie dopo 40 anni di oblio”. Lo ha affermato Mimmo Sammartino, presidente della Fondazione Sinisgalli nel suo intervento, sottolineando che il libro di Biagio Russo “inquadra la figura di questo intellettuale di origini lucane anche attraverso opere inedite, definendo il suo lavoro anche dal punto di vista geografico. C’è un perimetro compreso tra Montemurro, Caserta, Benevento, Roma, Milano. Montemurro è il luogo dell’infanzia, l’infanzia mitizzata, Caserta e Benevento è il luogo dell’adolescenza e degli studi, con il collegio dove vive anche una condizione di disagio e solitudine, ma è anche il periodo in cui scopre i suoi talenti, è qui che il genio inizia a covare. Roma, invece, è la città della crisi ma è anche il luogo dell’innamoramento per gli studi matematici e dell’incrocio con il mondo dei poeti e dei pittori. Milano è il luogo delle esperienze umane e professionali, in cui si intersecano le seduzioni della poesia e della tecnica. In tutto questo perimetro c’è un elemento che è sotteso che è il momento del distacco dalla casa, dalla famiglia, avvenuto per motivi di studio, che lui vive come un momento lacerante di sradicamento. Sinisgalli dice, a tal proposito, ‘Io dico qualche volta che sono morto a nove anni’. Probabilmente in questa complessità possiamo ritrovare anche l’origine della poliedricità di Sinisgalli che tiene insieme il tema della cultura umanistica e quella scientifica. Nota la sua consapevolezza di avere due teste e due cervelli come certi draghi. Il tema dell’unità delle due culture nasce probabilmente anche da qui. Il lavoro di Russo tiene insieme in maniera fantastica questi due elementi”.
“Tanti gli elementi di grande interesse in questo doppio volume di Biagio Russo”. Così il direttore della Fondazione Sinisgalli, Luigi Beneduci il quale si è soffermato sull’andamento narrativo utilizzato da Biagio Russo il quale scrive un insieme di saggi che può essere letto come un romanzo. Ha una naturale e persuasiva capacità affabulatoria. E’ una dote personale ma anche una scelta stilistica che unisce la precisione documentaria ma anche l’aspetto saggistico e l’aspetto quasi di ricerca. Insegue le tracce lasciate da Sinisgalli e attraverso questi elementi riesce a costruire un discorso quasi giallistico per ritrovare il bandolo in questo labirinto di Sinisgalli. Un piccolo miracolo quello compiuto da Biagio che ci regala una narrazione alla portata di tutti”.
“Sinisgalli è un personaggio leonardesco, di una complessità poliedrica che si dovrebbe far conoscere nelle scuole. Un lavoro, quello di Biagio Russo, che permette anche ai giovani di comprendere che si può stare su doppi binari, quello umanistico e quello scientifico e che è possibile come ha fatto Sinisgalli abbracciare discipline intercambiabili, discipline che si possono mettere in relazione, mescolare e far dialogare. Il Labirinto è una operazione magistrale perché permette di ricostruire e di entrare in questo labirinto sinisgalliano per cogliere tutte le sfumature di un personaggio a tutto tondo.”. Lo ha detto Caterina Arcangelo, presidente del Cisle (Centro internazionale di studi sulle letterature europee).
“Sono orgoglioso di rappresentare tutti i lucani, un grazie all’autore che ci ha aiutato a comprendere meglio questo poliedrico e illustre personaggio della Basilicata. Il poeta ingegnere una figura modernissima che non ha mai inseguito esclusivamente un’unica vocazione ma che ha sperimentato con grande talento interessanti contaminazioni”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala, che ha ringraziato anche la Fondazione per la fertile attività messa in campo sinora. Sono intervenuti poi il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese e l’assessore della Provincia di Potenza, Antonio Rizzo.
Al termine dell’evento, il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata Cicala ha consegnato una targa in memoria di Pippo Bellone, presidente dell’associazione culturale e casa editrice Lilit Books, scomparso recentemente. Ha ritirato la targa Marilina Giannatelli che al suo rientro in Basilicata la consegnerà alla famiglia dell’editore di Montescaglioso.