Estrazioni petrolifere e tutela ambientale al centro del dibattito nella comunità di Calvello. Dove il 26 giugno, durante la riattivazione del pozzo 8 in località Cerro Falcone, si è verificato un guasto a una tubatura interrata, che ha portato a una perdita prevalentemente gassosa, con tracce di fluidi contenenti idrocarburi.
Una seduta straordinaria del consiglio comunale nel centro della Val d’Agri, richiesta dalla minoranza, ha visto la partecipazione di Eni, Arpab, provincia e azienda sanitaria di Potenza.
Salute e sicurezza pubblica richiedono massima attenzione e trasparenza, ha spiegato il sindaco Anna Cantisani, motivando anche la scelta di allargare il dibattito a cittadinanza e associazioni.
Sollecitato dall’opposizione, il rappresentante di Eni Emilio Racano ha spiegato che l’incidente è stato subito rilevato, l’area circoscritta e svolte le analisi senza rintracciare problemi di sicurezza per persone o cose e che la linea al momento resta chiusa.
La possibilità di pericoli per la cittadinanza è stata esclusa anche dal direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale Donato Ramunno. Dalle indagini sui campioni prelevati, non sono emersi infatti superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione.
Il confronto si è allargato al futuro dell’area, all’uso delle royalties e alla creazione di un sistema di ispezione capillare degli impianti.
L’archiviazione della pratica ambientale sull’incidente da parte della Regione, arrivata proprio in questi giorni, sembrerebbe dunque scongiurare al momento il rischio di conseguenze per il territorio.