L’emergenza sanitaria è stata una pessima novità per molte categorie di lavoratori, una conferma di una condizione già da tempo precaria, per altre.
Appartengono a questo secondo gruppo gli operatori della mensa dell’Ospedale di Villa D’Agri, i quali lamentano da tempo la mancata regolarità dei pagamenti e una totale assenza di prospettive di futuro.
C’è da specificare che, la stragrande maggioranza di questi operatori, è sotto contratto con la S.L.E.M srl (dunque non direttamente con l’Azienda Ospedaliera San Carlo.)
Un gruppo di lavoratori ha scelto la nostra redazione per lanciare un vero e proprio grido d’allarme:
“Siamo 14, la nostra condizione è veramente disperata. Non possiamo più tollerare questo trattamento. Abbiamo ricevuto lo scorso 16 Marzo la mensilità di Dicembre 2019, dopo una serie di diffide da parte dei sindacati.
Nonostante questo, l’atteggiamento dell’azienda continua ad essere incomprensibile.
Ad oggi, 22 Aprile 2020, noi, dopo aver minacciato di nuovo scioperi e disservizi, siamo riusciti ad ottenere metà mensilità di Gennaio.
Non è possibile dover elemosinare ciò che rappresenta il corrispettivo per la nostra importante prestazione di lavoro.”
Chiaramente, con l’inizio della fase di emergenza, la situazione pare essersi ulteriormente aggravata: “Da tre settimane lavorano soltanto in quattro (due cuochi e due addetti al servizio mensa) e in orario ridotto.
L’ospedale è praticamente deserto, la mensa sarà frequentata da tre o quattro persone massimo.
In una situazione di crisi sanitaria senza precedenti, a noi non viene garantito nemmeno il diritto ad una remunerazione puntuale. Siamo passati dall’accredito con mesi di ritardo all’accredito di una piccola parte dello stipendio, con la conferma di un ritardo inaccettabile.
Chiediamo all’azienda e anche ai Vertici amministrativi dell’Ospedale San Carlo di prendere a cura finalmente anche la nostra vertenza.
Alcuni di noi continuano a sostenere spese come affitto e bollette, senza ricevere un euro. Si ponga fine a quest’ingiustizia.”
Con buona pace del Covid, i problemi della Val D’Agri (e dell’Italia intera), continuano ad essere rappresentati in buona parte dalla precarietà e dall’incertezza.
Staremo a vedere.