Hanno perso la pace ed il sonno al centro di prima accoglienza di Chiaromonte. Dopo la protesta della scorsa settimana, inscenata da 18 cittadini extracomunitari provenienti dal centro territoriale di Tito, chiuso dall’Asp per carenze igienico-sanitarie, ieri mattina si è verificato un altro grave episodio di disordine pubblico.
E questa volta, con l’accusa di rissa, danneggiamento, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, le manette sono scattate ai polsi di ben quattro immigrati, uno di questi anche ferito nel corso di una colluttazione, ma per fortuna, non ha riportato grosse conseguenze.
Ad accendere gli animi, lo stesso motivo dell’ultima volta: «Qui non ci troviamo bene- hanno detto i ragazzi con animosità – Vogliamo ritornare dove eravamo prima, perché avevamo avuto la possibilità lavorare».
La protesta ha avuto inizio, martedì sera, con un lungo sit-in all’ingresso della struttura gestita dalla cooperativa sociale Senis-Hospes di Senise, nella quale attualmente risiedono 44 persone.
Sette dei 18 ragazzi provenenti da Tito, infatti, erano in attesa di trasferirsi da Chiaromonte per un’altra destinazione. Com’era facilmente immaginabile, i restanti undici, si sono arrabbiati perché volevano andar via anche loro, pertanto hanno fatto le valigie e si sono accampati davanti all’hotel Ricciardi. Il mattino seguente però, la protesta è degenerata sfociando in una rissa nella quale sono stati coinvolti anche i ragazzi che risiedono nel centro, i quali più volte hanno cercato di calmare i connazionali. Durante i tafferugli sono state danneggiate due camere della struttura d’accoglienza, mentre un ragazzo è rimasto ferito.
Sul posto sono prontamente accorsi i carabinieri della stazione di Chiaromonte, comandata dal maresciallo Antonio Pittelli, unitamente ai colleghi della compagnia di Senise, coordinata dal capitano Marco Di Iesu, i quali hanno sedato la rissa e tratto in arresto i facinorosi.
Quanto accaduto, purtroppo, riaccende i fari sul sistema d’accoglienza degli immigrati e sulla loro distribuzione sul territorio regionale. E proprio in questi giorni, infatti, la sindaca di Chiaromonte Valentina Viola, dopo aver significato alla prefettura di Potenza, con lettere il più delle volte rimaste inevase, la preoccupazione legata alla presenza in un paese di un così elevato numero di migranti- ben 130- facendo rilevare i rischi ed i disagi emersi, ha chiesto una verifica sull’operato della prefettura, al presidente della commissione parlamentare d’inchiesta Federico Gelli.
FONTE. GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO