A mente fredda, dopo ore trascorse a leggere numeri, exit-polls, proiezioni e preferenze si può finalmente “abbozzare” un commento rispetto ad un risultato dal “sapore” storico.
Le elezioni del 24 Marzo rappresentano uno spartiacque ben preciso per la vita politica e sociale di questa regione.
Il Centrodestra di Vito Bardi, trainato dal 19% della Lega, prende il Comando del Palazzo di Via Verrastro.
Alla vigilia del voto, in molti si aspettavano un “testa a testa” tra lo schieramento moderato ed il centrosinistra (Di nuovo unito in Zona Cesarini). La realtà, invece, ha consegnato a tutti noi uno scenario molto diverso:
- lo scarto tra le due coalizioni “favorite” è stato di circa 30.000 voti su 300.000 voti validi (10 punti percentuali o poco meno.)
- il M5S di Antonio Mattia ha retto molto meglio di ciò che si poteva attendere attestandosi sopra il 20% e confermandosi primo partito della regione.
- Il Centrosinistra supera il 30% grazie alla lista “Avanti Basilicata”, primo raggruppamento della coalizione e diretta espressione dell’ex Governatore Marcello Pittella.
- Le liste riconducibili a Piero Lacorazza e a Roberto Speranza risultano essere fuori dal parlamentino regionale.
- “La Basilicata Possibile” del Prof. Tramutoli conquista circa 13.000 voti dimostrando un radicamento territoriale per nulla scontato. Impressionante il dato di Potenza città (9,25%). Nel capoluogo di regione, la lista di sinistra fa meglio di Pd, Progressisti e Basilicata Prima.
Come potete vedere, il movimento tellurico (politicamente parlando) è stato così forte da non poter evitare conseguenze immediate e forse, per alcuni, definitive. Per provare a capire meglio quali potrebbero essere le conseguenze di questo voto, è opportuno soffermarsi su due dati davvero indicativi.
Il dato della Val D’Agri
In Val D’Agri, il risultato è chiarissimo: il centrodestra vince, domina, grazie al traino dei candidati Leghisti.
Il trionfo di Carmine Cicala (4.420 preferenze), l’ottimo risultato di Nario Aliandro (1.920 preferenze) e di Claudio Borneo (1.194 preferenze), costituiscono il vero “en plein” di Salvini in Basilicata: i candidati della Val D’Agri hanno portato in dote al ministro dell’Interno circa 10.000 voti, 1/3 del bottino totale del “Carroccio”.
Questo successo così clamoroso potrebbe incidere fortemente sugli equilibri politici della Valle anche in vista delle prossime elezioni amministrative del 26 Maggio, con Viggiano e Marsicovetere (Villa D’Agri) in prima linea.
Per quanto riguarda il centrosinistra, i dati parlano di una sonora batosta, dalle proporzioni assolutamente inaspettate anche dove erano impegnati in prima linea amministratori locali.
M5S continua a dimostrare una scarsa capacità di radicamento sul territorio valligiano: risultati sotto la media regionale praticamente ovunque, segnalano l’impellente necessità di formare una classe dirigente locale credibile, prima che sia troppo tardi.
La “Basilicata Possibile” esiste anche in Val D’agri, ma un pò meno rispetto ai grandi centri della regione dove il voto di “opinione” è storicamente più consolidato.
Il dato di Potenza Città
Il vero “sconquasso” per il Pd e per il centrosinistra, avviene all’interno del capoluogo di regione. Alla vigilia del voto, tutti i commentatori erano praticamente concordi rispetto a un vantaggio di Carlo Trerotola nella città in cui Mario Polese, Vito Santarsiero, Piero Lacorazza, Aurelio Pace e i Progressisti di Roberto Speranza, ci mettevano direttamente la faccia.
Invece è stato un clamoroso flop di consensi: a Potenza, il centrodestra vince con il 40% e la somma dei voti di M5S e “La Basilicata Possibile”praticamente equivale alle preferenze raggranellate da tutta la coalizione di Centrosinistra.
Un vero e proprio dramma politico, in vista delle elezioni comunali del 26 Maggio.
L’impressione è che siamo davvero ad un “turning point” della vita politica di questa regione…
E se le sorprese non fossero finite?