Cosa è il Coronavirus 2019-nCoV
I coronavirus sono una vasta famiglia di virus respiratori che possono causare malattie che vanno dal comune raffreddore, alla sindrome respiratoria medio-orientale (MERS) e alla sindrome respiratoria acuta grave (SARS). Sono chiamati così perché presentano in superficie delle punte a firma di corona. Sono virus che possono colpire gli animali come cammelli e pipistrelli e possono, mutando le proprie caratteristiche, infettare anche l’uomo. I coronavirus umani conosciuti sono sette e tra questi si annovera anche il Nuovo Coronavirus, identificato con la sigla 2019-nCoV, dove 2019 fa riferimento all’anno in cui è stato individuato il primo focolaio causato da questo nuovo ceppo virale. Infatti, il focolaio di polmonite ad esso associato è stato identificato in Cina centrale il 31/12/2019 nella città di Wuahn, tra l’altro importante hub per il trasporto di merci e persone, sia nazionale che internazionale.
Epidemiologia
I casi registrati in occasione del primo focolaio descritto sono stati collegati epidemiologicamente al Wuhan’s South China Seafood City market che è un mercato all’ingrosso di pesce ed animali vivi. Il 9 gennaio 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno identificato l’agente causale, il coronavirus appunto. Il virus, inizialmente trasmesso all’uomo dagli animali, ha successivamente subito mutazioni genetiche che hanno permesso la trasmissione interumana la quale, a partire dal 24 gennaio u.s., è stata ampiamente dimostrata sia a Wuhan, sia in altre aree della Cina ed a livello internazionale. Resta, ad oggi, da individuare quale animale sia stato responsabile dei primi casi e con quale modalità il virus è stato trasmesso all’uomo. Si ricorda che il Coronavirus responsabile della SARS fu trasmesso dagli zibetti all’uomo, mentre quello della MERS fu trasmesso all’uomo dai dromedari. Molti sono i ceppi di Coronavirus che colpiscono gli animali e che non si trasmettono all’uomo. La modalità di trasmissione interumana segue le medesima modalità del virus influenzale, vale a dire attraverso le secrezioni delle alte vie aeree. Il periodo di 8ncubazione può durare fino a 14 giorni. La trasmissione può, pertanto, realizzarsi con un contatto ravvicinato per cui si è esposti a starnuti, colpi di tosse, ecc. , oppure a seguito di contaminazione indiretta delle mani che successivamente, portate alla bocca, sono responsabili della trasmissione del virus.
Alla data del 26/1/2020 l’OMS riporta che sono stati notificati complessivamente 2104 casi confermati in laboratorio di infezione da 2019-nCoV, e 56 decessi (con tasso di letalità di circa il 2,7%)
I casi associati a viaggi nella città di Wuhan sono stati notificati in Thailandia, Giappone, Corea del Sud, Hong Kong, Macau, Taiwan, Singapore, Vietnam e negli Stati Uniti e Francia.
Il tasso di riproduzione, che identifica quanti nuovi casi di infezione sono associati ad ogni caso individuato, oscilla tra l’1,4 ed il 2,5.
Sintomi
Per i casi fino ad ora individuati, i principali segni e sintomi clinici sono rappresentati da febbre, difficoltà respiratorie e un quadro radiologico di infiltrati polmonari bilaterali (polmonite bilaterale). Ancora non si conosce molto sul virus e sulla sua epidemiologia per trarre conclusioni definitive anche sulle caratteristiche cliniche complete della malattia.
Profilassi e precauzioni per controllare la diffusione del virus
Per la popolazione generale le raccomandazioni standard dell’OMS per ridurre l’esposizione e la trasmissione sono quelle di seguito riportate:
* Pulire frequentemente le mani lavandole con acqua e sapone o utilizzando un detergente a base di alcool (normali preparati di soluzione idroalcolica in vendita anche in negozi e supermercati);
* Quando si tossisce e si starnutisce, coprire la bocca e il naso con il gomito o, meglio ancora, con un fazzoletto monouso avendo cura di smaltirlo subito e correttamente e procedendo all’immediata igiene delle mani così come descritto al punto precedente;
* Evitare il contatto ravvicinato con chiunque abbia la febbre e la tosse;
* Se si ha febbre, tosse e difficoltà respiratorie, rivolgersi al medico tempestivamente fornendo tutte le informazioni relative ad una eventuale storia di viaggio precedente;
* Quando si visitano mercati in aree che attualmente presentano casi di nuovo coronavirus, evitare il contatto diretto non protetto con animali vivi e superfici a contatto con animali;
* Il consumo di prodotti animali crudi o poco cotti dovrebbe essere evitato. Carne cruda, latte o organi animali devono essere maneggiati con cura, per evitare la contaminazione incrociata con cibi crudi, come da buone pratiche di sicurezza alimentare.
