Passeggi per le vie di Matera, il giorno più lungo della città, per via della sua incoronazione a Capitale Europea della cultura e rischi di incontrare celebrità di ogni ordine e grado. Ti imbatti in codazzi di omoni muscolosi che con fare guardingo circondano una persona che già nel suo incedere del passo ti fa capire di essere prestato al ruolo tanto complicato quanto autorevole come quello del primo ministro.
Ed hai conferma quando, tra le ali di una folla – li per turismo ed anche per consentire il passaggio ad una persona che va protetta per via del delicato ruolo che svolge – si allungano tante mani per salutarlo, lui si gira quando sente la voce tanto orgogliosa quanto referente che lo chiama: Professore! E lui senza esitare ed a dimostrazione che la sua vita professionale la sta mettendo a disposizione dell’Italia, si gira, va verso la bellissima signora che lo ha chiamato, lì come uno di famiglia la saluta, e pur non vedendola da circa un anno si ricorda che ella è la mamma di una sua allieva laureatasi appena un attimo prima che lui lasciasse la docenza universitaria per servire la patria.
E non solo, ha anche il tempo, la memoria e la lucidità di chiedere del divenire della vita della sua allieva, di sapere che nel frattempo, dopo aver conseguito brillantemente la laurea in Giurisprudenza, si è sposata. Immaginate voi tra tanti discenti come fa un Professore a tenere a mente i loro volti, ed addirittura per il tramite del viso della Mamma che è ovvio immaginare lo abbia visto solo il giorno della discussione della tesi.
E’ la dimostrazione che Giuseppe Conte è un accademico di spessore tanto da essere chiamato a guidare il paese con la speranza di riportarlo ai fasti di quando era tra le cinque potenze industriali del mondo. Potrebbe sembrare vanità, orgoglio di mamma, di amico o di piaggeria spicciola, che pure ci sta tutta; invece vi posso assicurare che in ciò va solo visto e letto un unico messaggio: Conte è una persona che forse, lì, in quella fossa di leoni, stà stretto.
E la colpa della politica tradizionale, dei grandi poilitici tradizionali, è stata quella di non aver saputo stanare prima, elementi validi che “scorrazzano” negli atenei Italiani a dare l’anima per formare classi dirigenti capaci di tirare il carretto per evitare la debacle della nazione. Vederlo poi in giro per Matera, nella città che da quest’anno rappresenta tutta la Basilicata diventa orgoglio di tutti, anche ovviamente al netto delle proprie convizioni ed ideali politici. Il ruolo istituzionale è tale da importi di smettere i panni del politico e di indossare la livrea di chi deve governare una Nazione, ed andagonisti di Conte si fa fatica a trovarne nell’ambito di chi ha sommato i consensi di rappresentanza per sedere sugli scranni alti del parlamento. Consentitemela questa vanità, e perdonatemi se sembra piaggeria, ma sapere di avere tra noi gente che ha assorbito scienza da chi sta così in alto nella guida di un popolo è bello, e di questa bellezza vi volevo rendere partecipi.
Gianfranco Massaro – Agos