Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Basilicata la pdl “Misure di sostegno per la promozione delle parità di genere in Basilicata”.
Il testo unificato è l’esito di un lavoro di mediazione tra due proposte, la prima che prevedeva l’istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza e la seconda che dettava misure di sostegno per la promozione delle parità di genere in Basilicata. Lo strumento legislativo prevede da parte della Regione, che opera in continuità con le finalità perseguite dalla legge regionale 18 dicembre 2007, n. 26 e ss-mm-ii “Istituzione Osservatorio regionale sulla violenza di genere e sui minori”, l’istituzione del “reddito di libertà”, corrisposto per un periodo che va dai dodici ai trentasei mesi, quale supporto economico e morale che aiuta le donne vittime di violenza morale, fisica, psichica, psicologica, sessuale, sociale ed economica, sole o con figli minori e in condizioni di non autosufficienza economica a ricominciare una vita nel segno dell’autonomia, dell’indipendenza e dell’autodeterminazione. La condizione è certificata dai servizi sociali del comune di residenza o, in caso di allontanamento anche volontario da quest’ultimo, dai servizi sociali del comune del nuovo domicilio. La domanda di accesso ai contributi è presentata al comune di residenza o, in caso di allontanamento anche volontario da quest’ultimo, al comune in cui si è stabilito il domicilio.
La procedura è senza oneri per gli aventi diritto ed è a cura dell’Amministrazione pubblica acquisire i certificati relativi alla pratica e garantire la copertura degli eventuali costi. I comuni, in raccordo con i centri antiviolenza e le case di accoglienza, progettano per ciascuna beneficiaria un piano personalizzato di interventi finalizzato al sostegno e all’emancipazione della donna vittima di violenza e dei suoi figli, dando priorità alle donne con figli minori o con disabilità certificata ai sensi della Legge 5 Febbraio 1992, n. 104. Il piano personalizzato di interventi può prevedere singolarmente o congiuntamente l’erogazione di un sussidio economico; l’accesso ai dispositivi delle politiche attive del lavoro in materia di occupazione e di formazione; l’avvio all’autoimpiego attraverso l’utilizzazione dei percorsi previsti dalla legislazione in materia o con incentivi per favorire l’inizio di un’attività in proprio; l’aiuto economico per favorire la mobilità geografica per sfuggire alla condizione di violenza; la garanzia della continuità scolastica per i figli che debbano completare il ciclo di istruzione.
La Regione sostiene le donne vittime di violenza fisica, sessuale, di maltrattamenti e di atti persecutori nell’ambito delle azioni in sede giudiziaria e nella fase prodromica all’avvio delle stesse, contribuendo alle spese di assistenza legale sia in ambito penale che civile. Nel percorso di autonomia saranno coinvolti i centri antiviolenza e le case di accoglienza che hanno preso in carico le donne che hanno subìto violenza, i quali dovranno occuparsi di costruire progetti personalizzati con priorità alle donne con figli minori o in condizioni di svantaggio. Il supporto continua anche quando è necessario lo spostamento in altre città per sfuggire alla condizione di violenza e, ancora, per dare alle vittime la possibilità di intraprendere un nuovo percorso lavorativo. La beneficiaria del sostegno economico dovrà impegnarsi a partecipare a un progetto personalizzato finalizzato all’acquisizione o riacquisizione della propria autonomia e indipendenza personale, sociale, economica e lavorativa.
Da parte della Regione potranno essere attivare intese e protocolli con i ministeri competenti e con le associazioni datoriali per regolare i rapporti di lavoro e l’assunzione delle donne vittime di violenza. La Regione, inoltre, avrà la facoltà di prevedere specifici incentivi per le imprese che assumono donne vittime di violenza e interventi nell’ambito delle politiche educative e dell’edilizia residenziale; promuovere, attraverso la scuola, le famiglie, il terzo settore e le donne vittime di violenza, progetti di educazione sui temi della parità di genere, del reciproco rispetto, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, della violenza contro le donne e del diritto all’integrità personale.