Oggi viviamo in una società in cui siamo costantemente sottoposti a pressanti stimoli visivi, talvolta anche eccessivi, che non ci permettono di valorizzare gli altri sensi.
La multisensorialità, di cui siamo dotati, rischia di trasformarsi, all’interno di ognuno di noi, in un’esperienza marginale, che riusciamo ad apprezzare e ad utilizzare in modo funzionale solo quando uno dei nostri sensi, ad esempio la vista, viene compromesso.
E’ quanto hanno potuto sperimentare gli studenti e le studentesse delle classi III B e VA del Liceo di Marsico che, sollecitati dalla presenza di due compagni iscritti all’ “Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti” e incoraggiati dalla Dirigente Scolastica, professoressa Serafina Rotondaro, hanno organizzato una “cena la buio” grazie alla collaborazione dell’associazione “UICI”, sezione di Potenza, e alla disponibilità dell’Hotel Kiris di Viggiano.
Tale esperienza è andata al di là del tempo e del “mondo scuola” e ha consentito un’autentica compenetrazione nella dimensione vitale dei non vedenti e degli ipovedenti.
Una esperienza sensoriale, ricca di forti emozioni: una cena in cui i partecipanti sono stati catapultati in una dimensione immensa e profonda. L’impatto con il buio e la necessità di attivare modalità d’interazione sostitutive della vista (udito, tatto, odorato e gusto) hanno aperto le porte ad un nuovo modo di vivere in convivialità.
Ogni ospite ha dovuto dedicare particolare attenzione all’esplorazione dei piatti, ai profumi intensi e all’ascolto degli altri commensali, lasciando così libero spazio anche alle emozioni del momento.
I camerieri, tutti volontari dell’UICI, sono stati impeccabili e hanno insegnato ai presenti che anche di fronte ad un deficit sensoriale rilevante, quale la non visione, si può condurre una vita normale. Hanno dato testimonianza di come anche una difficoltà importante sia maestra di resilienza, fiducia nell’altro, capacità collaborativa ed entusiasmo nel condurre una quotidianità non ordinaria, ma comunque non anormale.
Si sono uniti a questa avventura anche i genitori dei due studenti e la psicologa dell’ASP, Dottoressa Genovese, le cui esperienze personali e professionali hanno favorito riflessioni profonde che, unite all’esperienza sensoriale della serata, hanno permesso agli studenti e agli insegnanti di comprendere più a fondo la realtà che le persone affette da problematiche visive devono affrontare quotidianamente.
La cena al buio è stata, dunque, un’opportunità straordinaria di connessione con gli altri partecipanti, in quanto, consentendo di superare i limiti che inconsapevolmente la vista ci impone, ha favorito conversazioni più sincere e autentiche, ha attivato un inedito e alternativo contatto umano che non solo ha stimolato gli altri sensi, ma ha anche aperto il cuore di tutti.
Gaia Potenza
studentessa della classe VA del Liceo Scientifico
I.I.S. “G. Peano” di Marsico Nuovo