Pregiatissimo Assessore, illustri rappresentanti delle Istituzioni, dei Sindacati e delle Associazioni Sindacali, egregi Sindaci, scriviamo questa lettera per porre alla vostra attenzione una questione che, a nostro modo di vedere, si sta sottovalutando.
Siamo anche noi dei ragazzi, siamo esseri umani, abbiamo famiglie e affetti proprio come i ragazzi esclusi, ed abbiamo studiato con sacrificio lontano da casa perché in una terra in cui mancano le infrastrutture, anche studiare a Potenza -per chi viene dall’entroterra lucano- vuol dire vivere sin dalla più tenera età fuori sede.
Ma non siamo solo questo, siamo anche dei giovani lavoratori che hanno acquisito esperienza lavorativa per lungo tempo a Tempa Rossa e altrove, e continuiamo a sacrificarci con dei lavori precari o al limite della vessazione, oppure siamo disoccupati.
Non avevamo il diritto di partecipare alla selezione? Non siamo forse anche noi figli di questa terra? Non rientriamo anche noi tra quei giovani che secondo il “Protocollo Tempa Rossa per la Trasparenza e per la Valorizzazione dell’occupazione e dello Sviluppo” del 25 novembre 2019, asse 5, lettera a), dovrebbero essere valorizzati o riqualificati o formati?
Siete stati voi stessi, in quel Protocollo, ad esprimere la volontà di una massima apertura nei confronti dei giovani lavoratori e studenti lucani, e vi citiamo testualmente per il predetto punto a) dell’asse 5:
“(TOTAL, si impegna: ) ad avviare con tutte le parti negoziali, iniziative di politiche attive per sostenere le professionalità, anche dell’indotto, attraverso l’implementazione della banca dati già esistente per il personale delle ditte appaltatrici operanti nel sito con cui favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoratori coinvolti nelle attività; a creare apposita finestra nella banca dati di cui sopra, aperta a coloro i quali, raggiunti elevati standard scolastici e di formazione, possono iscriversi e partecipare a eventuali opportunità di inserimento lavorativo”.
Abbiamo capito male? Ci state dicendo che abbiamo studiato e lavorato invano?
Abbiamo superato con successo una selezione suddivisa in più fasi in cui abbiamo dovuto lavorare singolarmente ma anche congiuntamente: il ché dimostra che il valore della somma dei componenti insieme è probabilmente maggiore dell’apporto del singolo lavoratore preso nella sua specificità.
Da giorni siamo oggetto di attacchi mediatici ricevendo ingiustamente del ‘fango’ addosso senza avere minimamente la possibilità di difenderci, né di replicare.
Nessuno ci ha chiesto come stiamo o come ci sentiamo, nessuno che abbia considerato che anche noi stiamo subendo un danno innanzitutto morale per la quantità di calunnie e illazioni che dobbiamo subire.
Senza contare il danno professionale arrecato a professionisti che a causa di questa selezione bloccata (o annullata?) potrebbero perdere l’occasione di partecipare ad altre iniziative o comunque di poter partecipare ad altre iniziative senza che il sospetto delle accuse smetta di accompagnarci.
La sensazione sgradevole è che si stia scaricando sulla parte più debole, e cioè noi giovani professionisti, tutta una polemica che poco attiene alle professionalità e al sacrosanto diritto di poter partecipare a bandi e concorsi senza doversi preoccupare di essere colpevolizzati solo per aver partecipato ad una opportunità formativa.
Sicuri del ripristino della normalità auspichiamo che tutto rientri nel solco della pacifica convivenza sociale.
Cordialmente,
F.to 14 dei selezionati dei vari Comuni