Ci troviamo costretti, per l’ennesima volta, a denunciare la mancanza di comunicazione fra la TotalEnergies, i lavoratori e le parti sociali. Nel panorama aziendale odierno, le dinamiche tra la dirigenza e i dipendenti sono fondamentali per il successo e la sostenibilità di qualsiasi organizzazione. Tuttavia, ci sono momenti in cui l’atteggiamento della società verso i lavoratori può diventare particolarmente delicato, mettendo in luce tensioni e problematiche che necessitano di attenzione e risoluzione immediata.
L’esempio emblematico è dato dagli ultimi trasferimenti di sede del personale di Taranto e di Guardia Perticara verso gli uffici di Milano, cui seguiranno a breve i lavoratori della sede di Potenza, ai quali, a seguito di insistenti rumors, è stato verbalmente annunciato che a far data dal primo gennaio 2025, la sede del capoluogo di regione sarà definitivamente chiusa ed essi trasferiti presso gli uffici di Guardia Perticara. La decisione, che porta con sé inevitabili disagi logistici ed economici per i lavoratori interessati, è stata comunicata senza una preventiva consultazione con i lavoratori stessi, né con i sindacati.
Ci preme precisare come la sede di Potenza, quale ufficio di rappresentanza, non ha una collocazione casuale, in quanto rappresenta un presidio storico (2004) di TotalEnergies in Basilicata ed è stata da sempre, ancora prima della costruzione del centro olio, l’interfaccia tecnica e di comunicazione con le istituzioni, i cui presidi sono collocati proprio in città. Basti pensare che l’ufficio in questione ha svolto un ruolo centrale per la definizione e l’attuazione, ad oggi in corso, degli accordi più importanti del gruppo con le Istituzioni lucane e rappresenta pertanto il fulcro delle interazioni con le istituzioni regionali e ministeriali.
Dall’analisi di tale politica di trasferimento dei lavoratori, non si esclude che, quanto già accaduto per i dipendenti di Taranto e di Guardia Perticara, trasferiti al Nord, possa nel breve termine riguardare anche ulteriore personale con l’unico obiettivo di potenziare la sede di Milano a svantaggio del territorio lucano, fonte della gran parte del reddito TotalEnergies in Italia.
Non solo trasferimenti per i dipendenti TotalEnergies ma anche mancato rinnovo di contratto ai danni di una lavoratrice. Sembrerebbe che la lavoratrice in questione, in possesso di tutti i requisiti, sia stata considerata non idonea dopo un anno di formazione principalmente teorica e proseguita direttamente sul campo, con formatori che non parlano la lingua italiana, tale per cui diventa difficile valutare le effettive competenze acquisite. Tuttavia, la donna, con figli a carico, senza ottenere spiegazioni plausibili è in procinto di perdere il suo posto di lavoro.
Lo stesso dicasi per il lavoro in smart working, dove l’azienda stessa ha modificato unilateralmente gli accordi, esigendo la firma di un accordo individuale (totalmente al di fuori delle più elementari regole di rapporto azienda/sindacato) e – a seguito di firma – annullandolo unilateralmente ad alcuni lavoratori, senza alcuna giustificazione o chiarimento in merito. Tutto ciò contrasta fortemente con la politica della casa madre definita “Better together” che enfatizza l’importanza della cura dei lavoratori, di un luogo di lavoro piacevole e di rapporti interpersonali inclusivi e trasparenti.
L’interpretazione bonaria di questo incredibile atteggiamento irrispettoso e, comunque espressione di maleducazione – per non usare definizioni più appropriate – è, che L’azienda evidentemente conferisce alle iniziative succitate un valore puramente cosmetico. Che dire: la nostra ingenuità stava nel fatto di pensare che ci fosse (da parte della società) la reale volontà di affrontare collegialmente le varie problematiche. Ma, con la brusca ed inaspettata delusione, è arrivata quantomeno la certezza di conoscere con chi si ha a che fare. Atteggiamenti di questo genere, certo non sono adatti a ripristinare la fiducia dei lavoratori nell‘operato dell’azienda. E questo ci amareggia doppiamente.
Segreterie regionali ed Rsu Filctem Cgil – Femca Cisl – Uiltec