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No Scorie, piano paesaggistico regionale: “decidano comuni e comunità”

Per anni abbiamo chiesto che la regione Basilicata si dotasse di un piano paesaggistico regionale a tutela non solo del paesaggio, della bellezza dei luoghi, dei beni storici, artistici, coltivazioni di pregio ma anche degli ecosistemi delle acque che è la vera ricchezza di questa terra
Gli ecosistemi delle acque partono dalle sorgenti dei monti, fiumi, laghi artificiali, falde di superficie e sotterranee per sfociare nei mari Jonio e Tirreno.
Non aver adottato un piano paesaggistico e nemmeno un piano di tutela aggiunto dei corpi idrici è stato il vuoto normativo che ha permesso in questa regione speculazioni di ogni tipo a partire soprattutto da quella energetica e dei rifiuti.
Bene hanno fatto le comunità ad opporsi in questi anni agli scempi ambientali ed economici in progetto nella nostra regione, visto che a distanza di anni per le politiche energetiche regionali siamo diventati più poveri e inquinati di prima e l’emigrazione sembra essere tornata ai tempi del dopo unità d’Italia. Bocciate alcune istanze di permessi di ricerca petrolifera bloccati per anni grazie alle battaglie di comitati e sindaci anche perché diventati progetti obsoleti (non è una vittoria della regione Basilicata) il territorio lucano è tornato ad essere interessato dal PiTESAI per la ricerca di gas che in parte ha re-interessato le stesse aree e per altri versi a guardare la mappa del Mite ha considerato idonee altre aree prima non comprese.
La Regione Basilicata è già autosufficiente con l’esistente produzione di energie rinnovabili, tutto il greggio e il gas estratto è un surplus che va al paese ,mentre  in questa regione  non abbiamo  sufficienti trasporti, sanità, servizi , l’energia costa più che altrove e  la densità di popolazione e il  profitto aziendale cozzano  con l’equità territoriale in tema di diritti costituzionali. L’unica energia di cui abbiamo bisogno è quella dei redditi energetici e delle comunità energetiche che aiutino direttamente le famiglie a prodursi l ‘energia senza pagare alcuna bolletta (lo fanno già in altre regioni).
Siamo stati Magna Grecia e abbiamo sfamato l’antica Grecia di milioni di persone grazie alla ns acqua, ora continuiamo ad essere produttori di cibo di eccellenza sempre e solo grazie alla ns acqua che va assolutamente tutelata da ogni inquinamento. Un valore aggiunto che va considerato oltre il pil in una analisi finanziaria globale dove il denaro di carta perde valore di fronte a una produzione primaria quale quella del cibo (materia prima )
Decidano i comuni e le comunità locali nelle pubbliche agorà  e nei consigli comunali aperti  quale sarà il futuro del territorio, non siamo un feudo o un latifondo di una parte d’Italia, la democrazia  nacque sulle sponde dello Jonio  oltre 2000 anni fa .

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