Arte, Cinema e Tv

Le tre rose rosse: Teatro, cinema e televisione

Vi sono  tanti fattori che le accomunano, incominciamo a dire che il cinema nasce dal teatro. Poi il cinema prende la sua strada, allontanandosi dal teatro, grazie soprattutto alla tecnologia. Differenza a parte , non possiamo di certo considerare sorpassato il teatro, anche se molti ne hanno addirittura già decretato la morte. Si tratta evidentemente di una eresia: il teatro esiste da molti anni, e non morirà mai. Dopo una lunga strada intrapresa dal cinema, con capolavori di estremo ed indiscutibile valore, la situazione si fa critica. Negli anni 50 il cinema deve fare i conti con un altro fenomeno dei nostri tempi: la televisione. La televisione è la prima cultura veramente democratica: la prima cultura disponibile a tutti e completamente governata da ciò che la gente vuole.  La televisione è come una spugna: raccoglie tutto ciò che c’è sul pavimento, e quando la spremi ne fuoriesce il succo della società.

La televisione va velocissima nello stare dietro a quello  che accade giorno , dopo giorno…..Invece il cinema non ti da le stesse emozioni del teatro: nel cinema sei di fronte ad una telecamera e la scena viene ripetuta migliaia di volte finchè non viene bene eseguita. Nel teatro non c’è la ripetizione,  una volta che sei sul palco sei tu, con il tuo personaggio, ed hai un contatto con il pubblico. A mio avviso è molto meglio il teatro perché percepisci il pubblico e l’ansia che provi se piace quello che fai. Il cinema, invece, filtra la recitazione prima attraverso una lente, poi attraverso uno schermo, ed è il regista a decidere su cosa focalizzare l’attenzione dello spettatore cambiando le inquadrature… senza contare che l’attore di un film vede la sua prestazione sempre riprodotta da una macchina e quindi non può cambiarla. Il teatro ogni volta è una rappresentazione nuova, che richiede una presenza viva dello spettatore: lo spettatore può guardare ciò che vuole sulla scena e gli attori possono eventualmente adattare la loro interpretazione alla reazione del pubblico.

 Giulia Giarletta

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