Il divario tra chi può permettersi di accedere ai consumi culturali e chi ne è escluso continua ad allargarsi. È quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Osservatorio sui Consumi Culturali degli Italiani, realizzata da Impresa Cultura Italia-Confcommercio con il supporto di SWG. Tra i fattori che condizionano il livello di consumo, ci sono l’insoddisfazione rispetto all’offerta culturale in alcune aree del paese, come il Sud e le Isole, e l’età dei partecipanti agli eventi; infatti i giovani (18-34 anni) prediligono le attività all’aperto mentre la popolazione più anziana si orienta verso attività culturali più tradizionali. L’Osservatorio evidenzia una tendenza già emersa nel 2023: nonostante una diminuzione del numero complessivo di consumatori, la spesa media per attività culturali è aumentata, configurando la cultura sempre più come un bene di lusso. Tra i fattori che incidono sui consumi ci sono l’insoddisfazione per l’offerta culturale, specialmente nel Sud e nelle Isole, e la divisione generazionale: i giovani tra 18 e 34 anni preferiscono attività all’aperto, mentre le fasce più anziane si orientano verso attività culturali tradizionali. Il rapporto indica un andamento ambivalente per quanto riguarda i consumi culturali nel 2024. Alcune attività, come l’ascolto di musica, non comportano una spesa significativa per la maggioranza dei consumatori (71%), mentre altre, come il cinema, richiedono una spesa obbligatoria: solo l’11% degli intervistati ha scelto di non vedere film a pagamento. La spesa media per attività culturali come musica, cinema e lettura continua ad aumentare. Dal 2021 al 2024, la lettura di libri cartacei è cresciuta dal 69% al 75%, mentre la lettura dei quotidiani è in calo. L’Osservatorio mette poi in luce un divario generazionale nei comportamenti di consumo. Gli over 55 preferiscono attività come balletto e opera, mentre i più giovani si orientano verso musei ed eventi all’aperto, spesso con la partecipazione di personaggi noti della cultura. Questi dati suggeriscono che l’offerta culturale deve essere adattata ai diversi target demografici. Un altro dato interessante riguarda la crescente popolarità dei Weekend Culturali, particolarmente apprezzati nel Sud Italia. Circa un italiano su tre considera allettante l’idea di regalare o ricevere in dono un weekend dedicato alla cultura, con un’attrazione particolare per le esperienze che coniugano natura e cultura. Tra le principali barriere alla partecipazione agli eventi culturali, i costi sono il fattore più citato, soprattutto nel Sud e nelle Isole, dove l’offerta culturale è spesso limitata. Nel Nord-Ovest, solo il 12% degli intervistati ha indicato i costi come ostacolo, rispetto al 29% del Sud. Infine, l’offerta culturale è valutata positivamente nelle città in cui è presente, con un leggero calo di gradimento rispetto al 2023. Tuttavia, i festival letterari e gli eventi all’aperto continuano a rappresentare un forte attrattore, incentivando il turismo locale e contribuendo all’economia del territorio.
“I dati del nostro Osservatorio mettono in luce l’importanza di promuovere politiche che favoriscano l’accesso alla cultura e misure come la detrazione delle spese legate ai consumi culturali – sottolinea Carlo Fontana, Presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio -. Come abbiamo più volte sostenuto, l’introduzione di una detrazione di questo tipo non solo incentiverebbe la partecipazione culturale, restituendo parte dei costi sostenuti, ma consentirebbe di recuperare una platea di consumatori con minori capacità di spesa, con l’effetto di rafforzare la stessa filiera culturale e creativa e sostenere così lo sviluppo economico e sociale delle comunità. Occorre ridurre la forbice tra Nord e Sud – conclude Fontana – dove le disparità sono particolarmente evidenti sia nella spesa per la cultura che nell’offerta stessa che per essere percepita di valore, deve essere “su misura” e considerare gli interessi che cambiano tra le diverse generazioni”.