Cronache

Operazione contro il caporalato delle Fiamme Gialle

Contro il caporalato, una terribile piaga che colpisce ancora il nostro Paese, nonostante le forze dell’ordine e il personale dell’Ispettorato del Lavoro sempre attenti al problema, un’importante operazione è stata portata a termine, tra la Basilicata e la Calabria, dai militari delle Fiamme Gialle della Tenenza di Montegiordano, al comando del Luogotenente Massimiliano Montinaro, dopo un’articolata attività di contrasto all’illecito fenomeno e all’impiego di mano d’opera irregolare nella Piana di Sibari, con sette persone denunciate, di cui una finita in manette.

Durante una serie di posti di controllo, sulla Strada Statale 106 Jonica, in territorio di Roseto Capo Spulico, i militari della Guardia di Finanza hanno fermato e controllato un furgone con a bordo un cittadino italiano e numerosi extracomunitari, molti dei quali privi di documenti, che si apprestavano a raggiungere le campagne della Basilicata per una giornata di lavoro.

Sono stati tutti condotti in caserma i fermati, i braccianti agricoli e l’italiano, titolare di un’azienda agricola, per gli accertamenti necessari alla loro identificazione, essere ascoltati circa le modalità dell’attività lavorativa e per verificarne la regolarità del rapporto di lavoro.

Sulla base delle loro dichiarazioni e della documentazione rinvenuta all’interno del mezzo, sono stati individuati 10 lavoratori “in nero”, che venivano sfruttati dai titolari di 2 aziende agricole locali, i cc.dd. proprietari dei “giardini”, termine utilizzato dai caporali per indicare l’appezzamento del terreno dove impiegare la manodopera, i quali corrispondevano, pensate un pò, una retribuzione pari ad 1 euro per ogni cassetta di mandarini raccolta, somma nettamente inferiore alla contrattazione collettiva prevista per legge.

Al termine delle operazioni sono state, denunciate all’Autorità Giudiziaria, in concorso tra loro, tre persone, due italiani, titolari delle aziende agricole ed una donna di nazionalità rumena, per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, in violazione all’art. 603 bis c.p. e rischiano da 1 a 6 anni di reclusione e una multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato e la reclusione da 1 a 5 anni e la multa di 15mila euro per favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

Tre degli extracomunitari sono stati, inoltre, denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Castrovillari, in quanto privi di permesso di soggiorno e rischiano un’ammenda da 5mila a 10mila euro ciascuno.

Nell’ambito del controllo, è emerso, infine, che un altro extracomunitario, di nazionalità algerina, M.H., associato alla “Casa Circondariale Rosetta Sisca” di Castrovillari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, aveva fornito ai militari false generalità ed era ricercato dallo scorso anno per reati in materia di immigrazione clandestina e contro la persona ed il patrimonio, in esecuzione di un provvedimento di carcerazione pendente, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Caltanissetta.

L’attività, che si inquadra in un più ampio dispositivo di Polizia economico-finanziaria, predisposto dalla Guardia di Finanza per la tutela della legalità economica e la repressione dei reati in materia tributaria, proseguirà anche con le contestazioni di natura amministrativo nei confronti delle 2 aziende che, in questo modo, hanno utilizzato i lavoratori.

Rocco Becce robexdj@gmail.com

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