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Internet al tempo del covid-19: gli effetti della quarantena sulla nostra vita digitale

Possiamo dirlo: non è mai successo nell’era moderna (da quando internet è diffuso) di vivere una condizione di isolamento come quella di questi giorni. La pandemia globale ci sta abituando ad una forma di quotidianità completamente diversa, quotidianità interrotta il 21 febbraio con il primo caso a Codogno e in Basilicata dal 9 marzo in poi con il decreto del Governo.

Allo stesso modo è superfluo dire che questa condizione di confinamento forzato sarebbe stata molto più difficile da sostenere se non ci fosse stato internet a rappresentare una importante componente della nostra vita quotidiana: spesa, informazione, relazioni sociali amicali e lavorative avrebbero avuto un destino profondamente diverso se in questi spazi non si fossero inseriti i servizi digitali a cui ormai siamo abituati ma che in questa condizione hanno assunto un significato completamente diverso.

Elegio di Internet al tempo del Coronavirus

Partiamo dagli effetti collaterali di internet sulla nostra società, dove negli ultimi anni non sono certo mancate le valide ragioni per criticare. Dipendenza da smartphone e da social network, violazioni della privacy e sorveglianza, polarizzazione della politica e manipolazione dell’opinione pubblica, molestie, troll e chi più ne ha più ne metta.

Internet non è mai stato un nemico dell’umanità. Il mezzo (internet) non è cattivo, è l’uso che se ne fa che può farlo diventare non esente da critiche. Negli ultimi anni davamo per scontati gli aspetti positivi, lo storyteller che è la rete e di chi la usa, e ci siamo concentrati su quelli negativi, anche nel tentativo di correggerli. Da correggere – se mai – sono i comportamenti dell’uomo che usa internet come mezzo per diffondere ad esempio fake news.

Arriviamo a questo nefasto 2020. Ipotesi di guerre con guerre vere sui dazi doganali, cambiamenti climatici, Brexit. Weekend del 24 gennaio: primi morti in Cina per colpa di un virus chiamato coronavirus (la birra messicana ‘corona’ dovrà alla fine di tutto cambiare nome) e da lì in poi un giro di boa che non vede la fine.

Niente cinema, concerti, aperitivi, ristoranti, partite con gli amici, weekend al mare o in montagna, partite di calcio, corse di 20 km (per ora la mancanza più grave per me), insomma niente vita sociale off-line, perchè di vita sociale online ora ne facciamo fin troppa. Da ormai 25 giorni in Basilicata e più di un mese nel resto d’Italia, e senza sapere con precisione quando tutto ciò finirà, siamo rinchiusi nelle nostre case. Il covid-19 ci ha imposto di ritornare a vivere pienamente la nostra casa, ritrovando molto tempo libero, riscoprendo anche l’enorme ruolo che gioca la rete nelle nostre vite.

Ci siamo ritrovati ad aprire gli occhi su quanto internet sia fondamentale per mantenere la nostra società funzionante e coesa (nei limiti di quanto possa esserlo durante una pandemia).

Parliamo di  rivoluzione digitale?

Parlare di rivoluzione digitale adesso potrebbe essere anacronistico. Si parla di rivoluzione digitale da ormai 20 anni. Ma scommettete che si ricorderanno di questo 2020 come il vero anno dell’inizio della rivoluzione buona delle “three double w?”

Il lavoro: “il più grande esperimento di smart working” di tutti i tempi. C’è anche un altro aspetto da considerare, se possibile ancor più sorprendente: raduni digitali con gli amici su skype e whatsapp. Niente di diverso da una normale conference call, questa volta però è tra amici per tenersi compagnia.

Al tempo del coronavirus, la rete ci fa sperimentare anche una “insaziabile voglia di cultura”. Con internet, e la possibilità di uscire fuori casa, libri, televisione, radio, siti streaming e programmi come netflix seppur apprezzati venivano reclusi all’avanzo di tempo. Io per esempio il tempo per guardare una serie tv lo faccio e lo farò uscire senza problemi sia prima che dopo questa emergenza sanitaria. Ora con internet, in una situazione di questo tipo chiusi in casa, apprezziamo ancora di più leggere un libro, guardare un film, fare sport a casa seguendo lezioni online, guardare quel poco di cose buone che fanno in tv e usare lo schermo come miglior amico concentrati a non perdere nessuna storia su instagram o i post su facebook come se quelle fossero cultura ma sappiamo che non lo è.

Cerchiamo cultura ossessivamente ovunque per dimostrare che siamo parte attiva della società. Per fortuna sono nate iniziative lodevoli: viaggiare e visitare virtualmente dei musei, concerti online trasmessi in diretta social da molti artisti, corsi e lezioni online ( a tal proposito ben venga la didattica scolastica online). Al link le molte iniziative nate sull’hashtag IO RESTO A CASA.

