“Le linee di azione legate ad attività ‘non oil’ per accrescere le opportunità di sviluppo a favore dell’intero tessuto economico regionale; le ricadute occupazionali, anch’esse estese a tutto il territorio regionale, sia dirette che dell’indotto, perseguendo gli obiettivi di continuità occupazionale e crescita professionale dei lavoratori; la redazione di Piani di Sviluppo per la Basilicata. Sono questi, sul fronte imprese-lavoratori, gli aspetti più rilevanti e innovativi dell’intesa sottoscritta dalla Regione con le compagnie petrolifere Total, Shell e Mitsui Italia per Tempa Rossa”.
Lo sostiene l’assessore regionale alle Attività produttive Francesco Cupparo per il quale, riprendendo un’efficace affermazione del Presidente Bardi, “le società petrolifere non sono nemiche dei territori ma possono essere delle buone compagne di viaggio ed aggiunge ‘buone alleate’ di imprese e lavoratori. Queste verità, scritte nero su bianco nel documento sottoscritto, smentiscono la campagna demagogica dell’opposizione che fa solo una grande confusione e semina divisioni tra i territori. Intanto – dice Cupparo – sono costretto a ritornare sulla ‘questione crediti’ vantati da aziende appaltatrici per conto di Tecnimont per ricordare di aver convocato un tavolo tecnico per il 17 febbraio prossimo tenendolo ben distinto dagli impegni che attendono noi e le società petrolifere in attuazione dell’intesa. Al tavolo – spiega l’assessore – saranno presenti direttamente i responsabili delle aziende che vantano crediti perché gli incontri precedenti con la partecipazione di Confapi Potenza e Matera e Confindustria non hanno consentito di avere un quadro esauriente della situazione. Non sappiamo come abbia fatto il consigliere Braia a dare i numeri, quantificando il credito sospeso in 3,3 milioni di euro. Al Dipartimento dove invece non diamo i numeri – riferisce Cupparo – abbiamo trovato solo verbali di accordi firmati dal precedente assessore Cifarelli che hanno sempre rimandato ad ulteriori interlocuzioni e approfondimenti senza mai venirne a capo. La nostra volontà di chiudere questa complessa partita del resto ci viene riconosciuta da Tecnimont e da numerose aziende che hanno dato mandato a uno studio legale e ce la riconoscono con lettere inviate”.
Per l’assessore inoltre “la campagna demagogica del centrosinistra ha toccato il fondo, scivolando nel terreno pericoloso della divisione campanilistica, sulle assunzioni. Anche in questo caso al Dipartimento abbiamo trovato verbali di accordo a firma del precedente assessore Cifarelli e dei sindaci dei comuni di Guardia, Corleto e Gorgoglione che sostenevano la tesi della condivisione della quota assunzioni tra tutti i Comuni del comprensorio mentre adesso, dall’opposizione, si cavalca un’altra tesi. Per noi – dice l’assessore – è il Tavolo della Trasparenza che, nella cornice della legislazione nazionale che regolamenta le nuove assunzioni, dovrà trovare una soluzione equa e soddisfacente senza alimentare guerre tra poveri. Ma è il caso di utilizzare l’antico detto di saggezza popolare per dire che gli stessi consiglieri che sino al 2018 erano nella maggioranza e non hanno brillato per risultati sul piano dei benefici derivati dal petrolio, si danno la zappa sui piedi quando sostengono che “dell’Eni si sono perse le tracce”. Una smentita con pochi calcoli riferiti all’utilizzo del gas che i sindaci degli 11 Comuni della Val d’Agri sono riusciti autonomamente a contrattare con l’Eni per 17 milioni di mc l’anno che equivalgono a circa 3,4 milioni di euro.
