Eni ha presentato questa mattina i progetti di riqualificazione agricola e di biomonitoraggio ambientale legati ad Agrivanda, l’iniziativa volontaristica di Eni gestita da FEEM (Fondazione Eni Enrico Mattei), nata nel 2018 a Viggiano, nelle aree adiacenti il Centro Olio Val d’Agri.
Agrivanda è un laboratorio formativo, innovativo e di idee. Un dimostratore di buone pratiche agricole mirate alla salvaguardia delle risorse idriche, del suolo e dell’energia, grazie all’uso di tecnologie innovative e metodologie di Agricoltura 4.0. Ma Agrivanda è anche un esempio tangibile di come sia possibile far coesistere attività industriale e realtà agricola.
La coltivazione, raccolta e trasformazione di colture officinali come la lavanda o la rosa damascena e il ripristino della biodiversità di colture autoctone sono gli elementi caratterizzanti del campus agricolo sperimentale, che ospita anche il progetto di biomonitoraggio ambientale tramite le api.
Il campus di Agrivanda accoglie ogni anno centinaia di visitatori. Particolarmente ricca l’offerta per le scuole che, attraverso i Percorsi per le Competenze, Trasversali e l’Orientamento (PCTO) possono avere accesso a programmi di avvicinamento alla sensoristica di precisione, alla fertirrigazione in campo, all’utilizzo dei sistemi di supporto decisionale (DSS) e alla fotogrammetria aerea con l’ausilio dei droni.
Dal costante il dialogo con diverse realtà agricole lucane sono nate due iniziative che mirano a sensibilizzare e informare sulle sfide ambientali, utilizzando strumenti tecnologici utili alla conoscenza del contesto agricolo.
Uno di questo strumenti è “Agrivanda Metaverso”, un ambiente virtuale, creato sulla piattaforma “Spatial” che emula il linguaggio dei videogiochi e combina elementi dei social media per trasportare gli utenti in un mondo immersivo, con la possibilità di esplorare campi di lavanda, alveari e arnie di api, e assistere alla rinascita della biodiversità autoctona.
Altro strumento è il “Virtual Tour” che, invece, consente alle persone di visitare Agrivanda anche da remoto, approfondendo le pratiche di sviluppo sostenibile attraverso tecnologie innovative come la virtualizzazione 3D.
L’ultimo progetto avviato in ordine di tempo è il “Technology Digital Hub”, che si propone come centro di sviluppo delle competenze in ambito agricolo e culturale con l’obiettivo di informare e far progredire la conoscenza sui temi della sostenibilità e della digitalizzazione.
Al complesso sistema di monitoraggio ambientale applicato da Eni in Val d’Agri, proprio a partire dall’ecosistema Agrivanda, si è aggiunto un progetto di biomonitoraggio che fa leva sulle api come bioindicatori per la valutazione della qualità dell’ambiente, sviluppato grazie ad una collaborazione fra FEEM e DISTAL-Unibo (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentali dell’Università di Bologna).
Oggetto dello studio di biomonitoraggio tramite le api è l’area della Concessione Val d’Agri, con sette postazioni di biomonitoraggio (Viggiano-Zona Industriale, Montemurro, Grumento Nova, Spinoso, Marsico Nuovo, Calvello e Paterno), per quasi 50 km quadrati di territorio esplorato dalle api nel 2023. Durante il periodo sperimentale sono stati effettuati prelievi mensili delle matrici individuate, ovvero le api bottinatrici, la cera e il miele “giovane”, inviati poi a un laboratorio indipendente per le analisi. La forza delle famiglie e il comportamento delle api in volo evidenziano il loro buono stato generale nell’ecosistema in Val d’Agri. Il monitoraggio, tuttora in essere, non rileva elementi specifici associabili a una singola postazione rispetto alle altre, restituendo una sostanziale uniformità ambientale dell’area coinvolta nel progetto. Inoltre, le concentrazioni di alcuni tra gli elementi maggiormente caratterizzanti la geologia della Val d’Agri si riflettono anche nelle matrici oggetto delle analisi.