E’ iniziata la festa. Ci siamo. La Basilicata, Matera è capitale della cultura 2019. Lo abbiamo capito attraverso i lucidi occhi del suo sindaco, Raffaello De Ruggeri, lasciato solo da chi lo aveva voluto e accompagnato alla sede di via Aldo Moro. Lo abbiamo capito dal suo sogno realizzato da lucano vero, materano fin dalla nascita, che ha gestito le omissioni, la rabbia, il disimpegno politico di questa grande impresa. E’ stata un’impresa ma alla fine il sogno e la speranza hanno trovato visibilità, creando un evento di altri tempi. Dopo essere stato una vergogna nazionale per Palmiro Togliatti oggi, Matera, è capitale della cultura per Raffaello De Ruggeri e l’ex sindaco Salvatore Adduce, promotore di questa grande iniziativa, quando nessun, neanche in Europa, conosceva il significato di capitale della cultura.
A sud del Sud, in una piccola città del meridione, nella nostra Basilicata, una piccola fiammella nella cenere, ha dimostrato di diventare luce vera per una regione abbandonata, molte volte dimenticata e tante, tantissime, abusata e violentata perché composta da gente silenziosa, operaia e di cuore grande. Matera è il centro della cultura, che vuole insegnare cosa sia veramente la conoscenza, lo studio, l’approfondimento delle proprie identità. Valori che rendono libero l’animo di ognuno di noi. Camminando per le strade di questa città, si può ascoltare il sibilo, il respiro e anche il profumo delle nostre radici, delle nostre storiche tradizioni, di quei momenti di civiltà che oggi i materani e i lucani nel loro insieme voglio far primeggiare e conoscere finanche in tutta Europa.
Si è aperto un portone da dove entreranno anche le voci di quei lucani che oggi non ci sono più, che vanno ricordati giusto appunto per il seme che hanno sparso su questa terra, affinché nascesse quel giubilo di soddisfazione gridato il 17 ottobre del 2014 alla notizia dell’ex ministro dei beni culturali Franceschini: Matera è capitale della cultura 2019. Da oggi, se la nostra consapevolezza e l’orgoglio sarà alto e ben distinto, da Matera è partito un cammino, che non si deve fermare il 31 dicembre del 2019, ma proseguire oltre con impegno e sudore per creare una Lucania di altri tempi. Per noi lucani non è un evento ma una grande opportunità. Noi che non siamo abituati a guardare le cose che luccicano ma soprattutto quelle che illuminano, Matera 2019 è lo strumento per scardinare anni di povertà obbligata, che hanno creato devianze e assistenzialismo, addormentando le menti vive rendendo pallido anche le più belle passioni che questa nostra terra riesce a dare. Un’impresa quella di Matera capitale della cultura 2019 dove i veri protagonisti sono state le persone comuni, i lucani lavoratori, che, ognuno nel suo campo, ha donato una goccia del suo sapere di quella conoscenza che siamo riusciti a portare ovunque in Italia.
Da oggi tutti parleranno di Matera. Se ne parla, poiché si vive ballando intorno a un interrogativo: saprà la città essere all’altezza del suo compito? Speriamo, ma alla fine conoscendo lo sguardo di questa mia gente e i suoi corretti silenzi, posso dire che farà di più perché la Basilicata, Matera in primis, è luogo aperto perché “accessibile a tutti”; aperto perché “non oscurantista nei confronti dei pensieri e delle sensibilità”; aperto perché “disponibile al dialogo”. Aperta, infine, al confronto con l’Europa dei beni culturali, della trasparenza, della legalità. Allora i nostri cuori sono tutti per questa divina città, per questa gente nostra, per tutti noi poveri ma belli, semplici ma orgogliosi di essere Lucani!!
(nella foto Matera in un disegno di Franca Iannuzzi)
Oreste Roberto Lanza