Comunque, sul sito dell’OMS (https://www.who.int/) sono disponibili tutte le informazioni scientifiche e tecniche utili in merito al 2019-nCoV.
Misure sanitarie connesse al traffico
Per i viaggiatori internazionali, in caso di sintomi indicativi di malattia respiratoria acuta prima, durante o dopo il viaggio, nelle aree attualmente sedi di focolai epidemici, i viaggiatori devono rivolgersi al proprio medico fornendo tutte le necessarie informazioni utili a individuare la catena epidemiologica.
Le autorità sanitarie pubbliche devono fornire ai viaggiatori informazioni per ridurre il rischio generale di infezioni respiratorie acute, sia tramite gli operatori sanitari, sia attraverso gli uffici di sanità marittima ed aerea soprattutto, sia attraverso un’adeguata campagna di sensibilizzazione avvalendosi anche dei media e della carta stampata. Importante il coinvolgimento di agenzie di viaggio e compagnie aeree.
I controlli da eseguire nei confronti dei viaggiatori in uscita dai Paesi sedi di focolai epidemici, sono:
* Effettuare lo screening di uscita negli aeroporti e porti internazionali nelle aree interessate, con l’obiettivo di individuare tempestivamente i viaggiatori sintomatici per ulteriori valutazioni e trattamenti, evitando così l’esportazione della malattia.
* Lo screening di uscita include il controllo di segni e sintomi (febbre superiore a 38 ° e tosse), intervista di passeggeri con sintomi di infezione respiratoria che escono dalle aree interessate in merito alla potenziale esposizione a contatti ad alto rischio o alla presunta fonte animale, indirizzando i viaggiatori sintomatici a ulteriore visita medica, seguita da test per 2019-nCoV e mantenimento dei casi confermati in isolamento e trattamento.
* Incoraggiare lo screening negli aeroporti nazionali, nelle stazioni ferroviarie e nelle stazioni degli autobus a lunga percorrenza, se necessario.
* I viaggiatori che hanno avuto contatti con casi confermati o esposizione diretta a potenziali fonti di infezione devono essere sottoposti a osservazione medica. I contatti ad alto rischio dovrebbero evitare i viaggi per la durata del periodo di incubazione (fino a 14 giorni).
* Attuare campagne di informazione sanitaria nei punti di ingresso per aumentare la consapevolezza della riduzione del rischio generale di infezioni respiratorie acute e delle misure richieste, qualora un viaggiatore sviluppi segni e sintomi indicativi di infezione con il 2019-nCoV e come ottenere assistenza.
I controlli da eseguire nei confronti dei viaggiatori in entrata nei Paesi dove non sono stati segnalati casi sono:
* Le prove dimostrano che lo screening della temperatura per rilevare potenziali casi sospetti all’ingresso può non far individuare coloro che sono nel periodo di incubazione della malattia. Il rischio di importazione della malattia può essere ridotto se lo screening della temperatura all’ingresso è associato alla diagnosi precoce dei passeggeri sintomatici e alla loro segnalazione per un follow-up medico.
* Lo screening della temperatura deve essere sempre accompagnato dalla diffusione di messaggi di comunicazione del rischio nei punti di entrata. Questo può essere fatto attraverso poster, volantini, bollettino elettronico, ecc. con l’obiettivo di sensibilizzare i viaggiatori sui segni e sintomi della malattia e incoraggiarli a rivolgersi al medico in caso di sintomi sospetti.
* Importante implementare la raccolta e l’analisi dei dati, come ad es. numeri di viaggiatori sottoposti a screening e casi confermati.
* Le autorità sanitarie pubbliche dovrebbero rafforzare la collaborazione con gli operatori delle compagnie aeree per la gestione dei casi a bordo degli aeromobili e per la segnalazione, qualora venga rilevato un viaggiatore con sintomi di malattie respiratorie, conformemente alla guida IATA dell’equipaggio di cabina per gestire la sospetta malattia trasmissibile a bordo di un aeromobile.
L’OMS sconsiglia l’applicazione di eventuali restrizioni al traffico internazionale in base alle informazioni attualmente disponibili su questo evento.
Vaccino e vaccinazione
Essendo il 2019 n-Cov un ceppo di recentissima individuazione, non è disponibile attualmente alcun vaccino. Questo potrà però essere approntato nel giro di 3/4 mesi ed essere utilizzato su larga scala per i soggetti a rischio, qualora fosse necessario.
Dott. Bruno Masino