L’isola felice on line è una di queste. Nasce dall’iniziativa di due fratelli di Marconia di Pisticci: una dottoressa in psicologia e un dottore in economia. Il Blog è un progetto educativo e di intrattenimento per bambini e ragazzi. Unendo l’esperienza e la passione di lei nelle attività con i bambini e l’inclinazione di lui per la tecnologia. Nel blog verranno visualizzate, di volta in volta, filastrocche, poesie, racconti, canzoni e tutorial che verteranno su varie tematiche dell’infanzia e dell’adolescenza.

Di contro, in questi giorni così paradossali, internet ci ha regalato anche cure impossibili, notizie non confermate, complotti e fake news, nascondendo insidie e pericoli anche in questi giorni di sovraccarico di utenti naviganti in rete, che è bene conoscere. Di qualche giorno fa il Covid-19 creato nel 2015? Gli scienziati smentiscono la fake news del momento

Ovviamente non tutti staranno passando le loro giornate come zombie congelati e divertiti davanti a Netflix. E si spera anche di tornare il prima possibile alle nostre vite sociali dal vivo. Ma al di là di tutto questo, ci sono pochi dubbi sul fatto che internet sia stato l’alleato migliore in cui potevamo sperare in un momento di epidemia.

Quale sarà il nostro approccio ad internet post covid-19?

Una volta ritornati alla nostra vita quotidiana post covid-19 dovremmo capire le conseguenze dell’uso di internet.

Una volta apprezzate ancora di più le opportunità permesse dalla vita digitale, le persone capiranno che esistono un sacco di cose che si possono fare online senza che questo risulti un limite. Fare la spesa online, chi avrà fruito della cultura online – come dicevamo prima -, chi avrà partecipato a meeting online, chi avrà seguito seminari e lezioni online, queste persone presumibilmente non torneranno più indietro.

Finora ci siamo detti che esiste la vita quotidiana offline e poi anche la vita online. Molti avranno interpretato questo “anche” come qualcosa di accessorio e di circostanziale: non sarà più così. L’isolamento forzato a cui ci ha costretto la pandemia globale avrà fatto sì che l’online non verrà più percepito come un momento accessorio, ma come un momento sostanziale della vita in quanto persone, cittadini, consumatori, lavoratori.

Stop un attimo. Il remoto, l’essere lontani nello spazio e nel tempo, nella società futura non è ovviamente concepibile vivere solo così. Le persone hanno necessità di incontrarsi, le emozioni devono essere condivise dal vivo con un abbraccio o un bacio, i teatri hanno bisogno del pubblico in presenza e le produzioni cinematografiche e televisive necessitano anche di spazi all’aperto. Gli studenti hanno bisogno di altri studenti, gli insegnanti dei propri colleghi e tutti devono incontrarsi faccia a faccia. Se lavorare vuol dire anche produrre, gli operai specializzati devono frequentare le fabbriche e i giganti della logistica e della distribuzione devono movimentare uomini e merci. Aerei e trasporti devono funzionare e il mondo del turismo ha bisogno di flussi di persone che vedono le bellezze artistiche, acquistano i prodotti tipici e mangiano nei ristoranti. Nessuno dice che è facile, né che sia possibile vivere una vita solo in remoto.

Conclusione da profilo facebook de-coronavirus

La pandemia ci ha costretto a riflettere sulla vita quotidiana all’epoca di internet e forse, smetteremo di chiederci qual è l’effetto di internet sulle persone per chiederci qual è l’effetto delle persone su internet. Ricordatevi internet è un mezzo, sono le persone che lo usano a determinare azioni e sviluppo di un qualsiasi post su facebook e di come le informazioni vengono veicolate. Magari la risposta sarà più piacevole di quanto saremmo stati disposti ad ammettere.

Internet è uno strumento e come tale va usato con intelligenza e cautela prima e dopo il coronavirus. Ad esempio, non basta una ricerca su internet per sentirsi medico e auto-diagnosticarsi questa o quella malattia. Internet può contribuire a migliorare le conoscenze e la coscienza critica degli individui, ma bisogna selezionare fonti affidabili, averlo letto su facebook può valere come fonte se viene approfondito anche altrove l’argomento in questione.

Il mio consiglio è di sfruttare queste settimane per investire su stessi magari seguendo dei corsi online di approfondimento nel proprio settore e per esplorare nuove passioni. Molti portali hanno messo a disposizione gratis o quasi un’enorme quantità di contenuti culturali. Internet ci sta permettendo anche in questi giorni difficilissimi di vivere una specie di surrogato digitale della nostra vita normale. Ma un surrogato digitale è meglio di niente. Soprattutto è quanto di meglio potessimo sperare di vivere mentre il coronavirus ci costringe alla clausura.

Non è mai successa nell’era internet di vivere una condizione di isolamento come questa. Habemus Internet! Pensate adesso ad una condizione della società mondiale isolata, non dentro casa, ma da internet, riusciremmo lo stesso a vivere? 

 

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