“l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha pesantemente censurato le attività di caratterizzazione di Eni a seguito dello sversamento accertato nel 2017. La relazione di Ispra è presente nella D.G.R. 47 del 22 gennaio 2019 (a partire da pag. 40) relativa alla presa d’atto del verbale della conferenza di servizi decisoria del 05/12/2018”. Lo evidenzia il consigliere regionale dei Cinque stelle Giovanni Perrino.
“L’Ispra – aggiunge Perrino – parla esplicitamente di analisi incomplete nelle campagne di monitoraggio condotte da Eni, delle quali abbiamo riportato i dati sul nostro sito durante questi mesi, evidenziando il fatto che l’elevata presenza di manganese e ferro nelle acque di falda è probabile sia dovuta a reazioni chimiche scaturite dalla decomposizione di composti organici che arbitrariamente non sono tra gli inquinanti ricercati da Eni, la quale afferma apoditticamente si tratti di valori di ‘fondo naturale’; per l’Ispra – aggiunge ancora Perrino – questa conclusione sarebbe tutta da dimostrare e, anzi, probabilmente gli elevati valori di ferro e manganese sono una conseguenza dell’inquinamento da idrocarburi delle acque di falda.
Inoltre l’Ispra evidenzia l’inutilità di alcuni piezometri piazzati in maniera tale da non intercettare la falda, nonostante fosse noto che in alcuni punti, a quelle profondità, l’acqua non fosse presente. Questi sono solo alcuni dei rilievi dell’Ispra”. Critico il consigliere regionale nei confronti dei vertici della compagnia petrolifera che in un’intervista hanno parlato di rigore, trasparenza e coinvolgimento delle istituzioni e delle comunità. Quelle di De Scalzi, per il consigliere pentastellato, sono “sparate propagandistiche”.