Società e Cultura

Le illusioni degli altri

La grande Tenebra piombata sulla già triste quotidianità del lucano medio, troppo pavido per affrontare con risolutezza l’ignoto, ha condotto con se la paralizzante paura di intraprendere una strada divergente rispetto a quella delle tanto desiderate royalties. Croce e delizia dei nostri governanti, le care vecchie royalties strizzano l’occhio, periodicamente, a politici senza idee, disoccupati, casalinghe disperate e giovani dal sorriso malinconico. Un capolavoro di retorica e, perché no, corale il cui carro è più affollato dei treni indiani nell’ora di punta, un mito economico dalla pistola sempre fumante e pazienza se i colpi non raggiungono quasi mai i bersagli, forse perché i tiratori sono sovente distratti, impegnati a perdere una battaglia sia di testa che di forza. La sanita lucana è un buco nero? Nessun problema, si compensa con le royalties. Disoccupati e inoccupati sono sul piede di guerra? Con un abile gioco di prestigio viene fuori il contentino per tenerli buoni qualche mesetto. Una gestione superficiale, a tratti ridicola, che sfida il buonsenso e le intelligenze minando una già fragile coesione sociale, dando forza ad azioni improbabili, improponibili e imprevedibili che si traducono in curiose situazioni che vanno dalle cattedrali nel deserto alla condiscendenza di una larga maggioranza di lucani su azioni a carattere lavorativo che hanno del demenziale. A chi giova, allora, questa “illusione monetaria”? Potrebbe venire in aiuto una bella analisi di Chomsky, ma la fortuna non ci sorride. Pratiche politiche obsolete ed ermetiche (un babbuino sarebbe più creativo) si riassumono in ordini di scuderia in cui si chiede ad una fetta consistente di lucanidi attenersi a quanto loro dettato. Le persone prendono nota e lo fanno, specie quando viene in loro soccorso un aiutino sotto forma di bonus lavorativo o di un futuro resiliente. Tutto qui, il successo delle royalties. Accade quando si gioca con le illusioni degli altri.

Mimmo Toscano

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One Comment

  1. Non credo che i lucani siano pavidi, diciamo che come tutti gli italiani si sono adattati alle decisioni politiche chi per tornaconto e chi obbligato per sopravvivere. Il problema sono 70 anni di politici che della Lucania e dei lucani se ne sono fregarti e ognuno a pensato ai suoi interessi e quelli familiari [ quando dico politici sono compresi anche quelli che sono stati allopposizione ]. Ora è anche peggio con tutti i soldi del petrolio che come quelli del terremoto fanno gola anche a molte associazioni delle regioni vicine.

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