Di Angela Costanza Fucci
L’Istituto Magistrale, è l’istituzione che ha caratterizzato fortemente la storia di Lagonegro e dei lagonegresi. Storia legata alla vita dei nostri padri e dei nostri nonni, come della società e della stessa scuola nel Mezzogiorno d’Italia. negli anni che vanno dalla fine dell’ottocento al secondo dopoguerra. E’ la Lagonegro che appare lontana, relegata ormai nel passato, ma che abbiamo comunque il dovere di non ignorare. E un pezzo di vita della città, davvero interessante e importante, per comprendere poi gli sviluppi, che riguardano il presente.
Pensiamo per esempio al compito che ha la scuola, all’interesse che potrebbe suscitare la storia del proprio territorio e della scuola in particolare, negli allievi che oggi frequentano l’Istituto di Istruzione Superiore, che comprende i licei con i vari indirizzi, nato, con l’ultima riforma, da quel primo nucleo che fu proprio l’Istituto Magistrale “Francesco De Sarli” di Lagonegro.
Il passato riemerge con tutta la sua vitalità dalle pagine del recente lavoro di Nunziante Capaldo, dirigente scolastico di Lagonegro, che ha operato per decenni nel Veronese. Autore di manuali e pubblicazioni in ambito pedagogico e normativo, per conto di importanti case editrici, ha curato particolarmente la formazione dei docenti e dei dirigenti dei dirigenti scolastici.
“La formazione delle maestre fra ‘800 e ‘900 – La scuola normale Raffaella Settembrini di Lagonegro (1880 – 1925): è il titolo del libro, pubblicato da Basilicata University Press 2022 – (Mondi mediterranei).
Il volume, ponderoso e ricco di informazioni, dati e riferimenti bibliografici, offre al lettore, ed in particolare al ricercatore e allo studioso, la possibilità di avventurarsi tra due secoli. Diventa interessante scoprire le esperienze inserite nel quadro di una storia più ampia, della scuola in Italia e nel Mezzogiorno, le esperienze, che con la loro pionieristica e qualificata presenza, in rapporto ai tempi, portarono in seguito all’istituzione dell’Istituto Magistrale (anno 1932).
Una “bella storia narrata alle nuove generazioni”, come l’autore afferma nell’introduzione, quella della scuola Raffaella Settembrini di Lagonegro.
E’ l’anno 1880: la scuola Settembrini nasce come Scuola Rurale femminile, e accoglie giovani donne, che si preparano per poter insegnare nelle campagne. L’iniziativa si sviluppa nel clima di rilancio dell’istruzione, considerata uno dei fattori più efficaci per realizzare l’unità, nell’Italia del post 1861. L’obiettivo è quello di promuovere la formazione delle maestre, anche per soddisfare i bisogni di istruzione emergenti. “Rurale” è termine introdotto dalla Legge Casati (1859), quella che aveva già dato avvio alle prime scuole, maschili e femminili, con percorsi differenziati.
Nata come Scuola Rurale, diventa poi Scuola Normale, Inferiore prima, (1892-93) e dal 1895 anche Superiore. La Regia Scuola Normale Femminile funzionerà per oltre un quarantennio, intitolata nel 1891 a Raffaella Settembrini, per onorare la memoria di una donna, che aveva avuto un ruolo di primo piano nella resistenza ai Borboni. La cui famiglia, attraverso il marito, aveva origini lucane, dall’odierna Nova Siri. “Donna forte e discreta, severa e amorosa, determinata e infaticabile” come definisce Raffaella lo stesso marito, quel Luigi Settembrini, autore delle Ricordanze della mia vita, che abbiamo sicuramente incrociato sui banchi di scuola.
Che cosa ha rappresentato questa scuola e come ha influito sullo sviluppo del Lagonegrese: e’ il tema centrale del libro, che l’autore sviluppa e approfondisce in dieci ampi capitoli, densi di notizie, di dati, di riferimenti alle fonti, foto d’epoca.
Riportiamo alcuni spunti che ci sono sembrati più rilevanti, lasciando a chi avrà tra le mani il volume la curiosità di esplorare la ricca materia trattata dall’autore.
Tornando alla Scuola Settembrini, essa fu “fonte di sviluppo economico e di promozione culturale per la vita locale”, anche per i personaggi di rilievo che vi insegnarono, tra cui Adele Lehr, madre dello scrittore Carlo Emilio Gadda, il professore Pasquale Aldinio e il sacerdote Rosario Magliano, entrambi professori di scienze di Lagonegro; tra le donne lucane anche la madre della poetessa di Lagonegro, Donata Doni, e negli ultimi anni della vita della scuola, Mons. Raele. “Centro di istruzione e di cultura, la scuola è inserita nel quadro della storia della scuola e delle donne nell’Italia tra fine ottocento ed il primo ventennio del novecento. Un ruolo da protagoniste ricoprono le donne in quegli anni, nella lotta per l’istruzione. L’insegnamento infatti appariva particolarmente adatto a loro. Ed alla fine sapranno imporre un modello femminile nuovo, anche se il loro percorso non sarà semplice.
Sullo sfondo nel libro, tanti gli aspetti che aiutano a definire il contesto: Lagonegro centro amministrativo, il dibattito pedagogico dell’epoca, “l’istruzione del popolo e la sua funzione cruciale, che rende le donne più consapevoli della loro rilevanza sociale”. E ancora: la condizione dei contadini lucani, il processo di industrializzazione e dell’urbanesimo, gli effetti dell’emigrazione, il riconoscimento dei maggiori diritti dell’infanzia, gli interventi dei governi per la stabilizzazione del sistema di formazione dei maestri, per l’attivazione delle biblioteche, per incrementare il numero dei maestri e delle maestre.
Di particolare interesse il capitolo che parla dei problemi della Basilicata, messi a fuoco da Zanardelli nella sua visita in regione nel 1903, rimasta famosa, durante la quale, a Lagonegro incontro’ anche le studentesse della scuola Settembrini.
La Settembrini cessa la sua attività con l’avvento della Riforma Gentile (1923) e con essa finisce “un mondo culturale, fatto di prassi, esperienze, progettualità maturate in quarant’anni di attività” E’ la fine di una “bella storia”, di una realtà culturale che aveva lasciato il segno. Dovranno passare ben sette anni per la nascita dell’Istituto Magistrale.
Si apre così un altro capitolo. “Lagonegro avrebbe riconquistato la sua identità di centro di formazione, per la presenza di studenti di varie parti d’Italia, in convitti, collegi, case private” che dovranno conseguire l’abilitazione magistrale.
Gran parte della classe dirigente, fin quasi alla fine del ventesimo secolo – sottolinea ancora l’autore – si è formata sui banchi dell’Istituto Magistrale, che ha continuato l’azione della Scuola Settembrini, raccogliendone l’eredità, proprio in quel prestigioso edificio, progettato per quella scuola, e realizzato solo dopo la sua chiusura. Per anni quell’Istituto ha forgiato generazioni e schiere di maestri.
E la storia continua.