Come mai i funerali del nucleare italiano costano così tanto e durano per decenni?
Sogin-Nucleco, pagati con la nostra bolletta, invece che velocizzare i lavori nostrani, li vediamo da anni impiegati in commesse estere, come nel caso dello smantellamento dei sottomarini russi a propulsione nucleare, studi, ricerche e commesse in: Belgio, USA, Armenia etc etc (qui l’elenco: https://www.sogin.it/it/attivita/referenze-estero.html ) ma la bonifica definitiva del nucleare italiano è rinviata ad oltre il 2030.
Se un paio di decenni fa si preventivava per il solo sito dell’Itrec un termine della bonifica al 2012 oggi si parla del 2035.
Senza penali di sorta per Sogin se non visite del NOE e richieste di commissariamento ministeriale nonché qualche indagine della Guardia di Finanza o sequestri della DDA, la situazione è tale da far pensare che questa tela di Penelope sia voluta e programmata.
Al riguardo, di conseguenza, si impongono alcune domande:
-Un’azienda completamente pubblica come Sogin, alimentata dalle nostre bollette, perché deve dividere le sue risorse tra missione italiana, che dovrebbe essere prioritaria, e svariate commesse estere?
-Quale convenienza economica c’è e per chi?
-Chi decide di usare risorse statali italiane per potenze estere?
-La Russia, oggi tanto odiata, perché aveva, attraverso le sue agenzie, tutte queste commesse e ricerche in essere con Sogin?
-Questa attenzione per l’estero ha influito sul ritardo del decommissioning italiano? E di quanto? Ovviamente alla sezione referenze estere, Sogin pubblica un elenco sintetico privo di allegati tecnici o finanziari, ma rimane incomprensibile la convenienza e le ricadute delle stesse. Come al solito tutto è segreto anche se sono i cittadini a pagare il conto di questa gestione, sia in termini economici che in considerazione alle ricadute negative sul nostro territorio.
Cova Contro
Mediterraneo No Triv
No Scorie Trisaia