Oramai è chiaro, il periodo che stiamo vivendo è forse il più duro dalla fine della seconda guerra mondiale. I numeri dell’emergenza sanitaria purtroppo confermano questa prospettiva, anche se sarà la Storia ad esprimere un giudizio definitivo.
Al netto di questo, il Covid-19, ha costretto il mondo a rimettere in discussione le gerarchie valoriali, politiche ed economiche che fino ad un mese fa venivano idolatrate dai sistemi di potere dominanti.
Il Virus, oltre ad uccidere tragicamente migliaia di persone, ha anche ucciso un modello culturale-economico che sembrava praticamente indistruttibile: il mito del “Self Made Man” e del “Sogno Americano”.
L’opinione pubblica mondiale, negli ultimi quattro decenni almeno, è stata bombardata quotidinamente da messaggi devianti: si asseriva convintamente (qualcuno lo pensa ancora adesso) che l’unico modo per avere successo nella vita fosse quello di accumulare quanto più denaro e oggetti materiali possibili, questo a scapito di qualsiasi elementare legge di tutela della convivenza civile e soprattutto della tenuta del nostro ecosistema.
Il liberismo piano piano ha conquistato anche implicitamente le nostre menti: perfino le avanguardie culturali e politiche che sembravano impermeabili in una prima fase, si sono perlopiù fatte ammaliare da questa tentazione diabolica dell’ “Apparire ad Ogni costo”, dall’idea che il riscatto sociale potesse essere interpretato soltanto come un mero strumento individuale di prevaricazione nei confronti degli altri e non come un sogno collettivo di cambiamento.
Nel momento in cui l’epoca delle grandi contrapposizioni Politiche ed ideologiche andava spegnendosi, il pensiero unico del conformismo guidato dai proseliti interessati del “There’s no alternative Thatcheriano” e dal “Reaganomics” a Stelle e Strisce, aveva ormai impresso il suo marchio indelebile sull’economia mondiale.
Per quanto riguarda la cronaca degli ultimi vent’anni, non serve ulteriore approfondimento, oramai è chiaro a tutti come sono andate le cose.
Veniamo all’oggi.
La sconvolgente realtà di questi giorni è la seguente: il Virus sembra aver punito l’uomo per la sua incapacità di costruire un modello di sviluppo alternativo all’autodistruzione turbo-capitalista.
Il Covid-19, con il suo carico di dolore, morte e sofferenza, sta consegnando un messaggio molto chiaro a tutta l’Umanità: Non è il pianeta a doversi adattare ai ritmi produttivi dettati dalle esigenze di profitto dell’Uomo. E’ l’ Uomo che deve imparare a rispettare i ritmi naturali dell’intero ecosistema.
La sfida che abbiamo di fronte a noi è di portata siderale: accettare di modellare le esigenze produttive tenendo conto dei ritmi naturali del Pianeta Terra oppure abituarci alla Pandemia permanente.
Ecco, la conclusione abbastanza elementare che possiamo trarre è la seguente:
creare l’alternativa al Liberismo non è più un’opzione politica di qualche sfigato nostalgico di Sinistra, l’alternativa al Liberismo diventa l’unico strumento che abbiamo per garantire la sopravvivenza della nostra specie.
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