“Dar para recibir, hoy cedí mi obra “Madonna Nera” (Madonna Nera del Sacro Monte di Viggiano) al Comune de Viggiano (PZ) y senti un gran orgullo y sentido del compartir algo importante del punto de vista cultural y artistico. El consejo aplaudio espontaneamente el gesto y el sindaco (alcalde) me regalo este libro dedicado y firmado. Si se puede. #Art #Arte #Lucania #Basilicata”.
Questo è quanto scritto, su Facebook, dal giovane artista italo venezuelano, Rodrigo Figueredo. Lo scorso venerdì, 31 marzo, l’artista ha donato al Comune di Viggiano una sua opera su tela raffigurante la “Madonna Nera”, dipinta lo scorso anno. Contattato dalla nostra redazione, ha dichiarato che con la donazione di quest’opera, vuole dare il meglio di se alla regione Basilicata e alla Val d’Agri per fare in modo che non si perdano tradizioni e identità culturali.
L’Amministrazione comunale ha gradito il gesto da parte del giovane artista, e in particolare il sindaco Amedeo Cicala, si è impegnato a dare la giusta e dovuta visibilità all’opera, che molto probabilmente verrà collocata nei locali dell’Ex mercato coperto che in questi giorni sono oggetto di ristrutturazione e che a lavori terminati ospiterà proprio la tela raffigurante la Madonna Nera. Nell’occasione, il primo cittadino ha donato all’artista italo-venezuelano un libro dal titolo “Viggiano ieri, oggi e domani”.
Tutto iniziò in una fredda sera d’inverno quando neve e gelo in Val d’Agri la fanno da padrone. Per caso, tramite amici in comune che cercano riparo al caldo di un bar viggianese, preso d’assalto da giovani avventori, incrociano la loro conoscenza prima e il loro destino poi, l’assessore Paolo Varalla e Rodrigo il venezuelano.
A quanto sembra i due, tra l’indecisione su cosa prendere da bere e sul restare in piedi o piuttosto cercar un posto a sedere, convinti in quel momento solo delle loro idee, iniziano a parlare con l’intensità di due fiumi in piena su quel che stava accadendo, in quei giorni in America, con la febbrile sfida finale tra Trump e Clinton.
Tra mille ragionamenti che si susseguono in maniera repentina, si finì a parlare delle realtà del Sud, ed è lì che Rodrigo, si accende e s’illumina come i colori delle sue tele, iniziando a elencare molteplici similitudini tra Viggiano, la valle dell’Agri e il suo Venezuela anch’esso terra del Sud e paese pieno di petrolio e di speranza.
Con questi elementi iniziano i paragoni e soprattutto i parallelismi storici, geografici, politici, geopolitici, sin quanto tramite la religione si passa alla tradizione e si sconfina nell’arte, dove Rodrigo inizia a dare il meglio di sé e a quel punto, solo a quel punto ci si rende conto, che si sta parlando con quell’artista quasi mitologico che si aggira da un po’ in Val d’Agri e di cui già tanti ne parlano, ma non tutti lo conoscono.
Paolo si affretta a definirlo artista e lui per pronta risposta dice che ogni uomo che svolge un ruolo con amore e passione è artista e che il nostro tempo ha un disperato bisogno, non solo di artisti in politica che sappiano attuare appunto l’arte della mediazione, ma di artisti a 360° per ridare centralità all’essere umano sempre più automa, senza riferimenti e simboli sempre più persi in una labirintite esistenziale.
Proprio parlando di segni, simboli e icone da dare ai giovani iniziano goliardicamente a parlare della solita trivella, del totem nero sempre più imperante e di quanto sia presente sempre più il colore nero nell’esistenza dell’uomo.
Quest’affermazione turba la tranquillità di pensiero di un altro ragazzo, che nel frattempo si aggiunge al tavolo, il quale afferma che il nero è un colore a noi gradito per molteplici motivi, ma soprattutto perché è il colore della madre, di tutte le madri e cioè della “Madonna Nera” del Sacro Monte di Viggiano. Icona universale e simbolo intergenerazionale per antonomasia, riferimento naturale e spontaneo di tutte le generazioni viggianesi, immagine totale e totalizzante di un mondo fatto anche di non credenti, ma che riconoscono in questa figura un senso istintivo intimo e d’introspettivo e inconscio, perché incarna l’immagine della mamma, dell’accoglienza. Essendo nera è a nero presagio di un certo multiculturalismo che s’impone al nostro tempo considerando la faccenda dei migranti e la simpatia e il rispetto che anche tra essi la Sacra Statua nutre.
Nell’affrontare questa discussione ci si convince, anche grazie a degli elementi religiosi, che oggi oltre ai beni materiali e quindi al nutrimento del corpo, bisogna necessariamente ritornare a nutrire l’anima, magari anche a scoprire la bellezza dell’arte, dei nostri posti e di tutti gli elementi che li caratterizzano. Creare un paradigma comunicativo diverso, cercando altre strade e/o altre vie diverse di comunicazione, per far capire e far apprezzare la bellezza dell’arte di madre natura in Val d’Agri e di tutta la Basilicata.
E da qui il dialogo tra “artisti”, che può essere il rituale del bar o l’uso intelligente delle nuove tecnologie, considerando che comunque Rodrigo per motivi professionali è sempre in giro e che per farlo uscire bisogna quasi corteggiarlo come si fa con le persone molto impegnate o prese fino alla punta dei piedi dalle loro cose.
Ma chi è Rodrigo Figueredo?
Rodrigo Figueredo, in arte CHAKAL a.k.a. Hombre Radikal, è un rapper e pittore di grande talento, di origine venezuelana, nato nel 1979 a Caracas, nel 1995 si trasferì con la famiglia in Svizzera, e da circa due anni vive a Marsico Nuovo, città d’origine della madre. La sua carriera da rapper è iniziata nel 1998 con il gruppo “Los de salsa”, uno dei tre gruppi più importanti della prima generazione di hip-hop della Svizzera, poi ha continuato il suo percorso individuale come Chakal, utilizzando le tre lingue, spagnolo, francese e inglese. In Italia precisamente a Marsico Nuovo ha girato due singoli, “I got soul”, per promuovere la città dove ora vive, e l’altro in parte associato ad altre locations “Ahora si se”. Oltre che in Italia, le sue canzoni sono state realizzate in Usa, Svizzera e Venezuela, e dal 2013 ha abbandonato il mondo del rapper per dedicarsi interamente a quello della pittura, anche se ha iniziato a dipingere dall’età di sedici anni, e i suoi quadri sono stati esposti in Svizzera, Usa e Italia. A Salerno, nel 2014, ha vinto il premio “Alfonso Grassi”, con il dipinto “Batalla”, una rappresentazione simbolica della rivoluzione studentesca in Venezuela, e nel 2015 con “The dance of Kobane’s Amazons”, entrambi pubblicati dalla BBC nel dicembre del 2014. A Potenza, invece, dal 12 marzo al 12 aprile 2015, ha partecipato con due delle sue opere in una mostra, sul tema “Insieme, oltre ogni frontiera, per costruire la Pace!”.
Vincenzo Scarano