“Il recupero dei tempi delle liste di attesa rappresenta un obiettivo prioritario per il Sistema Sanitario Regionale e di conseguenza, una sfida da vincere a tutti i costi. Lo scorso 28 ottobre, si è insediata l’Unità centrale di gestione dell’assistenza sanitaria e dei tempi di attesa ed è stato nominato il Ruas competente; oggi arrivano i primi provvedimenti correttivi”. Ha espresso così la propria soddisfazione l’assessore alla Salute, Politiche per la Persona e Pnrr, Cosimo Latronico, nel comunicare le prime azioni afferenti al nuovo Piano regionale di gestione e governo dei tempi di attesa.
“Dall’analisi dei dati effettuata dall’Unità di gestione – ha spiegato l’assessore – emergono diverse prestazioni di specialistica ambulatoriale la cui lista di attesa, per ciascuna Azienda sanitaria lucana, ad oggi, presenta particolari condizioni di criticità. Tra queste, in particolare, mammografie, risonanze magnetiche, visite urologiche, cardiologiche, ginecologiche, ortopediche, oculistiche, neurologiche e gastroenterologiche. Pertanto, attraverso l’impiego di risorse pari a circa 2mln di euro, a valere sul finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario nazionale standard per l’anno 2024, puntiamo nell’immeditato, a recuperare circa 37.000 prestazioni di specialistica ambulatoriale da effettuarsi entro il prossimo 31 dicembre avvalendoci del prezioso supporto offerto dalle strutture private accreditate e contrattualizzate. Parallelamente saranno incrementate le prestazioni specialistiche fornite dal Servizio sanitario regionale mediante l’erogazione alle Aziende Sanitarie di circa 2,6 milioni di euro di incentivi per il personale. Pur consapevoli che non esistano azioni semplici o univoche, – ha concluso Latronico – siamo fiduciosi che lavorando in questa direzione, con solerzia e attraverso una programmazione a lungo termine, riusciremo a garantire maggiore accessibilità e fruibilità delle prestazioni da erogare a tutti i lucani”.
I segretari generali Fp Cgil Potenza Giuliana Scarano e Spi Cgil Basilicata Angelo Summa:
A sei mesi dall’ insediamento dell’assessore alla Sanità della Regione Basilicata, Cosimo Latronico, il primo intervento concreto sulle liste di attesa, dopo la costituzione della “unità centrale di gestione dell’assistenza sanitaria e dei tempi e delle liste di attesa” prevista dal decreto 73/2024, è l’assegnazione di circa 2 milioni di euro alle aziende sanitarie di Potenza e Matera da destinare alle strutture private accreditate e contrattualizzate per effettuare prestazioni di specialistica ambulatoriale.
Si tratterebbe di 37.138 prestazioni (tra mammografie, risonanze e visite specialistiche) per le quali i tempi di attesa, come segnaliamo da tempo, sono ormai inaccettabili. Una delle principali cause della rinuncia alle cure da parte dei lucani e dell’aumento della spesa privata. Un grave vulnus all’effettività del diritto alla salute. Questa scelta appare tanto più grave in quanto fatta senza alcun confronto e soprattutto nella perdurante assenza di qualsivoglia forma di programmazione, a partire dal piano socio sanitario.
Eppure la legge di bilancio, come peraltro testualmente riporta la delibera adottata, stanzia risorse per l’incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive del personale medico e sanitario, prevedendo in aggiunta la possibilità di acquistare prestazioni sanitarie dal privato: 1 milione e 840 mila euro assegnati alla Basilicata per il personale della dirigenza e 736 mila euro per quello del comparto, ma queste risorse a tutt’oggi non sono state neanche ripartite tra le aziende del sistema sanitario regionale. Tant’è che da settembre chiediamo la convocazione di un tavolo con le organizzazioni sindacali per la definizione delle linee di indirizzo per l’adeguamento delle tariffe del personale coinvolto nella riduzione delle liste di attesa. Ma su questo non vi è stata la medesima sollecitudine: la Regione Basilicata ha scelto, infatti, nel solco del quadro di drammatico sotto finanziamento della sanità pubblica, di dirottare prioritariamente risorse pubbliche verso il privato, contribuendo al disegno generale di smantellamento del nostro sistema sanitario universale e pubblico. In assenza di una programmazione che incida in modo strutturale sul rilancio della
sanità pubblica e dei suoi operatori, tornano vecchie ricette il cui scotto continueranno a pagarlo i cittadini lucani.