Ebbene dall’attività estrattiva di Viggiano l’Eni produce 1 miliardo 200 milioni di mc di gas l’anno che ad una media di 0,17 centesimi/mc avrebbero dovuto generare 204 milioni di euro l’anno che moltiplicati per 20 anni equivalgono alla cifra ragguardevole di 4 miliardi 80 milioni di euro. E su questo la Regione non ha percepito un centesimo. Non sappiamo di chi è la colpa ma certamente i cittadini hanno diritto di saperlo. In tutt’altra direzione ci siamo mossi con la Total: il gas naturale estratto sarà tutto della Regione, al netto dell’autoconsumo che Tempa Rosa deve certificare. La fornitura gratuita minima sarà di 40 milioni di metri cubi all’anno dall’inizio della produzione e per la durata di 30 anni fino al raggiungimento della quantità complessiva di 1200 milioni di metri cubi, rispetto ai 750 milioni previsti nel 2006. Ricordo che il fabbisogno di gas domestico complessivo per tutte le famiglie e dei cittadini lucani è di 130 milioni di metri cubi l’anno e che l’impegno di Giunta e Consiglio quindi sarà indirizzato per dare risposta al fabbisogno dei lucani. Se dunque questi sono gli elementi per sostenere che dal nostro governo regionale “mancano impulsi per una programmazione strategica” si capisce meglio da che parte viene la ‘lezione’, al punto, in mancanza di valide argomentazioni, da tirare in ballo i sindacati e le associazioni di categoria che – sempre a detta dei consiglieri di opposizione – sarebbero “sul piede di guerra”. Per non ripetere falsità invito Cifarelli a venire al Dipartimento per leggere tutti i verbali sottoscritti con noi dai sindacati sulle varie vertenze risolte. In sintesi, la svolta che intendiamo realizzare rispetto al passato – conclude Cupparo – secondo la missione che ci siamo dati, vale a dire non annunci ma presentazione di fatti, sta nel perseguire processi di sviluppo ‘no oil’ pensando già al dopo petrolio e nel massimizzare le risorse finanziarie dirette e indirette attraverso i Progetti di Sviluppo e dando nuovi obiettivi ai Bandi per le imprese secondo il principio: meno assistenza e più imprenditoria vera per più posti di lavoro duraturi”.
Non è certo scrivendo comunicati stampa fiume che Cupparo riuscirà a imbrogliare le acque più di quanto non sia già riuscito insieme alla Giunta di cui fa parte a fare in poco meno di un anno. Lui può voltarla e rigirarla come vuole, ma l’intesa con Total è una beffa a danno dei lucani perché rispetto all’intesa del 2006 modifica l’ordine economico degli addendi senza cambiarne il totale; concede di fatto a Total la possibilità di estrarre per i prossimi trent’anni; non garantisce più puntuali controlli ambientali; lascia aperte diverse questioni delicate quali le bonifiche, il risarcimento per le imprese creditrici e per le aziende agricole dell’area; non garantisce ulteriore nuova e consistente occupazione in settori no oil”.
Lo afferma il capogruppo del Pd, Roberto Cifarelli che aggiunge: “L’assessore imprenditore, paladino dell’alleanza con le società petrolifere, dovrebbe essere ben consapevole che l’aver già sottoscritto l’intesa indebolisce la Regione nella trattativa che lui stesso porterà avanti già dal prossimo 17 febbraio riprendendo, ma a distanza di un anno, esattamente i contenuti dei verbali in passato sottoscritti con Total e Tecnimont riguardo ai crediti vantati dalle imprese”.
“Così come l’aver fatto trascorrere tanto tempo per attuare l’intesa sottoscritta con Total, sindacati e Sindaci per la trasparenza nelle assunzioni – continua – senza aver monitorato quanto stava accadendo a Tempa Rossa, ha creato ora le frizioni tra territori che lo stesso Cupparo vuole ora scaricare in modo infantile su ‘chi c’era prima’”.
“E’ evidente – conclude – il becero tentativo di nascondere la pochezza del governo regionale ‘buttandola in caciara’. Penso che se avessero consentito di tenere il Consiglio regionale su questo tema probabilmente molte polemiche non ci sarebbero state. Personalmente continuerò imperterrito a segnalare l’inadeguatezza degli atti messi in campo da Bardi e soci, la mancanza di una visione e di strategia per il futuro della Basilicata, cosa di cui a poco meno di un anno dall’insediamento ne sta acquisendo consapevolezza la comunità lucana. Se cambiamento c’è stato, purtroppo è stato in peggio”.