Domenica 16 ottobre sono invitato per un saluto ed un pensiero sul tema aree interne e turismo culturale a Laurenzana (PZ) per le giornate FAI di Autunno. Al convegno organizzato dalla delegata FAI Carmen De Rosa, numerosi studiosi parleranno del ruolo del turismo nel processo di valorizzazione delle aree interne.
La presenza di quasi tutti i sindaci della Val D’Agri e della Val Camastra e di molti altri di comuni isolati, cioè distanti dal cosiddetto effetto città, rende il convegno particolarmente adatto a dar voce ai temi richiamati dalla vice direttrice generale del FAI su il sole24 della scorsa domenica. Per lei innovazione, tecnologia e scienze possono, insieme all’approccio culturale riposizionato sui temi della riglobalizzazione, aprirci nuovi scenari di riposizionamento dei territori. Il nuovo sguardo del Fai riparte dalla storia ma va a definire le nuove prospettive connesse al tema clima e transizione ecologica. Nel sottolineare che la storia dei transiti delle popolazioni ha disegnato sulla geomorfologia dei luoghi le attuali mappe concettuali, la dr.ssa Daniela Bruno, afferma che il nuovo benessere implica un salto nei paradigmi di riferimento. La rivisitazione del tema dei paesaggi sublimi legati al patrimonio FAI , deve allargare lo sguardo e rendere le parole paesaggio percepito dalle popolazioni più piene di dinamiche contemporanee. In particolare il richiamo alle nuove responsabilità nella percezione del paesaggio in evoluzione richiederà una nuova idea delle responsabilità dei cittadini, che devono impegnarsi per una nuova visione della loro sussidiarietà attiva. Il richiamo naturalmente è alla comunità Fai, ma, a partire dalla convenzione di Faro, tutta la comunità larga , residente o in transito di un territorio, ha nuove responsabilità rispetto all’ambiente che la circonda. Questa parte del territorio lucano, nella sua totalità presenta una complessità molto alta, per la presenza di diverse funzioni: storia, cultura, attività, situazioni ambientali, ecc. Le connessioni tra le diverse parti sono molteplici e non solo rispondono ad esigenze diverse, ma usano anche modi, del relazionarsi, diversi, comprese le connessioni con reti lunghe ( ENI per esempio).
In quella occasione proverò a descrivere in astratto, ma basandomi su alcuni carotaggi della realtà che conosco , una prospettiva innovativa di quella macroarea. La presenterò come un arcipelago di comuni che da comuni isolati rinunciano a sentirsi area interna in difficoltà e rivoluzionano il loro approccio al tema della loro identità in metamorfosi. La formulazione enunciata ed utilizzata, arcipelago di una macroarea, di per sé, è descrittiva di una situazione formata da molteplici realtà (che si sentono in parte “isole”) ma che sono state in forte reciproche relazioni nella storia passata, basate sull’appartenenza ad un ecosistema specifico. In ragione di tali relazioni, seguendo le parole chiave della vicepresidente Bruno, l’intera area potrebbe presentarsi come un’unità da rileggere con occhi nuovi , come infrastruttura di paesaggio in discontinuità con la visione di area interna della letteratura storica.
Oggi quel territorio presenta una gerarchia territoriale interna debole, con una localizzazione delle diverse funzioni non concentrata ma diffusa e da far evolvere in arcipelago approfittando della filosofia del PNRR opportunamente reinterpretato.
Allora, partendo dal come approfondire tutte queste precisazione, è possibile cambiare paradigma e invece di parlare di identità e metamorfosi per ogni comune o aggregato di comuni, potemmo parlare di una evoluzione della soggettività politica ed istituzionale di un aggregato territoriale che appartiene ad eco regioni europee ben definite, perché esso non vuole rinunciare ad appartenere ad una storia tutta da scrivere.
Questa storia , riparte da necessità e convenienze, ma riconosce che il territorio è organizzato per ambiti locali ma anche globali (si veda la vicina Matera o l’insediamento Fiat e la Val D’agri).Il Cugri, Centro Grandi Rischi ha lavorato a diversi progetti per la candidatura al finanziamento degli ecosistemi di innovazione insieme a INGV, CNR e tanti partner territoriali di questa area , ed intende perseguire una strategia che consolidi questa nuova visione di arcipelago. Appena pronti, si potrebbe suggerire al sindaco di Tramutola di invitare oltre alla dr. Bruno tutti i partecipanti al Convegno di Laurenzana per ribadire ed ampliare i temi che il FAI vuole reinterpretare ed approfondire rimettendo al centro la parola ecologia .
Pasquale Persico (Economista)