Società e Cultura

In Basilicata quasi un terzo delle famiglie è costituto da un solo componente

Oltre il 30% dei nuclei familiari è unipersonale, e il 60% raggiunge le due persone

Secondo l’Annuario Statistico Istat 2018, infatti, delle circa 241mila famiglie lucane ben il 32,5% è formato da una sola persona, a fronte del 26,7 con 2 persone, del 19,1 con 3, del 16% con 4 familiari e appena il 5,7 da più di 5 componenti. In buona sostanza, il 60% delle famiglie lucane non va oltre i 2 componenti. Nei due capoluoghi lucani va leggermente meglio, ma in ogni caso la metà delle famiglie, anche qui, è composta da nuclei familiari con non più di 2 persone. Nel dettaglio, a Potenza (dati italiaindettaglio.it) ci sono 21652 famiglie, delle quali un quarto sono rappresentate da single, mentre un altro quarto è formato da una coppia di persone. Il 21% delle famiglie potentine è costituito da 3 componenti e il 20 da 4. A Matera, invece, le famiglie censite sono 20651, delle quali il 23% unipersonali, il 25 con 2 componenti e, a scalare, il 21 con 3 persone, il 23 con 4 e il 6,6% con più di 5 persone.

La situazione lucana, però, non costituisce un’anomalia nel quadro italiano, dove, negli ultimi decenni si è registrato un processo di semplificazione delle strutture familiari con una crescita del numero dei nuclei alla quale è corrisposta una progressiva riduzione della dimensione familiare. C’è stato, in pratica, un aumento delle famiglie unipersonali e, conseguentemente, una contrazione di quelle numerose. Nel volgere di 20 anni le famiglie italiane sono passate da 21 a 25 milioni e 500mila. Tuttavia, a fronte di una crescita del numero di famiglie, il numero medio di componenti per famiglia è sceso da 2,7 a 2,4. Anche in Basilicata, dal 2012 al 2018, si è assistito ad un aumento del numero di famiglie, passate da 233mila a 241mila, ma, contemporaneamente, anche ad una contrazione del numero medio di componenti. A livello nazionale sono aumentate le famiglie unipersonali: dal 20,8 al 31,9% in 20 anni.

Le famiglie numerose, vale a dire quelle con 5 o più componenti, hanno mostrato, sempre in Italia, un sensibile calo passando dal 7,9 al 5,3%. Nella nostra regione, come detto, una famiglia su tre è costituita da una sola persona. Ciò è conseguenza di profonde trasformazioni demografiche e sociali, come la riduzione delle nascite, l’accelerazione del processo di invecchiamento della popolazione, l’aumento di separazioni e divorzi e i nuovi scenari migratori. E se fino a qualche tempo fa le regioni del Sud riuscivano a conservare standard importanti per ciò che concerne il numero medio di componenti per famiglia, oggi quello standard, pur restando il più elevato, diminuisce gradualmente, conformandosi al trend nazionale. Cosa fare, dunque, per attenuare questa tendenza? Facile: bisognerebbe fare più figli, ma, oggi come oggi, costa. E, senza lavoro o con impieghi precari o saltuari, le famiglie stentano a decollare. E’ pur vero, però, che anche la vita da single non è sempre agevole, e, soprattutto, in taluni casi risulta essere anche più cara. Chi amministra, quindi, dovrebbe cominciare a ragionare su politiche di welfare più appropriate a questa nuova struttura familiare della società. Sia per incoraggiare e sostenere le ormai sempre più rare famiglie numerose esistenti, che per dare manforte a quelle unipersonali o similari.

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