Il suo sorriso ci ha messo davvero poco ad illuminare ancora di più il bellissimo PalaVejanum di Viggiano, la sua gentilezza e la sua disponibilità hanno impiegato davvero pochissimo a conquistare il pubblico presente. Il Ct della Nazionale femminile di calcio, Milena Bertolini, da ospite d’onore attesissima è stata la star incontrastata dell’evento organizzato dal Cr Basilicata a Viggiano. Autografi, abbracci, strette di mano, selfie e tantissime fotografie hanno caratterizzato il pomeriggio lucano dell’allenatrice della nazionale azzurra che, la scorsa estate, con le sue ragazze ha fatto innamorare l’Italia, grazie alle ottime prestazioni ai mondiali di Francia. Abbiamo raccolto prima dell’inizio dell’evento viggianese alcune impressioni e considerazioni del Ct Bertolini che ha risposto alle domande che vi proponiamo nell’intervista che segue.
Mister Bertolini, da qualche minuto a Viggiano, qual è la prima impressione all’arrivo?
Ho visto tanto entusiasmo in questo palazzetto meraviglioso, una struttura bellissima. Sono rimasta sorpresa dal centro Eni che non avevo mai visto ed è davvero imponente. Sono rimasta molto colpita dal grandissimo entusiasmo che ho trovato in questo palazzetto, molto coinvolgente direi. Ho sentito molto l’affetto di tutti dal primo momento in cui sono entrata.
Lei è reduce dall’esperienza mondiale della scorsa estate che ha soddisfatto la “fame mondiale degli italiani” dopo la delusione generata dalla mancata qualificazione della nazionale maschile a Russia 2018. Cosa le ha lasciato l’esperienza vissuta con le sue ragazze?
Mi ha lasciato delle emozioni molto forti. L’esperienza vissuta con le mie ragazze e tutto il mio staff è stata indimenticabile. Dalla Francia ho portato con me la grande soddisfazione per quello che abbiamo fatto, sia in termini sportivi, perché arrivare tra le prime otto squadre è stato un miracolo, ma anche grandi soddisfazioni per quello che abbiamo lasciato agli italiani e alle italiane. Abbiamo fatto conoscere il movimento, abbiamo fatto conoscere le ragazze che giocano a calcio, abbiamo fatto appassionare e innamorare le persone che ci hanno seguite. Credo che queste ragazze abbiano trasmesso dei valori importanti ed è per quello che credo che tante persone ci hanno prestato attenzione e penso che, proprio per i valori che siamo riuscite a trasmettere, venticinque milioni di italiani ci hanno supportato durante il mondiale.
Sin dalla prima partita con l’Australia si è notato un approccio volitivo, combattivo da parte delle sue ragazze al Mondiale. Un approccio che ha fatto la differenza per i tifosi, anche rispetto a quello fatto vedere dalla nazionale maschile nelle qualificazioni a Russia 2018…
Non lo so, sinceramente. Posso dire che le mie ragazze erano molto felici di essere lì, era una competizione che si sono volute prendere a tutti i costi con il percorso che hanno realizzato nelle qualificazioni e si sono volute godere quel momento. In più per loro era anche un’opportunità per farsi conoscere, avevano in testa una missione, quella di far vedere quanto sono brave, cosa è il calcio giocato dalle donne e poi, soprattutto, hanno dimostrato chiaramente, l’attaccamento alla maglia. Ma credo, sinceramente, che l’attaccamento alla maglia azzurra sia comune a tutti gli atleti, al di là del genere maschile e femminile. Per quanto riguarda la mancanza al Mondiale in Russia, è stata una grande ferita ma si è poi visto che anche per i ragazzi la maglia è qualcosa di più, di importante, soprattutto se si tiene conto di quanto hanno fatto fino ad ora nel percorso di avvicinamento all’Europeo 2020.
Il mondiale, adesso il professionismo. Cosa ci vuole ancora per far decollare definitivamente il movimento del calcio femminile in Italia?
Ci vogliono idee, ci vogliono risorse economiche. Adesso c’è il passo del professionismo che è un passo importante ma ci vuole da parte della Federazione un forte contributo di idee e di investimenti. Credo che sia fondamentale per la crescita del calcio femminile in Italia il ruolo ricoperto dalla Lega Nazionale Dilettanti. Credo che la Lnd possa essere l’elemento decisivo per far decollare il calcio femminile perché è l’organismo che è sui territori, è la Lega che gestisce migliaia di società ed è quella che con i valori che rappresenta può fare questo lavoro importantissimo. I valori del calcio femminile sono quelli della Lnd. Occorre che per crescere ed essere un movimento importante si passi dalle 25mila tesserate attuali a 70/80 anche 100mila. Questo ruolo può averlo in modo preponderante la Lnd.
In Basilicata il calcio femminile è agli albori. Che cosa si sente di dire alle società che vogliono investire risorse e tempo in questo mondo e cosa può dire alle ragazze per farle avvicinare al calcio?
Io dico ai dirigenti di fare di tutto per eliminare quei paletti invisibili che non permettono alle bambine di avvicinarsi al calcio. Io credo che sia fondamentale che le bambine facciano calcio coi bambini e che vengano incentivate ad andare a giocare perché avere bambine che fanno calcio fa bene a tutti. Fa bene alle società sportive, fa bene ai bambini che così avranno sin da piccoli una visione della donna diversa, fa bene alla comunità e alla società. Dico alle bambine, invece, di giocare perché se a loro piace farlo devono portare avanti questo sogno e non devono farsi sopraffare dalla diffidenza e dai pregiudizi che io quando ho iniziato a giocare a calcio ho dovuto affrontare quotidianamente, ma non mi sono mai arresa. Le bambine devono praticare sport perché lo sport è importantissimo.
Cosa c’è nel futuro della nazionale femminile italiana?
Dico ai tifosi italiani innanzitutto di continuare a seguire il campionato come stanno già facendo in questo periodo, come gli stessi numeri stanno a confermare. Il campionato italiano è molto importante e qualitativamente molto interessante. Dico poi di stare vicini alla nazionale nelle partite di qualificazione perché sappiamo che per noi il pubblico è fondamentale visto che il nostro percorso non è facile. Avere gli italiani e le italiane vicini ci darà sicuramente quella spinta in più per fare bene.