Il colpo di scena è arrivato ieri sera, attorno alle venti. Mancava soltanto l’ufficialità, oramai l’equilibrio delle forze in campo era stato finalmente trovato, il Generale Vito Bardi era a Roma per incassare l’ “Ok” definitivo alla sua candidatura da parte di Matteo Salvini, dopo il “Via Libera” da parte di Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Ebbene, sulla sirena del “gong”, il clamoroso “dietrofront” innescato dal Ministro dell’Interno: “Non mi convince, un profilo troppo distante dalla realtà quotidiana dei cittadini lucani. Ci sono tanti bravi amministratori locali in Basilicata, forse è il caso di ragionare attentamente su personalità in campo costantemente sul territorio.”
Teniamo a precisare che, queste, non sono dichiarazioni ufficiali bensì ricostruzioni di retroscena rispetto alle ore tumultuose delle trattative all’interno del Centrodestra lucano (e nazionale).
Ad ogni modo, non cambia il senso: a poche ore dalla presentazione delle liste, Salvini ha “stoppato” la candidatura del Generale.
Una candidatura alla quale si stava lavorando da mesi, tra avanzamenti e smentite, starebbe dunque tramontando. Anche tra i “Forzisti”, nelle ultime settimane era serpeggiato qualche dubbio sull’opportunità di una candidatura considerata della “Società Civile”, non in grado di mettere in moto la “macchina delle preferenze” per contrastare un centrosinistra da sempre radicato sul territorio.
La Lega vuole giocare la partita: in lizza Pepe e Cicala.
Il risultato dell’Abruzzo ha forse convinto il gruppo dirigente leghista, dopo un’attenta riflessione delle ultime ore, dell’opportunità di correggere il tiro in Basilicata, partendo da quattro elementi di analisi politica:
– Il Carroccio è in crescita esponenziale e molto probabilmente risulterà primo partito della coalizione anche in Basilicata.
– Il Centrosinistra, seppur diviso, è molto più forte che in Abruzzo o in Sardegna.
– M5S è in Campagna elettorale da Agosto ed è la vera incognita del risultato lucano.
– Il Centrodestra deve dunque puntare su amministratori locali in grado di mobilitare consenso in breve tempo.
Torna dunque a prendere quota il nome del senatore Pasquale Pepe (anche se il diretto interessato ha sempre smentito fino a questo momento un interesse concreto rispetto alla candidatura) e, soprattutto, spunta fuori una vecchia idea, mai del tutto tramontata: il sindaco di Viggiano Amedeo Cicala.
Cicala pronto a sfidare il PD in Val D’Agri e in Regione. Il primo cittadino del comune valligiano nutre di profonda stima e prestigio all’interno degli ambienti del centrodestra lucano, ancor di più negli ambienti leghisti.
Una figura politica che, al pari del senatore Pepe, potrebbe trovare il totale “placet” di Matteo Salvini.
Un amministratore noto alle cronache nazionali per diverse vicende importanti in cui ha saputo coinvolgere la sua comunità, in grado di insidiare pericolosamente il “primato” PD nel comprensorio della Val D’Agri.
Non si può dimenticare, tra l’altro, la centralità del comune di Viggiano nella gestione dell’importantissimo “Indotto Eni” che costituisce una delle realtà produttive ed occupazionali più importanti dell’intero panorama nazionale.
Salvini è consapevole, a questo punto, di avere tante carte in mano per poter strappare anche la Basilicata al Centrosinistra e al Partito Democratico. Non c’è ancora nulla di confermato, ma sono ore davvero decisive per capire quali saranno le forze in campo.