Sono circa due mesi che quattro lavoratori attualmente occupati in Eletecno che da anni svolgono le proprie attività nei servizi di manutenzione, impianti di condizionamento, sanificazione e sistemi di distribuzione nell’area di Viggiano, non hanno le risposte alle giuste rivendicazioni.
Rivendicazioni che non sono nel solco di un incremento salariale ma semplicemente nel rispetto di quanto concordato con Eni e Regione Basilicata all’interno del rinnovato Patto di sito.
Quattro lavoratori ai quali, a seguito dell’aggiudicazione della gara a una nuova società, non viene riconosciuto ancora oggi il diritto al lavoro a causa delle gravi inadempienze delle società coinvolte nell’appalto e dunque da Eni.
Tra Eletecno, società uscente, e Sagest, società subentrante, assistiamo a un rimbalzo di responsabilità che in alcuni casi possono essere definiti veri e propri “accanimenti” sulle persone. Le nuove regole del Patto di sito avrebbero dovuto chiarire le ombrosità del passato e invece ancora una volta gli errori “di qualcuno” sono pagati dai nostri lavoratori.
Una formula che respingiamo al mittente e a coloro i quali hanno determinato questo pantano.
Si è toccato il fondo da parte della Sagest anche relativamente ad alcune affermazioni legate alle professionalità dei lavoratori coinvolti, che ricordiamo da oltre vent’anni esplicano le suddette attività. Una vergogna senza fine.
Riteniamo altrettanto grave, inoltre, che mentre si discute del cambio di appalto “fermo” da oltre due mesi a causa delle inadempienze di costoro, i nostri lavoratori sono costretti a rimanere a casa in ferie forzate o andare in giro per l’Italia al fine di preservare un pezzo di lavoro, nonostante le attività da esplicare all’interno della suddetta commessa.
Oggi, mentre da un lato la Sagest ci aveva comunicato le difficoltà ad essere autorizzati all’accesso all’interno del Centro Oli al fine dello svolgimento delle suddette attività, apprendiamo dall’altro lato, con stupore – non tanto – che le attività sono riprese, ovviamente dalla Sagest, e le stesse sono esplicate da lavoratori non coinvolti dal cambio di appalto, non lucani e addirittura in apprendistato. E poi ci vengono a parlare di professionalità.
Riteniamo una pericolosa violazione da parte dell’Eni aver consentito alla Sagest, aggiudicataria dell’appalto in oggetto, in costanza del cambio di appalto, di operare nel Centro Oli di Viggiano con lavoratori estranei a quelli interessati dal Patto di sito, mentre i lavoratori che avrebbero dovuto svolgere le stesse sono nel limbo.
Un bel paradigma che fotografa ormai il declino di ogni cosa all’interno del Centro Oli di Viggiano. Cara Eni, il lucani sono un popolo laborioso e per bene ma occhio che la pazienza è finita.
Aspettiamo notizie nuove entro le prossime ore e nel frattempo dichiariamo lo stato di agitazione non solo dei quattro lavoratori della Sagest ma di tutti i lavoratori del Centro Oli di Viggiano.
Si chiede pertanto a Confindustria di convocare urgentemente il tavolo di confronto con tutte le parti al fine di far chiarezza sulla situazione. Non c’è più tempo.
FIM FIOM UILM