Gli Enti eseguano immediati controlli su tutte le condotte e lo inseriscano tra i SIN!
Le vicende delle perdite dal COVA e dai pozzi è storia antica quanto il COVA: solo per quanto sappiamo dalla cronaca per esempio, risale al 19 marzo 2002 la notizia che “società incaricate dall’ENI hanno cominciato a bonificare un laghetto completamente coperto di petrolio vicino al centro oli di Viggiano”. E cosi, via via nel tempo fino ad arrivare a quel 23 gennaio 2017 (come apprendiamo sempre da notizie di cronaca) quando viene rilevata la presenza di idrocarburi nel laghetto del depuratore dell’area industriale di proprietà dell’ASI, ma solo il 13 febbraio 2017 ENI trasmette comunicazione di ritrovamento di acqua contaminata “probabilmente con idrocarburi” ed il 18 febbraio che “è stato accertato il punto di origine della fuoriuscita di idrocarburi… in uno dei serbatoi di stoccaggio del greggio stabilizzato”. Solo però il 4 maggio 2017, al tavolo convocato a Roma dal Ministero dell’Ambiente, l’ENI comunica che, secondo proprie stime, si sarebbero sversate nel sottosuolo dall’agosto 2016 circa 400 tonnellate di greggio su una superficie di 6.000 mq circa e quindi l’emergenza ambientale viene acclarata a livello nazionale. Infine solo il 22 giugno 2017 viene dichiarato che si tratta di incidente rilevante al COVA di Viggiano. Nel frattempo le conferenze di servizi di moltiplicano ed inizia la bonifica non ancora terminata e di cui non conosciamo lo stato dell’arte visto che sul sito della Regione Basilicata i dati sono aggiornati al 21 gennaio scorso. Su questo sversamento è in corso a Potenza il cosiddetto processo “Petrolgate 2”. Per quanto riguarda poi il pozzo Costa Molina (secondo l’AIA parte integrante del COVA), per quanto ne sappiamo, dovrebbe essere ancora tra i siti da bonificare, ma nel frattempo un’altra perdita, di cui veniamo a conoscenza il 1 novembre scorso e comunicata ufficialmente da ENI, interessa un’area di 50 mq nella zona del COVA da cui parte la condotta di reiniezione verso il pozzo Costa Molina.
Si tratta davvero della goccia (della cosiddetta “acqua”) che fa traboccare il vaso!!!!
I cittadini della Val d’Agri, riuniti nell’Osservatorio Popolare della Val d’Agri chiedono a gran voce, alle Istituzioni locali e nazionali competenti in materia:
- Di effettuare controlli su tutte le condotte, i serbatori e le vasche di raccolta del COVA, della condotta di reiniezione di Costa Molina, le reti dell’oleodotto dai pozzi al COVA e quelle dal COVA alla raffineria di Taranto, per verificare eventuali rotture e perdite divulgandone subito i risultati ai cittadini;
- Di effettuare monitoraggi sui possibili inquinamenti di acque superficiali e profonde e terreni lungo tutte le condotte divulgandone subito i risultati ai cittadini;
- Che il COVA (con tutte le sue “appendici” come il pozzo Costa Molina) sia dichiarato SIN, Sito di Interesse nazionale per avere tutte le attenzioni che merita anche a livello nazionale e comunitario!!!
Tutto questo chiediamo nonostante le richieste dei cittadini alle Istituzioni continuano a cadere nel vuoto e, in una pausa tra una fiammata e l’altra ed in mezzo a terribili molestie odorigene ed uditive (importanti anche in data odierna), il Piano di Emergenza Esterno dei comuni di Viggiano e Grumento Nova continua a non essere rinnovato dal 2013 e l’AIA dal 2011! Ma su tutto questo, mentre evidentemente per le Istituzioni che dovrebbero tutelare ambiente e salute dovremmo dormire sonni tranquilli, NOI CONTINIAMO AD ALZARE LA VOCE!
Intervista al Direttore Arpab Antonio Tisci: