Passata l’euforia iniziale per la legge nazionale sui piccoli comuni è tempo di pensare ad una valida strategia a 360 gradi se vogliamo veramente salvare i centri minori anche in Val d’Agri. Ad affermarlo è Vittorio Prinzi, presidente Associazione Bene Comune Viggiano.
Per quanto ci riguarda – precisa – si tratta di accelerare sull’Unione dei Comuni dell’ Alta Val d’Agri – Città dell’ Alta Val d’Agri che potrebbe comprendere inizialmente i Comuni di Marsicovetere, Marsiconuovo, Paterno, Tramutola, Viggiano, Grumento Nova, per un totale di circa 21 mila abitanti, (con possibilità di estensione ad altri centri contigui) e tenendo conto che a gennaio è stata costituita l’unione dei Comuni del Medio Agri che comprende Sant’Arcangelo, Roccanova, San Chirico Raparo e Missanello. Sul piano istituzionale, l’Unione – sottolinea la nota dell’Associazione – si costituisce per lo svolgimento di una pluralità di funzioni e servizi dei Comuni aderenti e a tal fine rappresenta l’ambito ottimale per la gestione associata. Quanto agli obiettivi programmatici, nel rispetto del principio di sussidiarietà e di cooperazione istituzionali – evidenzia Prinzi – l’Unione dei Comuni , attraverso la gestione associata di servizi e funzioni, mira a : promuovere e concorrere allo sviluppo socio-economico del territorio dell’Unione, anche favorendo la partecipazione dei soggetti pubblici e privati alla realizzazione di strutture di interesse generale compatibili con le risorse ambientali. A tal fine, essa promuove l’equilibrato assetto del territorio nel rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini; valorizza inoltre il patrimonio storico, culturale ed artistico delle città; favorire il miglioramento della qualità della vita della propria popolazione per rispondere più appropriatamente alle esigenze occorrenti al completo sviluppo della persona; armonizzare l’esercizio delle funzioni e dei servizi ad essa conferiti con le esigenze generali dei cittadini, assicurando un uso equo delle risorse; esercitare un controllo più efficace sulle società ed enti che gestiscono servizi per conto dell’Unione; ampliare il numero delle funzioni e dei servizi rispetto a quelli prima gestiti dai singoli Comuni, assicurandone l’efficienza e la maggiore economicità a vantaggio della collettività; attivare ed estendere nuovi servizi e funzioni che per le loro caratteristiche si prestano alla gestione in forma associata. Al processo di Unione dei Comuni ed alla gestione associata dei servizi – continua – deve seguire, di fatto, un’organica e controllata programmazione del territorio, facendo dimenticare l’esperienza decisamente negativa del PO Val d’Agri, in cui siano definite ed ottimizzate le relazioni e le sinergie tra la programmazione dei singoli Comuni, la programmazione regionale e le risorse finanziarie a disposizione. Nello specifico, l’Unione dei Comuni dell’ Alta Val d’Agri – Città dell’ Alta Val d’Agri – precisa Prinzi – risponde all’esigenze di programmare lo sviluppo di un territorio che presenta comuni caratteristiche morfologiche,sociali, economiche, specie in una fase delicata per il futuro di queste comunità. I vantaggi coinvolgono anche altri attori del territorio interessato,fra cui le imprese e le Istituzione di tipo sociale e culturale,e vanno dal miglioramento della qualità della vita alla maggiore aggregazione dei cittadini, dall’ottimizzazione dei servizi amministrativi alla differenziazione ed integrazione dell’offerta locale nei settori culturale,ambientale,turistico e produttivo, dalla riduzione dei costi nel breve periodo e sostenibilità economica-finanziaria nel medio e lungo termine alla condivisione delle risorse e dotazioni tecnologiche già disponibili. Primo obiettivo, poi, di pratica attuazione, sarà quello appunto di bloccare l’emigrazione, attraverso il miglioramento dei servizi sociali e della qualità della vita dei residenti. L’Unione dei Comuni in questione, oltre ad avere una ragione d’essere configurabile proprio nella conformazione geografica, naturale e morfologica dell’area dei Comuni interessati, tutti accorpati fra di loro quasi senza soluzione di continuità, ha inoltre un collegamento stretto con la proposta di istituzione della Zona Economica Speciale nell’ambito del pacchetto di misure agevolative e fiscali a vantaggio del Mezzogiorno che il Governo ha definito.