Come ogni anno, ormai da almeno 3/4 (la rottamazione bis fu introdotta con D.L. n. 193/2016), il mese di Dicembre rappresenta per milioni di contribuenti italiani un momento temporale di “grandi” speranze.
E’ di tutta evidenza, infatti, come il Governo, ormai in maniera abitudinaria, concentri nell’ultimo mese dell’anno tutte le potenziali misure di sostegno ai contribuenti, finalizzate, da un lato, a permettere loro di definire le singole pendenze aperte con il Fisco, dall’altro, a consentire alle casse dello Stato italiano di iniettare moneta fluida e corrente da utilizzare nei principali capitoli di spesa previsti dalla Legge di Bilancio (Finanziaria).
Non è un caso che dal 2016 ad oggi, si siano succedute già tre diverse edizioni del tanto famigerato istituto della ROTTAMAZIONE delle cartelle esattoriali, con un consuntivo di entrata che seppur non del tutto vicino alle ardue previsioni del Legislatore, ha sicuramente rappresentato uno dei principali capitoli di incasso per le finanze statali.
Ed è proprio in virtù delle considerazioni finora svolte che, puntuali come un’orologio svizzero, anche in questa chiusura di fine anno si ritorna a parlare di PACE FISCALE, o meglio, di RIAPERTURA della pace fiscale.
Come noto a tutti, l’ultima versione dell’istituto (introdotta con la Legge n. 145/2018) ha inserito un elemento di novità rispetto alle precedenti edizioni, rappresentato dal c.d. SALDO E STRALCIO, in particolare, una misura che ha permesso a milioni di italiani (PERSONE FISICHE) di definire le proprie pendenze debitorie (seppur limitatamente ad alcune tipologie di tributi) versando all’Erario soltanto una percentuale minima (16, 20, 35) dell’importo iscritto a ruolo al netto di sanzioni ed interessi.
Accanto a quest’ultima, ritrovavamo, in perfetta aderenza con i 2 anni precedenti, l’istituto della DEFINIZIONE AGEVOLATA delle cartelle esattoriali (meglio nota come ROTTAMAZIONE), in base alla quale, chiunque (non solo le persone fisiche) poteva estinguere le proprie pendenze debitorie (carichi esattoriali) pagando la sola sorte capitale con uno sconto gratuito di sanzioni ed interessi.
Nonostante il successo delle misure appena descritte si sia rivelato notevole, diversi sono stati, tuttavia, gli elementi disarmonici che non hanno reso il quadro, come si suol dire, rigorosamente perfetto.
Non va dimenticato, infatti, che tanto l’istituto del Saldo e Stralcio quanto quello della Definizione agevolata avevano un perimetro temporale limitato ai soli carichi affidati all’agente della riscossione entro il 31.12.2017, lasciando privi di tutela tutte quelle cartelle notificate dal 1 gennaio 2018 alla data di presentazione delle domande (30.04.2019).
A ciò si aggiunga – come riportato in precedenza – che il c.d. Saldo e Stralcio (la misura senz’altro più appetibile) ha riguardato solo ed esclusivamente le “persone fisiche/ditte individuali”, escludendo – a parere di chi scrive del tutto irragionevolmente – l’intero panorama delle società.
Verosimilmente, sono proprio questi ultimi due gli argomenti di discussione che tengono banco nelle ultime ore fra le aule del Parlamento.
Chissà che il governo non abbia recepito il malumore di professionisti e contribuenti per il mancato inserimento del 2018 (come annualità di notifica) in relazione ai carichi definibili, e per il mancato allargamento della platea dei beneficiari del Saldo e Stralcio anche (io direi, soprattutto) alle società.
In tempo di manovra finanziaria e di conversione del (collegato) Decreto Fiscale, non potevano mancare, dunque, interventi delle varie forze politiche volti a ripristinare l’ormai “strutturale” sistema delle definizioni agevolate delle cartelle esattoriali.
Con riferimento alla rottamazione (sarebbe la quater) gli emendamenti sono stati presentati al testo di conversione del Decreto Fiscale, mentre, per quel che attiene all’istituto del Saldo e Stralcio, l’emendamento più importante lo ritroviamo fra quelli depositati alla Legge di Bilancio.
Partendo dai primi, la proposta di riapertura dei termini per la rottamazione delle cartelle porta la firma dell’On. Massimo Bitonci (Lega).
E’ suo, infatti, l’emendamento n. 37.8 (non dichiarato inammissibile, e quindi ancora in corsa per l’approvazione) che estende la pace fiscale alle cartelle notificate entro il 31 dicembre 2018, e fissa, eventualmente, al 31 marzo 2020 la scadenza per presentare la domanda.
L’emendamento che punta ad estendere il saldo e stralcio delle cartelle notificate fra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2018 anche alle società, è, invece, quello depositato dal Deputato di Forza Italia, Giacomo Caliendo,
Sulla falsariga della procedura prevista per le persone fisiche, viene suggerito l’allargamento della platea anche alle società, individuando quale requisito per certificare lo stato di difficoltà delle stesse, l’indice di liquidità [(Liquidità differita + Liquidità corrente) / Passivo corrente] al 31 dicembre 2018.
Attenendosi allo schema già sperimentato, si ripercorrerebbero le stesse percentuali in funzione delle seguenti soglie:
- 16 per cento, con un indice di liquidità inferiore a 0,3;
- 20 per cento, qualora l’indice di liquidità risulti superiore a 0,3 e inferiore 0,6;
- 35 per cento, laddove l’indice di liquidità si attesti fra lo 0,6 e lo 0,8
Premesso tutto quanto appena enunciato, non ci resta che attendere, dunque, i lavori conclusivi del Parlamento, con l’auspicio che le criticità contenute (e in questa sede segnalate) nell’edizione passata vengano, a ragion veduta, superate con la versione PACE FISCALE “2.0. 2.0.”.
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