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“L’ultimo Acquaiolo”, restaurato un documentario sulla diga del Pertusillo. Ne parla il Sindaco De Luise

Chiunque arrivi a Spinoso deve imbattersi per forza con l’opera civile più importante degli anni ’60 nel Sud Italia: la Diga di Pietra del Pertusillo.

Se tralasciamo un attimo la bella immagine da cartolina che è il Lago di Pietra del Pertusillo, incastonato in Alta Val d’Agri; nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, concentriamo la nostra visione e riflessione culturale sull’ opera umana che lo ha generato ne abbiamo una visione altra.

Abbiamo incontrato il Sindaco di Spinoso Lino De Luise, durante la consegna al Comune da parte del Potenza Club di Spinoso di 27 test rapidi per il Covid-19, e in quella occasione abbiamo parlato di un documentario da poco restaurato e proiettato a Moliterno a settembre “L’ultimo Acquaiolo“.

 

Ma cos’è una diga?

“Le dighe hanno sempre rappresentato una icona di progresso potente. Una grandiosa e titanica opera ingegneristica che sbarra un fiume che trasuda ingegno, staticità assoluta, bellezza formale.

 Si resta sempre impressionati alla sola vista e se ne ha una sorta di reale rappresentazione della presunta supremazia della tecnica umana sulla natura.

Una icona potente di progresso: ma è un progresso che si istalla sempre in un’area interna; il progresso che scende dai monti; dalle zone più lontane ed isolate; ma che porta i suoi effetti a valle.

Ma parlando di una diga si deve parlare della storia degli uomini che l’hanno voluta; che l’hanno progettata, che l’hanno costruita; ma anche di quelli che l’hanno subita e di tutte le controversie mai risolte di impatto sociale ed ambientale con la sommersione di ampie porzioni di un territorio che è stato una deprivazione per le popolazioni locali senza nulla in cambio.

Parlando di una diga si deve parlare di distribuzione della risorsa idrica sia per l’irrigazione che per l’uso potabile; ridando significato al gesto, oggi banale, di aprire un rubinetto domestico ed avere acqua potabile a centinaia di chilometri di distanza.

Parlando di una diga si deve parlare di energia, di quella rinnovabile; l’idroelettrica e di tutte le implicazioni di energia strategica e non sempre eco compatibile.

Parlare di una diga è parlare di un sacrificio a monte di pochi, per un beneficio a valle di molti: è una storia vera di un tentativo di bene comune.

È cultura industriale, cultura sociale, cultura energetica, cultura agricola, cultura ambientale, cultura politica.

Una storia che, nel corso dei cinquanta anni di vita della diga, ha avuto pochissimi momenti di approfondimento e che pensiamo meriti di essere finalmente messa in luce.

Tanto che abbiamo incentrato proprio i giorni di “Spinoso Capitale per un giorno” nel dicembre 2019 su questo tema”.

 

Qual è una visione possibile che avete portato alla luce sulla diga?

“Quella cinematografica avendo recuperato miracolosamente il film in 35mm, dal titolo “L’ultimo Acquaiolo“, girato nel 1962 durante i lavori di costruzione della Diga di Pietra del Pertusillo, diretto da Dore Modesti e prodotto dalla Unieuropa Film che è stato presentato in prima nazionale il 15 dicembre scorso a Spinoso. Poi il Covid ne ha interrotto la visione in vari Festival che mi avevano chiesto la partecipazione. Ma è solo rimandato a tempi migliori”.

“Del film ne conoscevo l’esistenza ma si erano perse le tracce” – prosegue il primo cittadino – “ma forse nessuno lo aveva cercato come tante ricchezze del passato del mio Comune. E’ stato un miracolo ritrovarlo anche se non buone condizioni ed ho cercato faticosamente chi potesse darmi una mano al restauro e poi al passaggio su supporto digitale. Ho trovato un’ artigiano (oramai raro!)  a Napoli Vincenzo Giannantonio che non ha dimenticato l’antica arte del maneggiare le delicate  pizze cinematografiche. Ha fatto un attimo lavoro ed oggi questo piccolo capolavoro è stato salvato ed è a disposizione di tutti coloro che amano il cinema in tutte le sue sfaccettature e degli studiosi in particolare di cinema d’ impresa che sapranno cogliere e sviluppare i dovuti approfondimenti.

Poi il regista Dore Modesti merita una riscoperta, personaggio veramente controverso ma geniale”.

 

Diceva le tante ricchezze dal passato del suo Comune?

Posso già darvi altre novità sulla riscoperta di un passato glorioso di Spinoso. Mi riferisco alla riscoperta della “Scuola Romantica Spinosese”, scuola unica e modernissima della prima metà dell’ ottocento borbonico. Ho ritrovato, dopo una lunga, avventurosa ed anche rocambolesca ricerca i quaderni di insegnamento dell’ Abate Antonio Racioppi che ora sono in fase di digitalizzazione per poi essere affidati alle mani degli studiosi.

Altra chicca è il ritrovamento del progetto del “Casino di Ferro”, una dei primi esempi al mondo di residenza civile ad armatura diffusa, primi interventi di ingegneria antisismica, nel post terremoto 1857 realizzato su progetto di Francesco Paolo Boubé, per capirci l’ingegnere che progettò tra le altre, la cupola in acciaio e vetro della Galleria Umberto I a Napoli.

E mille altre cose, ma aspettiamo tempi migliori…”Ulteriora mirari, praesentia sequi”….

 

Publio Cornelio Tacito viene dal passato, con lei Sindaco guardiamo al futuro. Grazie del suo tempo.

 

Servizio video TGR Basilicata sul documentario:

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