Politica

Lacorazza: RI-SCATTO nel PD

Ci vuole un nuovo scatto, un riscatto per la politica, in Italia e in Basilicata.
Il voto del 4 dicembre e la legge elettorale proporzionale con preferenze rappresentano un nuovo spartiacque delle politica italiana; verso dove? Non è semplice comprenderlo.
Ci sono da superare egoismi e miopie di una rilevante parte della classe politica che fatica a guardare i problemi del Paese e a giovani generazioni a cui si è sequestrato il futuro.
Negli ultimi dieci giorni ho detto e scritto tanto sulle fratture culturali, sociali ed economiche; ho ragionato su valori e ideali, progetti e proposte.
C’è da superare una fase politica anche in Basilicata; negli ultimi anni, si è dimostrata una scarsa propensione al futuro contribuendo ad alimentare una crisi di fiducia tra Regione e popolo, come appare sempre più evidente su ciò che da tempo ho definito ‘questione’ ambientale.
Il termometro non sarà una sfida muscolare nel cortile di un PD che da oltre un anno non ha un segretario regionale ma il giudizio da cogliere nel grande Quorum del 17 aprile e la valanga di NO al referendum del 4 dicembre.
Si è chiusa una fase politica nazionale, si sta spegnendo la fase politica regionale.
Non mi nascondo dietro un dito e lo dico chiaramente: davvero si vuole affidare alla classe politica che ci ha portato sin qui la ‘rifondazione’ istituzionale della Basilicata?
Matteo Renzi si affiderà, per vincere una battaglia (il congresso), ad un notabilato che pensa di sopravvivere a se stesso e che corre il rischio di fargli perdere la guerra (elezioni politiche)?
La rottamazione delle persone non è nella mia cultura politica ma si pone il tema innanzitutto di un radicale rinnovamento di cultura politica, di idee, di metodo, di stile e credo anche di donne e di uomini.
Anche se non per molto tempo, ho avuto ed ho responsabilità politiche ed istituzionali ma sento dire con molta chiarezza che abbiamo avuto idee e posizioni diverse e, come pochi, abbiamo messo coraggio, testa e cuore: il 17 aprile e il 4 dicembre i lucani hanno sconfitto e detto basta agli ‘amici’ di Matteo Renzi, hanno detto basta anche in tanti che credevano nell’idea di cambiamento dell ex premier.
Quello che conta è questo.
Io porterò soprattutto questo nel dibattito congressuale della Basilicata.
Utilizzerò il congresso per favorire un nuovo scatto, un riscatto della società lucana.
Quale migliore occasione?
Faremo un nuovo scatto, forse ancora non quello definivo; lo svilupperemo insieme e decideremo se la fotografia che uscirà dal congresso sarà migliorata o meno.
Ci saremo se questa fotografia sarà tanto nitida quanto aperta, non a pezzi di ceto politico, ma ad un’alleanza, anche sociale, capace di far leggere, in maniera trasparente, la forza per riscattare una Basilicata che vive un futuro sequestrato.
La politica è soprattutto cuore, almeno per me. Mi consola che nella mia esperienza politica non ho conosciuto addii e in amicizia, anche se con idee diverse, ci si continua a parlare, a discutere e a frequentarsi; un abbraccio a Vincenzo, Filippo e Roberto perché sono convinto che anche per loro non è stata una scelta a cuor leggero.
Sull’art. 38 dello Sblocca Italia mentre tutto sembrava impossibile e immodificabile, quando i tentativi di isolamento avanzavano nel deserto dello scetticismo e di una, direi quasi totale, indifferenza, siamo riusciti a guidare 10 regioni italiane per promuovere un referendum. Una iniziativa senza precedenti che ha modificato norme nel campo petrolifero contro ‘potenze’ economiche, politiche e mediatiche; un coraggio guidato dall’amore per la nostra terra che, anche con il voto del 17 aprile, ha segnato un pilastro molto robusto per la valanga dei NO il 4 dicembre.
Questa è la storia e la storia siamo anche noi.
Dopo le assemblee territoriali, dopo una larga e diffusa campagna di ascolto, dal circolo PD del mio paese, auguro buon congresso a tutti.
Resto nel PD; combatto per riscattare la Basilicata.

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